Il viaggio più assurdo? Quello a Mariupol con Tripadvisor
Avete provato a prenotare su TripAdvisor una camera d'albergo a Mariupol? Il risultato è paradossale e atroce. La città appare cristallizzata in un passato che non c'è più.
Avete provato a prenotare su TripAdvisor una camera d'albergo a Mariupol? Il risultato è paradossale e atroce. La città appare cristallizzata in un passato che non c'è più.
(English translation below)
È già viaggio ma è ancora prima della partenza: quel mettersi a navigare sul computer per progettare tappe e programmi di visite. Una volta decisa la destinazione, sui siti dedicati si scelgono gli alberghi e i luoghi da non perdere, ci si fa un’idea leggendo recensioni di chi ci ha preceduto, si prende qualche appunto e si comincia a farsi un’idea di dove stiamo per andare.
Un anticipo del viaggio che ne è preparazione, ma oggi anche un surrogato non per guardare a ciò che ci attende una volta arrivati, ma per guardare all’indietro, là dove non andremo, là dove una città nel frattempo devastata è rimasta cristallizzata su internet.
Accade per Mariupol, come per tante altre citta dell’Ucraina. I fusi orari della storia non sono sincronizzati, e Tripadvisor persiste nell’illustrare le attrazioni, con i “24 luoghi in ordine di preferenza dei viaggiatori”: si comincia con la Moschea del Sultano Solimano, con un voto da 5/5, e commenti del genere: “Bell’edificio e altrettanto bel giardino luogo ideale da fotografare”.
Al secondo posto, c’è la pinacoteca Arkhip Kuindzhi definita da un visitatore, Karlo, “una quieta delizia”. Altre quiete delizie di questa città di mare erano, anzi sono ancora su Tripadvisor, il parco cittadino, una sala giochi, lo zoo, il bowling, luoghi che appaiono come fantasmi al cospetto della devastazione di oggi, come il porto e il suo museo.
Lo aspettiamo con un brivido, scorrendo la lista, e lo troviamo al settimo posto: non proprio il teatro di Mariupol, ma la “Piazza e il giardino del Teatro”. Le recensioni descrivono un luogo pulito, accogliente, “perfetto per passeggiate in famiglia”. Qualcuno si lamenta che è un posto fin troppo tranquillo e lo definisce noioso. Per altri, il teatro di Mariupol soffre di un vero problema: la difficoltà di trovare parcheggio.
È una lettura surreale. A suo modo, Tripadvisor manifesta ancora la civiltà di Mariupol, la ricorda per quello che era fino a ieri, una città unica come tutte, accogliente come tante altre, vissuta intorno alla sua quotidianità.
Le liste di luoghi da visitare, di ristoranti, di negozi, costituiscono oggi altrettanti rimproveri verso la barbarie, il registro delle normalità della civiltà di cui dobbiamo ricordarci al cospetto delle macerie intervenute in poche settimane. Attraverso Tripadvisor il viaggio è ancora possibile, quantomeno è evocato per quello che dovrebbe essere.
C’è tuttavia un punto nel quale la realtà sul campo e quella virtuale ancora sospesa nei siti, vengono a contatto – e i conti non tornano. Accade quando, nella lista degli alberghi indicati, si cerca di fare una prenotazione. Per quanto il sito continui a presentare ancora gli hotel di Mariupol “come se niente fosse”, nessuna prenotazione può essere effettuata presso un albergo cittadino: ogni volta, con una dizione di involontario, crudele, sarcasmo, l’utente viene invitato a “prendere contatto direttamente con la struttura per averne la disponibilità”. Così, non andremo all’Hotel Reikartz, il migliore, tutto colorato, e nemmeno possiamo fare una prenotazione di solidarietà.
Insistendo, Tripadvisor trova comunque una soluzione, e propone, per Mariupol, sistemazioni negli alberghi più vicini dove si può prenotare: tutti almeno a sessanta chilometri di distanza da quel luogo martire, e tutti in Russia.
