Meyer ed Università degli studi di Firenze – Dipartimento NEUROFARBA lanciano il Master di primo livello interamente dedicato alla gentilezza ed all’approccio emozionale, nonché all’umanizzazione delle cure, passando per la spiritualità laica della cura e per il mistero della malattia. Verranno approfonditi molti temi funzionali a costruire una relazione autentica degli operatori sanitari con il bambinə/adolescente e con il suo nucleo familiare.

Coordinatore del Master è Gabriele Simonini, professore di Pediatria generale e specialistica di Unifi.
Il Master, che comincia a febbraio 2022, durerà 1 anno, con lezioni il venerdì e il sabato mattina, e avrà la sua sede al Meyer Health Campus, la grande struttura che il Meyer dedica alla didattica, alla formazione e alla ricerca.

Nell’ideazione sono coinvolti specialisti del calibro di Daniel Lumera, fondatore del metodo My Life Design, autore di best seller e promotore del movimento Italia Gentile.

Ed è proprio a lui che ho rivolto alcune domande per esplorare la parte dedicata alle neuroscienze delle emozioni e per cercare il suo cuore in questo progetto.

Com’è nato il Master?
Il Master è nato da un’esigenza del direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer, Alberto Zanobini, che ha maturato la ferma convinzione dell’esigenza di introdurre la gentilezza in tutto il processo ospedaliero, ispirato anche dalla lettura del libro Biologia della Gentilezza (Mondadori 2020), scritto a quattro mani da me e dalla scienziata di Harvard Immaculata De Vivo.

Un’esigenza, sostenuta da comprovati studi scientifici, finalizzata a un’umanizzazione della medicina, non solo nella relazione tra medico e paziente, ma anche tra il medico e i familiari del malato. La gentilezza, infatti, ha un impatto molto profondo sulla qualità della vita e nel percorso condiviso medico-paziente. Da qui abbiamo iniziato a lavorare in modo trasversale a una sinergia di saperi, partendo dalla comprensione dell’importanza dei valori in questo momento storico, per tutte quelle aree dell’esperienza umana, tra cui educazione, sanità, economia, che devono necessariamente cambiare approccio, trasformarsi, evolvere.

E in questo il Meyer è stata la prima grande struttura pubblica che ha deciso di affrontare questo passaggio, e l’ha compiuto nel miglior modo possibile, partendo proprio da un percorso formativo interdisciplinare.

Quali sono stati i bisogni e valori che hanno portato a sentire questa nuova esigenza?
I bisogni da cui si è partiti sono stati principalmente dei profondi bisogni evolutivi: stiamo comprendendo, infatti, che l’evoluzione si basa sulla cooperazione e non sulla competizione, e che tutti quei valori, contesti ed esperienze che potenziano la consapevolezza dell’interconnessione e dell’interdipendenza sono fondamentali per la nostra salute, per il nostro benessere e per il nostro successo. E anche per rendere salubri i luoghi di lavoro e sane le relazioni.

Pertanto cooperazione, inclusione, empatia, compassione, spirito di servizio e la capacità reale di ascolto dell’altro sono tutti valori che ci hanno accomunato e ci hanno spinto a introdurre anche nel contesto sanitario medicine naturali come la gentilezza, la gratitudine, il perdono, l’ottimismo e la felicità. Questo è stato possibile anche perché siamo confortati e supportati dai dati provenienti dagli ospedali oncologici più d’avanguardia degli Stati Uniti, che hanno dimostrato come protocolli di gentilezza introdotti nel percorso del paziente oncologico migliorino notevolmente la qualità della sua vita, la relazione con la malattia e la degenza.

Qual è lo scopo ultimo? A chi si vuole arrivare… ma soprattutto in che modo si vuole arrivare?
Lo scopo ultimo è il miglioramento della qualità della vita e il suo significato profondo è la condivisione del miracolo della vita. Miracolo che molto spesso non onoriamo, perché non siamo presenti nel dono enorme che ci viene fatto ogni istante, ossia il semplice fatto che ci è permesso di respirare, camminare, incontrare altre persone, di essere parte dell’esistenza.

Quindi il percorso ci deve portare ad essere pienamente consapevoli, e grati, lucidi, presenti, svegli nel miracolo della vita, e celebrarlo insieme. Come effetto collaterale, questo scopo ultimo vede un sensibile miglioramento a partire proprio dalla nostra biologia, dalla forza vitale, dalla qualità delle nostre emozioni, dal funzionamento della nostra mente, dall’integrazione del nostro passato, fino alla sfera spirituale, il livello più elevato che contiene il significato vero e il proposito nobile della nostra esistenza.

A chi ci rivolgiamo?

A tutte quelle persone, non solo pazienti, famiglie, medici, che dovrebbero essere sensibilizzate rispetto a queste tematiche. Negli ultimi anni, in special modo, abbiamo assistito ad un linguaggio molto violento da parte della popolazione oppure sempre più asettico e distaccato da parte del personale medico, perché non in grado di gestire il carico emozionale e il dolore di pazienti e famiglie. Questo avviene poiché non esiste “un’educazione” che ci insegni a trasformare queste emozioni, pur provandole, in uno strumento vitale di lucidità, di forza e di presenza.

Da un lato, quindi, l’obiettivo è educare alla consapevolezza e umanizzare il percorso di Medicina e Scienze mediche, dall’altro è trasformare i luoghi di cura in luoghi di crescita, realizzazione personale e laboratori di valori umani, che rendano l’esperienza della malattia un’esperienza di evoluzione, di realizzazione, profondità, amore e fratellanza.

Vogliamo che questo messaggio arrivi alle persone nel modo più autentico, umile, gentile possibile, condividendo i valori in cui crediamo e che le neuroscienze hanno tradotto in numeri: da qui la biologia dei valori. Solo in questo modo si comprenderà come questo cambio di paradigma sia necessario, in primis dal punto di vista evolutivo; come questi percorsi di valore non siano altro che la risposta a una richiesta che Madre Natura ci sta facendo per poter sopravvivere e prosperare su questa Terra. Alla fine basta solo un gesto o un’abitudine salutare per cambiare profondamente l’intera traiettoria del nostro disegno di vita.

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