La speranza è sempre bella anche quando sai che stai perdendo“, diceva il 6 aprile Shamsia Hassani dal suo profilo Instagram (226 mila follower), la più importante street artist donna afghana nel mondo, professoressa di scultura all’università di Kabul.

Nominata nel 2014 tra i 100 membri dei global thinkers, ha esposto in India, Stati Uniti, Iran ed Europa (Germania, Italia e Svizzera) e nelle missioni diplomatiche di Kabul. Il suo IG ad oggi è ancora attivo, e lei anche: ecco l’opera postata 34 ore fa: “La finestra della nostra casa“.

Davvero bellissime le sue incursioni sui muri della città di Kabul, se ancora non sono state ricoperte e cancellate: spesso si tratta di edifici abbandonati danneggiati dalle bombe. Le sue donne vestono in abiti tradizionali e posano gioiosamente con strumenti musicali. Parte della sua missione, dice, è abbellire la città con i colori nonostante l’oscurità della guerra. Trentatrè anni, ha riscritto l’immaginario nel suo Paese, offrendo un femminile forte, coraggioso, ambizioso, ispirando migliaia di donne. Scrive:

 “l’arte cambia la mente delle persone, le persone cambiano il mondo“.

Il personaggio utilizzato nelle sue opere ritrae una donna empowered e self confident, forte del suo gender pride, irriverente, rumorosa e capace di essere una game-changer, una change-maker e apportare valori positivi nella vita delle persone.

Durante l’ultimo decennio del dopoguerra in Afghanistan, le opere di Hassani hanno creato un’enorme ondata di speranza per tutte le afghane diventando esempio per tutte le donne oppresse, prevaricate, violentate del mondo. Centinaia di artiste afghane hanno trovato la spinta a creare ed esprimersi, raggiungendo gallerie e festival in tutto il mondo.

Scelta a 28 anni dal curatore dell’Hammer Museum a Los Angeles, Ali Subotnick, per una residenza di due mesi, ecco le parole in suo onore:

Coraggiosissima questa artista – disse Subotonick – che va in strada a dipingere, dove è pericoloso camminare da sola all’aperto: è così feroce, indipendente e forte. Sta trasformando l’immaginario dell’Afghanistan“.

La street art è perfetta per la nostra società aveva detto nel 2016 in Afghanistan è molto meglio presentare l’arte alla gente mettendola in strada, perché non abbiamo molte gallerie e le persone che vorrebbero non hanno la possibilità di andare alle mostre. Inoltre, spero di trasformare l’immagine cupa della mia città, ferita dalla guerra, riempiendola di colori. Per una donna dipingere all’aperto, in pubblico, è molto pericoloso. La mentalità è decisamente chiusa, a molti non piace l’arte e pensano che non sia una buona cosa, in particolare per le donne. Ho sempre paura quando dipingo in strada, anche di essere molestata. Nessuno mi direbbe niente se fossi un ragazzo“.

Ti seguiamo su Instagram e sul tuo sito, donna straordinaria, magnifica artista, nessuno potrà mai tapparci la bocca, nè scoprire il tuo nascondiglio!

Intanto, a Vercelli, Studio Dieci le dedica una mostra, visitabile fino al 9 settembre 2021.

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