C’è un modo di stare insieme tra maschi, al quale io non sono mai stato incline. Quella specie di cameratismo, che porta a gareggiare a chi piscia più lontano, chi si rade con il coltello, chi fa la piega più azzardata in moto. Quel modo di stare in silenzio insieme, di far parte di un gruppo che si parla a gesti e non con lunghe analisi introspettive. Far parte di una tribù con i suoi codici ed i suoi riti, senza dover specificare come e perché, modalità che a me è dolorosamente sfuggita. (Foto: Angelo Cricchi).

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