E’ ormai assodato che quello che all’epoca fu considerato un portare civiltà a popolazioni selvagge sia stata invece un’avida espropriazione di terre e un’oculata distruzione di antiche culture. Questo fece l’uomo bianco a tante tribù di nativi americani.

Ci fu però chi si seppe distinguere dalla massa e tentò in ogni modo di difenderli dai soprusi e dalla forza distruttrice dei propri connazionali: Harriet Maxwell Converse, scrittrice e poetessa, fu una di queste.

Il suo nome è pressoché sconosciuto ai più, in Italia come in America, ed è un peccato perché si tratta di una delle donne più affascinanti e originali del XIX secolo. Harriet nacque a Elmira nello stato di New York nel 1836 e morì nel 1903. Il padre e il nonno di Harriet Maxwell Converse ebbero l’onore di essere adottati dalla tribù irochese dei Seneca per la loro correttezza e onestà in ambito commerciale; probabilmente questo fu il primo legame che le permise di conoscere i nativi, tanto da divenirne studiosa e paladina. In seconde nozze sposò Franklin Converse, con il quale condivideva tali interessi.

La coppia si trasferì a New York dove conobbe Ely Parker, di etnia irochese, il quale aveva servito sotto il generale Grant durante la guerra civile con il grado di tenente colonnello divenendo poi capo dell’Ufficio per gli affari indiani, il primo nativo a ricoprire questo incarico. Parker diede ai Converse la possibilità di approfondire la loro conoscenza della cultura nativa.

Harriet Maxwell Converse scrisse diversi libri per raccontare la popolazione irochese, ma non lo fece per puro interesse accademico, si batté per difenderli dalla prepotenza del governo che aveva messo gli artigli sul loro territorio, riuscì infatti a rallentare – ma non a fermare – il processo irreversibile di colonizzazione e sfruttamento.

Bloccò una vergognosa proposta di legge che li avrebbe derubati delle terre e per il suo impegno, fu insignita del massimo onore possibile, il titolo di Sakem, capo della Lega delle Sei Nazioni. Acquisì anche il nome di Gaiewanoh, cioè colei che guarda la sua gente, in segno di gratitudine di una popolazione che era divenuta, a tutti gli effetti, la sua gente.

Tribù irochese di inizio secolo

Harriet Maxwell Converse spese somme ingenti per acquistare dalle tribù e dai collezionisti bianchi artefatti irochesi da affidare ai musei, grazie a lei si è conservata una preziosa collezione di Wampum (i nastri di perle e conchiglie) delle Cinque Nazioni. Tra le sue opere più affascinanti vi segnalo la raccolta Myths and legends of the New York state Iroquois, Miti e leggende degli Irochesi dello stato di New York.

Donna controcorrente, Harriett Maxwell Converse merita di essere ricordata per la sua lotta contro un meccanismo distruttore e rapace. Grazie al suo contributo una parte della cultura nativa è stata preservata per i posteri.


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