Mind Uploading, ovvero la possibilità di essere macchine coscienti
Il corpo fisico? Obsoleto. Possiamo essere macchine coscienti, caricando la mente su un altro supporto. Pronti per diventare immortali?
Il corpo fisico? Obsoleto. Possiamo essere macchine coscienti, caricando la mente su un altro supporto. Pronti per diventare immortali?
L’essere umano, da sempre, rincorre il sogno, finora impossibile, di diventare immortale. Oggi l’idea di un corpo che si rigenera e che è in grado di curare o sostituire le sue parti danneggiate o malate è sempre più realizzabile, così come lo è l’ipotesi di caricare la mente umana su un supporto digitale che ci faccia vivere per sempre o quasi. Diventeremo macchine coscienti? Forse. Grazie al mind uploading.
La tecnologia e il progresso hanno reso digitali le principali attività della nostra vita, facendo scorrere tutto attraverso il cyberspazio. Grazie alle innovazioni high-tech, oggi sembra realizzabile anche la possibilità di abbandonare le nostre spoglie mortali per raggiungere almeno l’immortalità digitale, caricando la nostra mente su un altro supporto concreto.
Il mind uploading (letteralmente il caricamento della mente) o emulazione del cervello è l’ipotetico processo mediante il quale potremmo essere in grado di riposizionare quella combinazione di personalità, facoltà intellettive, attributi e ricordi che caratterizza un individuo dal suo cervello biologico a un substrato computazionale progettato artificialmente.
Il processo prevede la scansione e la mappatura dettagliata del cervello biologico e la copia del suo stato in un sistema informatico o altro dispositivo di calcolo: grazie al computer, la simulazione sarebbe così fedele all’originale che la mente simulata si comporterebbe, in sostanza, allo stesso modo del cervello umano. Cosa facile a dirsi, ma molto difficile a farsi. La mente simulata verrebbe considerata parte della realtà virtuale del mondo simulato e potrebbe essere supportata da un modello anatomico tridimensionale che imita il corpo, oppure innestata all’interno di un robot umanoide.
Secondo i futurologi e il transumanesimo il mind uploading è una tecnologia che rappresenta un’importante possibilità di estensione della vita e una tecnica teorica e futuribile ma possibile, sebbene molti scienziati rimangano scettici. Diverse previsioni contraddittorie sono state formulate riguardo a quando un cervello umano potrà essere interamente emulato, e alcune delle previsioni fatte in passato sono risultate al momento troppo ottimistiche.
Il cervello dell’essere umano contiene circa 86 miliardi di cellule nervose chiamate neuroni, interconnessi da connettori chiamati assoni e dendriti. I segnali che percorrono le giunture di queste connessioni, le sinapsi (che sono circa 100 trilioni), vengono trasmessi tramite il rilascio e il rilevamento di sostanze chimiche note come neurotrasmettitori. Si è concordi nel credere che la mente umana sia in gran parte un risultato dell’elaborazione delle informazioni di questa rete neurale. I neuroscienziati hanno dichiarato che importanti funzioni svolte dalla mente, come l’apprendimento, la memoria e la coscienza sono dovuti a processi puramente fisici ed elettrochimici e che la coscienza fa parte del mondo naturale, del mondo della fisica, non nasce da una qualità magica o ultraterrena.
Il concetto di mind uploading si basa su questa visione meccanicistica della mente, negando una visione vitalista della coscienza e della vita umana. Molti eminenti scienziati, informatici e neuroscienziati come Christof Koch, Giulio Tononi, Douglas Hofstadter e Marvin Minsky hanno previsto che i computer saranno in grado di pensare e persino di raggiungere il nostro livello di coscienza. Tale capacità di intelligenza delle macchine potrebbe fornire il substrato computazionale necessario per il caricamento della mente. Tuttavia, anche se il mind uploading dipende da una tale capacità generale, è concettualmente distinto dalle forme generali di intelligenza artificiale in quanto è il risultato di una rianimazione dinamica di informazioni derivanti da una mente umana in modo che la mente conservi un senso di identità storica.
