Tutti amano un po’ di sano pericolo. Quanto basta per dare quella scarica di adrenalina che fa sentire vivi. C’è chi prova il bungee jumping, i più temerari proveranno l’esperienza di lanciarsi da un aereo. Ma ultimamente alla parola “pericolo” se ne associano altre due che danno vita ad una tripletta mortale: “challenge” e “social”.
Cos’è una challenge? In italiano, questa termine viene tradotto con la parola “sfida”. Perciò, come se fosse una sorta di competizione, le persone si sfidano a fare le cose più assurde e divertenti (ad esempio, provare a non ridere). Questo fenomeno delle challenge sta, però, sfuggendo di mano; quest’ultime stanno diventando sempre più mortali. Ed i social non aiutano di certo facendole diventare più virali; perciò visibili ad un numero sempre più alto di utenti.
Ne è un esempio la challenge dei “The Borderline”, un gruppo di youtuber, i quali si sono sfidati a guidare un Suv Lamborghini per 50 ore dandosi il cambio tra di loro. Il tutto, ovviamente, è stato ripreso dai telefonini. La sfida è finita in tragedia. Uno dei ragazzi alla guida, Matteo Di Pietro, ha causato un incidente stradale a Roma, più precisamente a Casal Palocco, che ha coinvolto anche una Smart FourFour. L’impatto tra i due veicoli è stato devastante. A causa di questa challenge, un bambino di 5 anni, Manuel, a bordo della Smart, ha perso la vita. Le altre persone che si trovavano all’interno della Smart, mamma e figlia, non sono in pericolo di vita, ma vengono tenute sotto osservazione.
Questa tripletta mortale, pericolo, social e challenge, ha causato l’ennesima vittima della strada: un bambino innocente di soli 5 anni. Da inizio anno, solamente a Roma e provincia, sono 64 le vittime di incidenti stradali. Un numero che tristemente è destinato ad aumentare.