Terrazza Sentimento: tra soldi, droga e abusi sessuali
Un party della Milano da bere si trasforma in tragedia. La docuserie "Terrazza Sentimento".

Un party della Milano da bere si trasforma in tragedia. La docuserie "Terrazza Sentimento".

Il titolo di questo articolo è esplicativo di una vicenda drammatica che ha colpito giovani ragazze e che vede protagonista l’imprenditore napoletano Alberto Genovese. Il “re delle star-up è stato arrestato nel 2020 con l’accusa di spaccio e di abuso sessuale ai danni di una ragazza presente a una delle sue tante feste private tenutasi nell’attico milanese Terrazza Sentimento.
L’Italia è stata negli ultimi decenni, soggetta a vari episodi di questo tipo. Vi è una narrazione giornalistica e giudiziaria ampia su feste organizzate da uomini di potere o imprenditori che hanno visto la partecipazione di giovani ragazze, talvolta minorenni, vittime di abusi sessuali e di ricatti.
Siamo stati il Paese del “Bunga Bunga” per almeno un decennio e purtroppo, questa tendenza non sembra essersi dissolta. Il caso di Genovese è diventato nel giro di pochi giorni, estremamente mediatizzato e, col passare del tempo, sono emersi maggiori dettagli. Questo episodio, frutto purtroppo di un processo degradante fatto di droga, soldi e abusi, ha acceso nuovamente i riflettori sulla condizione giovanile e sui pericoli che corrono le ragazze durante queste feste, contestualizzate nel conosciuto ambiente della Milano da bere.
Milano torna protagonista, attraverso la serie TV Terrazza Sentimento, di una vita che oscilla tra l’impegno e la dedizione nel lavoro imprenditoriale e il degrado assoluto di feste private che hanno come unico scopo il drogarsi. Festini che macinano vittime, in questo caso di un sistema economico e perverso che ruotava attorno alla vita di Alberto Genovese.
Alberto Maria Genovese, nato a Napoli il 28 maggio 1977 è stato definito per un periodo come il re delle start-up. Dopo una laurea in Economia all’Università “Luigi Bocconi”, nel 1999 viene assunto presso la Goldman Sachs. Dopo un percorso lavorativo tra varie compagnie e un’esperienza di quattro anni presso Ebay come responsabile della divisione Motors & New Business, fonda Assicurazione.it, successivamente riformulato in Facile.it che verrà venduta per 100 milioni.
Genovese cavalca il suo percorso imprenditoriale che lo porterà a essere uno degli uomini più importanti in Italia nel campo tech e che si chiuderà nel 2022 con la cessione delle sue quote dell’azienda Prima assicurazioni, per un valore di 200 milioni. Per comprendere maggiormente il profilo psicologico dell’imprenditore e dunque analizzare le sue presunte violenze nei confronti di giovani ragazze durante i suoi festini, la serie TV ha utilizzato interviste a professionisti, amici e persone vicine a Genovese.
Dai racconti è emerso il quadro giovanile di un ragazzo napoletano borghese, introverso e che ha alle spalle un vissuto complicato con i suoi coetanei. Questa parentesi sviluppata nel racconto non ha avuto lo scopo di giustificare in alcun modo ciò che è successo, bensì di comprendere come un uomo possa arrivare a praticare simili violenze. Inoltre dalle registrazioni giudiziarie pare di capire che l’imprenditore abbia preso la strada che lo ha portato alla distruzione di vite umane, dopo il grande successo riscosso con la sua carriera. Afferma di essersi circondato da persone che lo hanno sfruttato per soldi e droga.
È evidente che il contesto che l’imprenditore aveva sviluppato attorno a sé si reggesse su una sola costante, cioè il divertimento, la droga e i soldi offerti da lui. La serie TV si è avvalsa anche di psicoterapeuti per spiegare le possibili ragioni di tali comportamenti, alcuni sostengono che Genovese abbia compiuto tali violenze perché sotto l’effetto di stupefacenti, altri hanno sostenuto che egli facesse uso di stupefacenti proprio per compiere quelle azioni. Violenze che potrebbero aver ridato all’imprenditore la stessa adrenalina che aveva vissuto grazie alla sua carriera. Dalle parole dell’imputato si percepisce una condizione di solitudine e di infelicità che lo avrebbero reso, a sua detta, aggressivo nei confronti delle ragazze che partecipavano alle feste. Quelle appena spiegate sono ipotesi, non valgono assolutamente come certezze per quanto riguarda le motivazioni che lo hanno spinto a compiere simili violenze, sono riflessioni utili per tornare sul tema più importante, ovvero l’accaduto.
Ci troviamo nel centro di Milano, a Santa Maria Beltrade, attico vista Duomo, anche nominato Terrazza Sentimento, luogo di incontro tra l’alta imprenditoria milanese e la Milano da bere. Durante la pandemia era diventata una consuetudine del divertimento milanese organizzare feste private e quelle organizzate da Alberto Genovese erano le più esclusive. Cosa portava le persone a partecipare a queste feste? Sicuramente per i più giovani era il fascino del luogo in cui si trovava l’attico, ma in primo luogo la possibilità di consumare droga gratuitamente.
