Provate, in un giorno qualsiasi, ad accendere la televisione e mettere un qualunque telegiornale: qual’ è quella notizia che troverete sempre? A prescindere dall’ora e dal canale? Sicuramente, gli sbarchi dei migranti. Le news su di loro e sui loro arrivi in Italia oramai sono all’ordine del giorno (purtroppo). E con il passare degli anni non accennano minimamente a diminuire, anzi.

È una situazione che ogni Governo, da anni a questa parte, si è ritrovato a dover fronteggiare; ma con ben poche soluzioni reali. La situazione degli hotspot in Sicilia è ormai al collasso da mesi. Come gestire allora un flusso costante di persone? Per il Governo Meloni la soluzione sono i Cpr.

Il significato di Cpr è “Centri di permanenza per i rimpatri”. Quest’ultimi non sarebbero altro che delle strutture in cui i migranti sarebbero collocati, nell’attesa di ricevere l’ok dai paesi di provenienza per effettuare il loro rimpatrio (nemmeno fossero dei pacchi da rispedire al mittente). I migranti rimarrebbero in queste strutture per un tempo massimo di 18 mesi. Quelli già operativi sono 9; ma l’obiettivo sarebbe quello di avere a disposizione un Cpr per ogni regione. Ed è qui che le Regioni iniziano a mettere le mani avanti.

Al Governo sono arrivati tanti “no” dai vari Presidenti delle Regioni. Della serie “sì, un progetto del genere serve, ma non nella mia Regione”. Il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani non darà il suo ok; così come il Vice Presidente delle Marche, Filippo Saltamartini ed il Presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Il Presidente del Veneto Luca Zaia afferma che per i Cpr nella Regione non sono stati nemmeno contattati.

Per il momento la linea adottata dai vari Presidenti di ogni partito politico sembra essere la stessa. Vedremo come andrà a finire questo braccio di ferro, e chi ne uscirà vincitore.

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