I bambini sono le tra le poche persone serie che io conosca, e lo stanno dimostrando anche durante questa pandemia.

L’obiettivo di questa testata giornalistica (ringrazio Eugenia Romanelli di avermi accolto in questa comunità) è di creare un nuovo immaginario credendo fermamente nelle parole di Ralph Waldo Emerson: “Le persone vedono solo ciò che sono preparate a vedere”.

Come primo articolo voglio parlarvi di una creatrice di nuovi immaginari, uno dei regali più belli che mi abbia fatto il lockdown: l’incontro con Francesca Cavallo, la straordinaria autrice di Storie della buona notte per bambine ribelli, Elfi al quinto piano e ora del Il dottor Li e il virus con in testa una corona. Questo libro contiene gli archetipi che sono il nutrimento giusto per i bambini che stanno respirando tensione e incertezza, e per quelli che sono in sindrome post traumatica da stress.

Per me che ho diretto per alcuni mesi una scuola in Cina e che in oriente ho sempre trovato ispirazione e nutrimento per il mio lavoro di educatore e ricercatore, essendo un amante di una terra che mi ha regalato amiche, amici, incontri con persone di un livello culturale e umano profondissimo, sarebbe inimmaginabile poter fare pensieri negativi su quel popolo. Purtroppo però con i cinesi si è venuto a creare quello che era accaduto con gli arabi dopo gli attentati dell’undici settembre. Un’ondata di razzismo ha avvolto la comunità asiatica con numerosi episodi di intolleranza e di aggressioni vere e proprie. Avevamo bisogno di un eroe cinese, un uomo che ha sacrificato la vita e messo in pericolo la famiglia pur di avvertire il mondo di una terribile minaccia. “Non posso rimanere in silenzio mentre tutte queste persone si ammalano, devo fare qualcosa”, dottor Li era un oculista, ha visto dove nessuno sapeva o voleva vedere.

La seconda protagonista di questa storia è May, una bambina ispanica che vive con la madre, dove la seconda figura genitoriale non compare. Francesca Cavallo ha una cura nella ricerca dei suoi personaggi incredibile, sempre attenta a mettere al centro delle sue storie gli underdogs (perdenti in inglese) che lei però ha magistralmente ribattezzato undercats, proprio perché come dice lei stessa nel suo profilo facebook: “Ho voluto chiamare ‘undercats’ la mia nuova società perché credo che sia sempre più evidente che il cambiamento di cui abbiamo bisogno non è quello dei superman, non è quello degli eroi con i mantelli che sventolano e i superpoteri. Credo che i tempi richiedano di coltivare una nuova classe di eroine ed eroi. Persone normali, senza superpoteri, persone ordinarie con dei sogni grandi. Persone che proprio grazie alla propria umanità (non nonostante) riescono a mettersi insieme per compiere imprese straordinarie”.

May è il personaggio in cui i bambini si possono riconoscere, Laura la madre che sa dialogare con la figlia. Insieme sono una famiglia che affronta la pandemia mettendo in campo lo studio, l’ascolto dei propri sentimenti, la comprensione delle difficoltà altrui e la celebrazione del Dio delle piccole cose. Il coraggio di May diventa contagioso ribaltando l’immaginario dell’infodemia che ci vorrebbe tutti inermi e terrorizzati ad influenzarci negativamente l’un l’altro. Con May ci trasformiamo in attivisti: “Anche io devo fare qualcosa”, afferma la piccola eroina, propagando e trasmettendo amore per il prossimo.

Il male in questo libro non è un nemico da distruggere, non c’è lotta ontologica, c’è ascolto. Francesca Cavallo ci dona questa carezza, un respiro profondo in una narrazione pandemica che è sempre stata avvolta da toni apocalittici e belligeranti. Con questo non voglio sminuire la portata devastante che questo virus ha portato nelle nostre vite ma i cuccioli vanno anche protetti. Questo libro è da tenere sotto il cuscino, i bambini lo vorranno leggere e rileggere, lo vorranno portare a scuola, se lo guarderanno da soli ascoltando l’eco della voce narrante dei genitori nei loro cuori.

Per un educatore come me è bellissimo far notare che il maestro di May è un maschio, ennesimo ribaltamento degli stereotipi! Lewis (omaggio di Francesca per la scomparsa quest’anno di John Lewis il più giovane dei Sei Grandi attivisti guidati dal reverendo Martin Luther King Jr.) chiederà a May e ai suoi compagni che cosa hanno imparato durante il lockdown. La piccola risponderà tre cose, che però non voglio svelarvi per non togliervi il gusto di fare un viaggio sulla nave della speranza, guidati dal coraggio, sospinti dal vento del cambiamento, alla ricerca, all’avventura.

Per salutarvi vi porgo la dedica che Francesca ha fatto a me:

Alle città educanti

E ai bambini che cambiano il mondo (come te!)

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