Abbiamo tutti aspettato qualcosa nella nostra vita. E non in senso figurato. Un treno, un aereo, un autobus. Il più delle volte, se non tutte, siamo stati puntuali e siamo riusciti a prendere in tempo il nostro mezzo. Ma capita frequentemente che per un motivo o per un altro, facciamo ritardo e perdiamo la nostra corsa. Ed incavolati con noi stessi (o con chi ci ha fatto fare tardi) aspettiamo la prossima corsa. A volte, però, un semplice ritardo di 2 minuti può salvare la vita. Anche questo è accaduto nell’incidente di Mestre di pochi giorni fa: un ritardo ha salvato delle vite.

Sappiamo tutti cosa è avvenuto: un autobus è precipitato da un cavalcavia, prendendo successivamente fuoco. Questo incidente è costato la vita di ben 21 persone, tra cui anche l’autista del mezzo, Alberto Rizzotto, l’unico italiano. Le vittime sarebbero state di più; ma un ritardo ha salvato delle vite.

Questa è la storia di una famiglia tedesca formata da padre, madre e figlia di 1 anno. Non si sa per quale motivo, ma hanno perso l’autobus per 2 banalissimi minuti. Il marito si era anche lamentato con la moglie, dicendole che era colpa sua se avevano perso l’autobus e per questo non avrebbe fatto in tempo a vedere la partita di Champions League, Copenhagen- Bayern. Ma grazie al ritardo della moglie si sono salvati. L’autobus che dovevano prendere è proprio quello rimasto coinvolto nell’incidente di Mestre.

Per delle vite che si sono salvate, tante altre sono state spezzate. Come, ad esempio, la coppia di sposini in viaggio di nozze proprio a Venezia. Mentre il marito è ancora ricoverato in ospedale, la donna, incinta di due mesi, non ce l’ha fatta. E il suo sposo, dal suo letto di ospedale chiede di lei.

Com’è potuta accadere una simile strage?

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