I pulcini, si sa, quando nascono non hanno un genere definito, per chi non è esperto ci vuole del tempo per capire se saranno maschi o femmine, galline o galli…

Questa è la storia di Cik, pulcino che pensava di essere un gallo, invece si scopre gallina, un albo illustrato divertente scritto da Sebastian Meschenmoser ed edito da Orecchio acerbo che oggi non posso che consigliarvi spudoratamente di tenere sempre in casa a portata di mano!

Ho un debole per questo autore e il perché ve lo racconterò alla fine. Ma veniamo al nostro Cik pulcino di una nidiata di 6, il più piccolo, sempre l’ultimo a ricevere il mangime… insomma Cik ha bisogno di una rivincita e inizia ad immaginarsi come Capo Gallo. E già, lui diventerà gallo e diventerà Capo Gallo perché gli altri pulcini saranno le galline da difendere!

E’ così che Cik inizia a formulare i suoi sogni di gloria aspettando che gli cresca la cresta, meraviglioso il passaggio di stile dell’illustrazione dalla narrazione normale, quella che porta avanti il libro, e i sogni di Cik in stile fumetto, quasi da fumetto giapponese direi, a sottolineare l’eccezionalità della sua potenza e delle sue imprese.

Un bel giorno però Cik si accorge che la cresta da gallo sulla sua testa non è affatto cresciuta, perché lui Cik, in realtà è una lei, una gallina…

La disdetta sembra devastante a questo punto, addio sogni di gloria di Capo Gallo! E invece… indovinate un po’ chi sarà a salvare il pollaio dall’attacco della volpe?

No, non sarà il gallo bensì lei, Cik!

Per la serie per essere coraggiosi non serve essere maschi, né galli, questo è un libro illustrato e scritto alla perfezione in cui ogni tipo di stereotipo e pregiudizio di genere viene smontato con leggerezza e anche lo stereotipo sul gallo viene rivisto.

Il linguaggio viene messo alla prova per vedere come e quanto regga ad una variazione di ruoli, di contenuti, di riferimenti, restando sempre lo stesso. Leggiamo il libro in traduzione naturalmente, l’autore è tedesco, ma la traduzione è buona e lima l’italiano al punto giusto per farci stare in bilico e giocare con la lingua e con gli stereotipi che si porta dietro.

Adoro questo autore da quando, sempre Orecchio acerbo, portò in Italia il suo strepitoso Quei dannati sette capretti albo illustrato esilarante in cui il lupo si traveste da mamma capra per mangiare i sette capretti, come la fiaba classica vuole, ma trova talmente tanto sporco in casa che prima fa tutte le pulizie e poi… Beh non ve lo svelo cosa accade perché incontrare questo libro, proprio come Cik è un arricchimento e un divertimento che non si può spoilerare in questo modo.

Potete solo correre a cercare i libri e leggerli e rileggerli per il puro divertimenti di farlo e con il piacere e la consapevolezza di star mettendo le basi per una sana e necessaria vaccinazione dall’adesione agli stereotipi!

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