Con questo caldo non avete voglia di un gelato?

Eppure pensate che in Turchia, ancora oggi, alle donne è vietato leccare un gelato in pubblico. Si, avete letto bene. Non è considerato bon ton. Una donna di buon gusto predilige il gesto e non il gusto. Un piacere che sottenderebbe qualcosa di laido, dicono.

La municipalità di Bagcilar, nella zona europea di Istanbul (governata dall’Akp, partito del presidente Erdogan) ha organizzato un corso di stile per le residenti. Due ore a settimana su come vestirsi, parlare, camminare e mangiare un gelato con eleganza. I corsi includono anche altri suggerimenti da non fare in pubblico, come ad esempio non parlare di cose personali al telefono, non truccarsi al mattino, non indossare vestiti stravaganti e fare attenzione al tono della propria voce.
In campagna elettorale il vicepremier Bulent Arinc ha dettato (secondo lui) le linee guida del comportamento di una brava donna turca: “La donna saprà quello che è peccaminoso e quello che non lo è. Non riderà in pubblico. Non sarà seducente nel suo comportamento e proteggerà la sua castità.” Proprio quest’ultima lezione di etichetta ha scatenato forti polemiche sui social network e la risposta sono state migliaia di selfie di donne turche sorridenti e senza velo.

Davvero parliamo di eleganza o c’è dell’altro? Un gelato è solo un gelato e guai a farselo mancare, se lo si desidera e se la salute ci consente di mangiarlo. C’è qualcosa di molto sbagliato in un uomo (e ancora peggio in una donna) che ci vede dell’altro. E qualcosa di potenzialmente molto pericoloso se viene sconsigliato alle donne di mangiare quello che preferiscono, come meglio preferiscono. Cose da turchi.

La scienza, invece, ha stabilito da tempo che il gelato si assapora meglio quando viene mangiato direttamente dal cono invece che consumato con il cucchiaino. Kay McMath, scienziata sensoriale della Massey University, a conclusione della sua ricerca ha promosso il cono a pieni voti: a contatto con la lingua il gelato si riscalda in modo rapido e uniforme e il sapore viene percepito su tutta la superficie delle papille gustative, mentre il cucchiaino agisce da isolante mantenendolo più freddo e meno piacevole.

Forse non lo sapevano ancora Le Malelingue, rappresentate nella personale di Domenico Ventura ospitata presso Casa Vuota nel quartiere del Quadraro a Roma nell’estate del 2019.

Ma quando è nato il gelato? Difficile dare una risposta certa. Per anni gli esperti hanno discusso riguardo la paternità di questo dolce delizioso e goloso, senza riuscire a venire a capo. Secondo molti studiosi il gelato venne citato per la prima volta nella Bibbia. Si racconta infatti che Isacco offrì ad Abramo una bevanda preparata con latte di capra e neve. In seguito sarebbero arrivati i Romani con i nivatae potiones, dei dolci freddi. Nell’antichità comunque esistono moltissimi antenati del gelato, da quello preparato dagli Arabi, con ghiaccio e miele, a quello realizzato dai sardi, con latte di pecora, neve e frutta secca. A rivendicare la paternità del gelato in versione moderna però sono due italiani. Da una parte troviamo Bernardo Buontalenti, che a Firenze realizzò un dolce usando ghiaccio, latte, panna e uova, dall’altra il siciliano Francesco Procopio dei Coltelli che creò le prime acque gelate della storia, vendendole in un noto locale di Parigi e arrivando a servire persino Napoleone.

Tutti pazzi per il gelato, quindi. Ma qualcuno di questi uomini si è mai fermato a pensare all’aspetto pratico di questo dolce cremoso? Nell’immaginario collettivo la rappresentazione classica di un gelataio è tendenzialmente un uomo, con una vaschetta e un grande cucchiaio per poter servire il gelato. Bene, pensate che entrambi gli elementi sono invenzioni femminili. Nel 1873 Miller Graves ha brevettato la prima vaschetta refrigerata per il gelato, da fornire ai rivenditori, in cui le lattine di crema congelata possono essere collocate e mantenute fresche grazie ad un apposito spazio dedicato esclusivamente al ghiaccio. Per intenderci, le antenate delle carapine che vediamo oggi in tutte le gelaterie. Qualche anno dopo, nel 1901, sarà invece Arminda Rush a brevettare il primo porzionatore meccanico per il gelato, il cucchiaio in grado di creare quelle fantastiche palline colorare da gustare sul cono.

Da vergognarsi!

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