Nel risultato di questo algoritmo c’è qualcosa di paradossale e di atroce. In ogni caso, con molto tatto, Tripadvisor invita alla cautela: “attualmente ti sconsigliamo i viaggi in Ucraina a causa di conflitti armati e gravi rischi per la sicurezza”.
Tanto, non andremo a Mariupol, nessun turista ci andrà più per anni, e in mancanza di meglio possiamo solo progettarne un soggiorno virtualmente, sfogliando recensioni di ristornati e alberghi su internet.
Internet tiene in allenamento la nostra immaginazione, lascia scolpito ciò che è stato e dovrebbe ancora essere. Se il collezionista di opuscoli turistici per Pessoa era il viaggiatore ideale, lo può essere il navigatore su Tripadvisor. Visiteremo così Mariupol, in un esercizio della melanconia e dell’impotenza, ma anche in un atto di resistenza se non di piccola ribellione.
ENGLISH VERSION
It is already a form of journey, but it still takes place before departure: this is what happens when we surf on the web to plan our visits. It was what we do when we have decided the destination, and we go for hotels and places not to be missed. Through dedicated sites, we get an idea by reading reviews of those who preceded us, we take a few notes and start to get an idea of where we plan to go. It is the anticipation of the journey, its preparation; it is also a surrogate not just to look at what awaits us once we arrive, but to look back, where we will not go, where we cannot go anymore, where places to visit have remained on the internet as they were.
This is what happens for Mariupol, as for many other cities in Ukraine. The time zones of history are not synchronized, and Tripadvisor persists in illustrating the city attractions, with the “24 places sorted by traveller favorites”. Number one is the Sultan Suleiman Mosque, with a score of five out of five, and comments such as: “Beautiful building and equally beautiful garden an ideal place to photograph”. In the second place, the Arkhip Kuindzhi art gallery is defined by a visitor, Karlo, as “a quiet delight”. Then, the list goes on with the city park, the zoo, the bowling, all ghost place nowadays, such as the port, now totally bombed, and its museum.
The worst is, in seventh place, not really the Mariupol Theater, or more exactly, the “Square and the garden of the City Theater”. Reviews describe the place as clean and welcoming, perfect for family walks. Someone complains that it is too quiet a place and defines it as boring. For others, there is a real problem: the difficulty in finding parking.
It is a surreal reading. In its own way, Tripadvisor still presents Mariupol’s civilization, remembers it for what it was until yesterday, a welcoming city, a unique city like all others, with its lists of places to visit, restaurants, shops, places that now constitute as many reproaches towards barbarism, the register of normality typical of a civilization that we must remember in the presence of the rubble that occurred in a few weeks. Through Tripadvisor, travel is still possible, crystallized for what it should be.
However, there is a point at which reality on the ground and virtual reality are still suspended on the web, both come into contact – and they don’t match. This happens when, in the list of hotels indicated, one tries to book a real reservation. Although the site still presents Mariupol accommodation facilities in a business as usual mode, no reservations can be made at any selected city hotel: the user is invited to contact the hotel directly to know its availability.
Thus, we won’t go to the colorful Reikartz Hotel, the best in town, and not even we are allowed to proceed to a kind of solidarity booking. Yet, eventually, Tripadvisor can still provide some viable solution, offering the hotels closest to Mariupol where one can actually book and stay: they are all located at least sixty kilometers away, and all in Russia. There is something paradoxical and atrocious in the result of this algorithm.
In any case, Tripadvisor tactfully calls for caution: “It’s currently recommended to avoid all travel to Ukraine We currently advise against travel to Ukraine due to armed conflict and serious safety risks.”
In any case, we will not go to Mariupol, no tourist will go there for decades, and in the absence of anything better, we can only plan a virtual staying, leafing through reviews of restaurants and hotels on the web. Internet warms up our imagination, it leaves what has been and should still be engraved.
If the collector of tourist brochures for Pessoa was the ideal traveller, so can be also the Tripadvisor navigator. We will thus visit Mariupol, in an exercise of melancholy and helplessness, but also in an act of resistance if not of a small rebellion.