La casa. Il posto dove ognuno di noi si sente più al sicuro, il luogo in cui muoviamo i primi passi e in cui cresciamo. La si associa anche alle parole “rifugio” e “intimità”. Ma, a volte, la casa può diventare l’ambientazione perfetta per un omicidio. Anzi, sempre più spesso (purtroppo) è così. Pensate anche ai delitti più famosi in Italia; la maggior parte di questi è avvenuto in casa: il delitto di Garlasco, quello di Cogne, il delitto di Perugia … A questa lista se ne deve aggiungere un altro: l’omicidio- suicidio ad Alessandria.
Martino Benzi, un ingegnere di 67 anni, ha ucciso sua moglie, suo figlio e sua suocera, per poi togliersi la vita. Un triplice omicidio ed un suicidio. Una famiglia intera è stata distrutta nel giro di pochissimo tempo. Il marito avrebbe ucciso prima la moglie di 55 anni ed il figlio di 17 anni in casa; si è diretto poi alla casa di riposo dove si trovava sua suocera di 78 anni, inventando di andare in visita, ed una volta solo con lei le ha tolto la vita ed infine si è suicidato.
Cosa ha spinto l’uomo a fare ciò? C’era della premeditazione nelle sue azioni? Aveva lasciato dei segnali che potesse arrivare a fare questo gesto estremo? Sono tutte domande che per il momento non hanno risposta. Le indagini sono ancora in corso per arrivare a definire la dinamica degli eventi e, soprattutto, il movente di questo omicidio- suicidio.
Nel frattempo, c’è un misto di stupore e tristezza tra le persone che conoscevano la famiglia. I messaggi sui social sono tutti dedicati al ricordo delle vittime. Soprattutto di Matteo, il figlio 17enne, che viene ricordato come un bravo ragazzo. Ora il suo banco resterà vuoto.
Ora la domanda che sorge spontanea farsi è “perché?”.