In poche ore ha fatto il giro del web il video condiviso sui social dall’attrice Claudia Pandolfi. Conosciuta per i suoi ruoli in Siccità e Baby, l’attrice romana torna al cinema con Il ragazzo dai pantaloni rosa, presentato in anteprima quest’anno alla Festa del Cinema di Roma.

Tratto da una storia vera, quella di Andrea Spezzacatena, il ragazzo vittima di bullismo e cyberbullismo che nel 2012 si tolse la vita, il film analizza un fenomeno ancora molto attuale che inizia a manifestarsi già negli ambienti scolastici. 

La storia di Andrea Spezzacatena,
“Il ragazzo dai pantaloni rosa”

Andrea Spezzacatena era una ragazzo come tanti. Quando si tolse la vita aveva da poco compiuto 15 anni, frequentava il liceo scientifico, era innamorato e gli piaceva sperimentare liberamente con il suo stile. Non gli importava degli altr*, amava essere eccentrico. Per questo indossava con orgoglio anche i suoi pantaloni rosa, schiariti per sbaglio dopo un lavaggio

Una scelta che gli costò la vita. Il ragazzo dai pantaloni rosa: è così che lo soprannominarono i suoi bull*. Nome che poi ripresero per creare una pagina Facebook dove concentrare tutti gli insulti rivoltisi. Per Andrea iniziò l’inferno. Anche a scuola aumentarono gli episodi di bullismo, che si fecero sempre più violenti e incontrollati. Fin quando Andrea non ha più retto e, esasperato dai continui messaggi di odio da parte dei suoi compagn* di classe, mette un punto alla sua vita nel fiore dell’adolescenza.

Il film è diretto da Margherita Ferri e scritto da Roberto Proia, i quali hanno entrambi collaborato con Teresa Manes, madre di Andrea e autrice del libro Andrea oltre il pantalone rosa, da cui è tratto il film. Un film necessario, forse oggi più che mai, visti gli episodi di odio e di discriminazione che dilagano sempre di più tra i giovanissim*.

Con mio figlio ho fatto tanti errori. Permettergli di indossare quei pantaloni rosa non è tra questi.” 

Alcune testimonianze dirette sono arrivate a Claudia Pandolfi, l’attrice che nel film interpreta proprio Teresa Manes. Sconvolta e con le lacrime agli occhi per i messaggi che le sono arrivati sui social, si rivolge proprio alle vittime di bullismo e cyberbullismo che si sono sentite rappresentate nella storia di Andrea:

Ecco, io non ho mai parlato direttamente in questa maniera alle persone che mi seguono su un social. Diciamo che c’è sempre stato un bel distacco da parte mia. Ma io sto leggendo così tanti messaggi da parte vostra, che siete andati a vedere Il ragazzo dai pantaloni rosa. Sto leggendo così tanta gratitudine, mista a dolore. Insomma, mi dispiace. Mi dispiace che vi accadano cose così sgradevoli e mi dispiace che abbiate dovuto affrontare tanto dolore nella vita. Io piango perché si. Volevo soltanto dirvi che mi dispiace e grazie per quello che scrivete. Grazie.

Bullismo e violenza: il parere degli espert*

Sebbene oggi si parli di più di queste tematiche, tuttavia il bullismo, così come il cyberbullismo, sono dei fenomieni che non accennano ad arrestarsi. Uno studente su quattro dichiara di essere stato vittima di bullismo almeno una volta nella sua vita. Con l’evolversi della tecnologia e l’utilizzo dei social già dalla preadolescenza, il bullismo ha assunto sembianze diverse e pericolose.

A preoccupare gli esperti c’è la crescita degli atti di violenza ripetuti, che a lungo termine possono avere delle ripercussioni sulla sanità psichica della vittima.

La scuola è considerata il luogo in cui è più probabile che questi fenomeni accadano, ma non è l’unico. In sua assenza, ci pensano il web, la famiglia, i conoscenti e persino gli amici ad alimentare un clima di odio e ostilità.

Nel 2024, il 65% dei giovani dichiara di aver subito violenza, e tra questi il 63% ha subito atti di bullismo e cyberbullismo. In particolare, la fascia più colpita è quella degli alunn* tra gli 11 e i 13 anni, maggiormente le ragazze

La violenza come normalità

In un precedente articolo raccontavo di come la violenza perpetrata dagli adulti possa avere delle conseguenze anche sui giovan*. In particolare, l’abitudine che sorge di fronte a scene di violenza è preoccupante e, come dimostrato, ha degli effetti nelle relazioni tra adolescenti. Sono sempre più frequenti i casi di violenza sessuale e di violenza psicologia tra i giovanissim* che trovano come medium privilegiato il social, un po’ per la facilità di utilizzo, un po’ per la platea che si può raggiungere facendone uso. 

È in queste circostanze che il bullismo si trasforma ed entra in scena il cyberbullismo, un alleato del primo che permette al carnefice di continuare le violenze 24 ore su 24. Anche qui, secondo le stime le vittime principali sono le ragazze, in particolare adolescenti, spesso perseguitate con minacce di sextorsion.

Le norme in vigore in Italia

A questo proposito, il 17 maggio 2024 il Parlamento ha approvato la legge n.70 che estende l’applicazione della norma del 29 maggio 2017, la quale:

È volta a prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo in  tutte le loro manifestazioni, in particolare con azioni di carattere preventivo e con una strategia di attenzione e tutela nei confronti dei minori, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, privilegiando azioni di carattere formativo ed educativo e assicurando l’attuazione degli interventi, senza distinzione di età, nell’ambito delle istituzioni scolastiche, delle organizzazioni degli enti locali, sportive e del Terzo settore che svolgono attività educative, anche non formali, e nei riguardi dei soggetti esercenti la responsabilità genitoriale, cui incombe l’obbligo di orientare i figli al corretto utilizzo delle tecnologie e di presidiarne l’uso.”

Che la storia di Andrea ci serva da lezione e monito per il futuro.

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