Perché il 2 giugno non si va a scuola
2 giugno. Perché non si va a scuola? Il 2 giugno 1946 è stata una data decisiva per il nostro Paese. L'assemblea Costituente e la Costituzione italiana.

2 giugno. Perché non si va a scuola? Il 2 giugno 1946 è stata una data decisiva per il nostro Paese. L'assemblea Costituente e la Costituzione italiana.

“Allora, ragazzi, questo lunedì non c’è scuola. Ve lo ricordate?“, così tutti gli insegnanti si sono rivolti ai propri allievi in questi ultimi giorni di maggio.
Ma i ragazzi lo sanno per quale motivo si sta a casa? Oppure lo sanno solo superficialmente, con esternazioni del tipo “È qualcosa che ha a che fare con la Repubblica… Si è votato tanto tempo fa, ma non ricordo per quale motivo…” o altro ancora.
Qualcuno più preparato conosce anche la data del 2 giugno 1946, ma non ne sa di più.
Ma questa “ignoranza” non deve stupire più di tanto, purtroppo. È vero che c’è la scuola che deve insegnare agli allievi che cosa sia stato il 2 giugno. Eppure, non basta.
Lo devono fare anche la famiglia e, se possibile, gli amici.
Lo devono fare le associazioni di qualsiasi tipo frequentate dai nostri giovani e lo devono fare naturalmente gli organi di informazione.
Lo deve fare tutta la comunità, non solo la scuola.

Il 2 giugno 1946 è stata una data decisiva per il nostro Paese e per la società che noi siamo oggi. Quella stessa società che ci permette tutte le libertà di scelta e di pensiero e che ci assicura, tutto sommato, un benessere trasversale e abbastanza diffuso.
Quasi ottant’anni fa gli italiani scelsero la Repubblica, rinunciando a quella monarchia che aveva aperto le porte al fascismo e ne aveva firmato le leggi razziali.
Il 2 giugno 1946 va ricordato perché per la prima volta ci fu il suffragio universale, con il voto alle donne (sebbene preceduto, come prima volta femminile, dal voto nel marzo e aprile di quello stesso anno in alcune amministrative locali, nelle quali furono elette dieci donne sindache).

Oggi, invece, di fronte ai dati recenti dell’astensionismo alle urne, il 2 giugno ci invita a non trascurare né snobbare mai ogni occasione di partecipazione popolare al voto. Perché una vera democrazia è fatta di diritti e di doveri, e lasciare le decisioni agli altri è solo un modo per dare fiato alle trombe dei qualunquisti e dei populisti di turno.
Per questo il 2 giugno è festa ed è doveroso celebrarlo. Questo va detto ai ragazzi per spiegare loro per quale motivo questo lunedì non andranno a scuola. Non per un semplice riposo istituzionale ma per ricordare a loro, e pure a noi, quanto sia importante andare a votare.

La vittoria della repubblica ha segnato l’inizio di una nuova vita democratica in Italia dopo la barbarie fascista e gli orrori della Seconda guerra mondiale. L’Assemblea Costituente che si riunì il 25 giugno 1946, a seguito delle elezioni, è divenuta il frutto più bello della nuova democrazia italiana, nata dalla Resistenza e germogliata poi nella nostra Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948.
Questo va insegnato ai ragazzi, il 2 giugno quando si sta a casa, e pure in tutti gli altri giorni dell’anno, quando si va a scuola per cercare di crescere insieme e con lo scopo di diventare cittadini onesti e liberali.