I processi della mente potrebbero essere dissociati dal corpo biologico, e non sarebbero più legati ai limiti fisici individuali di quel corpo, rendendoci quindi immortali. Ciò significa la possibilità di continuare a esistere finché la copia digitale della nostra mente non verrà distrutta o cancellata completamente. Ipotesi meravigliosa ma anche terrificante, se si pensa che la scansione digitale della nostra mente potrebbe anche danneggiarsi e lasciarci, magari, in preda a una totale paranoia o a un crollo psichico che potrebbe durare per… sempre. La mente digitale inserita in un corpo simulato potrebbe accendere o spegnere sentimenti come l’amore ed emozioni come la tristezza o la gioia semplicemente premendo un pulsante; potrebbe eliminare le sensazioni spiacevoli come il dolore o la rabbia, e acquisire conoscenze in grado di rivoluzionare il mondo. Raggiungere l’immortalità digitale, tuttavia, solleverebbe un grosso quesito sul significato della nostra vita che ha da sempre un unico tragico fine: la morte.
Potremmo pensare molto più velocemente di un essere umano e le nostre menti digitali svilupperebbero un’intelligenza simile a un computer, elaborando e memorizzando le informazioni in modo molto più veloce di quanto non succeda oggi. I neuroni umani scambiano i segnali elettrochimici con una velocità massima di circa 150 metri al secondo, mentre la velocità della luce è di circa 300 milioni di metri al secondo, circa due milioni di volte più veloce.
Potremmo viaggiare nello spazio interstellare senza soffrire di accelerazione estrema oltre che delle limitazioni intrinseche di un corpo biologico. Inoltre una coscienza virtuale potrebbe essere posta in uno stato di ibernazione e le menti virtuali non dovrebbero quindi essere costrette a sperimentare la noia infinita di un viaggio che potrebbe richiedere anche migliaia di anni.
Un altro concetto collegato al mind uploading, esplorato più nella fantascienza che nella speculazione scientifica, è la possibilità di ottenere diverse copie speculari di una sola mente umana. Tali copie potrebbero consentire a un individuo di provare più cose in una volta, reintegrando le esperienze di tutte le copie in una mente centrale in un certo momento del futuro, di fatto permettendo a un singolo essere senziente di vivere in molti luoghi e fare più cose contemporaneamente.
Attualmente non sappiamo se la tecnologia possa far nascere delle vere menti simili a quelle governate dalle leggi biologiche. Questo perché il nostro cervello è talmente complesso che la semplice organizzazione dei dati potrebbe non essere sufficiente per comprendere la coscienza generale. Secondo alcuni ricercatori, il caricamento della mente non sarà possibile fino allo sviluppo dei computer quantistici, che potrebbe avvenire nel 2045. Per rendere possibile la mente digitale, sia la scienza che la tecnologia devono creare modelli di comportamento delle nostre menti. La prospettiva di caricare la coscienza umana in questo modo solleva molte questioni filosofiche che coinvolgono l’identità, l’individualità così come numerosi problemi morali e di etica medica.
In definitiva, dunque, non sappiamo ancora se e quando il mind uploading potrà essere completamente realizzabile e in che modo potrà influenzare la nostra cultura e il nostro concetto di essere umano. Ma se al momento non abbiamo ancora la possibilità di creare il nostro alter ego digitale, vi assicuro che possiamo averne un assaggio molto realistico di come sarà o potrebbe essere grazie a un videogioco di ultima generazione: Cyberpunk 2077.
Uscito nel dicembre 2020 e sviluppato da CD Projekt RED, una società di sviluppo di videogiochi polacca, per Xbox One, Microsoft Windows, PlayStation 4 e Google Stadia, Cyberpunk 2077 è un action-adventure open world (un’avventura dinamica, un videogioco che combina elementi del genere d’azione all’interno di un mondo virtuale in cui il giocatore può muoversi liberamente) che ci catapulta in un futuro distopico in cui l’umanità è progredita ben oltre la moderna tecnologia. La prospettiva di gioco è, ovviamente, in prima persona: questo gioco non si finge, lo si vive, quasi perdendo il contatto con il nostro sé reale, immedesimandoci totalmente con un protagonista incredibilmente personalizzabile. Dunque, anche se non dobbiamo avere fretta, possiamo pregustare tutte queste interpretazioni futuristiche percorrendo le strade di questo straordinario videogame, e sperimentare lo stupore di una vita immortale immaginando cosa accadrebbe se diventasse realtà.