L’accesso alle feste avveniva tramite una lista di invitati che rispettava dei canoni prestabiliti dal proprietario e che evidentemente dava maggiore spazio a ragazze di giovane età. In una delle tante feste, una delle ragazze invitate, Flaminia, resta nell’attico dopo che gli altri ospiti se ne sono andati. Genovese la conduce nella sua camera da letto e le somministra della droga con l’intento di sedarla. Nel frattempo le amiche di Flaminia provano a chiedere al bodyguard di vedere la propria amica, ma niente da fare, la camera di Genovese non può essere aperta.
Durante quella sera Flaminia subisce abusi sessuali per oltre sei ore. Riporta lividi, tracce di sangue e segni sui polsi. Quando si risveglia viene fatta uscire dall’attico in condizioni psicomotorie instabili. Poco dopo, una pattuglia dei carabinieri la trova per strada. Da quel momento comincia il processo relativo a ciò che avveniva a Terrazza Sentimento. Attraverso le indagini e i testimoni che hanno preso parte al processo sono emersi nuovi casi di violenze sessuali commesse da Alberto Genovese nei confronti di due ragazze durante una vacanza a Ibiza.
L’imprenditore nel 2020 viene arrestato con l’accusa di spaccio e di abuso sessuale. Nel 2021 termina la prima detenzione di Genovese nel carcere di San Vittore per iniziare un processo di disintossicazione presso la comunità Crest di Cuveglio. Intanto aumentano le testimonianze di abusi sessuali da parte di altre ragazze. Il processo si chiude con una condanna a 5 anni e 4 mesi per cessione di stupefacenti e a 1 anno e 7 mesi per gli abusi sessuali. Nel 2023 Alberto Genovese rientra nel carcere di Bollate per scontare la pena residua. Nell’agosto del 2024 il Tribunale di sorveglianza di Milano accoglie la richiesta dell’imputato di svolgere attività di volontariato al di fuori della struttura detentiva per quattro giorni alla settimana, tre presso la Casa della Carità di don Virginio Colmegna e uno presso l’associazione “Wall of dolls”, che assiste le donne vittime di violenza.
La docuserie appena uscita su Netflix, diretta da Nicola Prosatore e scritta da Davide Bandiera, Alessandro Garramone e Annalisa Reggi, racconta in tre episodi, dalla durata media di 30 minuti per episodio, la vicenda giudiziaria e sociale di Terrazza Sentimento. Il racconto prende forma attraverso vari stili, ma alla base c’è la scelta di coniugare il cinema con l’architettura delle piattaforme digitali, nello specifico quella di Instagram, infatti vengono usate spesso stories realizzate durante le feste per raccontare e farci immergere nella realtà dell’attico.
I protagonisti di questa serie sono giornalisti, figure appartenenti al corpo della polizia di Stato, una psicoterapeuta, il bodyguard che la sera dell’accaduto era fuori dalla stanza di Genovese e persone che hanno partecipato agli eventi di Terrazza Sentimento. Inoltre la serie fa uso di materiale d’archivio televisivo come interviste ai principali personaggi che hanno fatto parte dell’entourage di Terrazza Sentimento, come Daniele Leali.
Vengono usate riproduzioni di chat tra i vari invitati e sono state ricostruite digitalmente alcune interviste alle vittime, per proteggere le identità delle ragazze. Durante tutti e tre gli episodi sono presenti svariate riprese di Milano, troppe. La serie presenta problemi nell’estetica e nella composizione drammaturgica. Sono state scelte modalità di racconto e di messa in scena che non aiutano lo spettatore a immergersi nel racconto, complicano la comprensione dei fatti; spesso, inoltre, le scelte estetiche risultano kitsch e poco appropriate all’argomento trattato. Si ha l’impressione che la produzione non avesse a disposizione un girato che le permettesse di coprire i fatti trattati e che, anche per questo motivo, sono state riproposte più volte le riprese di Milano.
Ciò è frutto di una disomogeneità tra gli stili adottati, non si comprende se sia una docuserie improntata sul realismo o sulla finzione. L’accoppiamento tra ricostruzione fittizia di fatti reali e materiali originali non trova un equilibrio. Gli interventi di alcuni personaggi sono spesso banali e poco utili alla storia, le riprese delle telecamere di sorveglianza interne all’attico sono ripetitive e non aggiungono informazioni rilevanti al racconto. Dunque la serie non è stata lontanamente in grado di raccontare tale evento, poiché ha utlilizzato forme estetiche e di messa in scena povere di contenuto e non in linea con il tono narrativo che la vicenda richiedeva.
Nonostante ciò, vi invito a guardare la serie, sia per verificare personalmente l’analisi da me effettuata sia per avere una lettura più approfondita degli abusi avvenuti a Terrazza Sentimento.
