Siamo chiamati sempre più a prendere coscienza del fatto che, la vita consiste in una rete di sistemi interconnessi tra loro. Così è in natura, dove il pianeta cerca continuamente di adattarsi ai cambiamenti per ritornare in equilibrio, cosi è per l’essere umano, insieme di sistemi complessi in interazione tra loro, che si adatta continuamente agli stimoli esterni con l’intento di conservare inalterato il proprio BIOS.

Nel nostro corpo un numero infinito di cellule, organizzate in sistemi, è in costante comunicazione, condivide informazioni essenziali, al fine di garantire una adeguata risposta adattativa al carico stressogeno della vita, nel tentativo continuo di mantenere il corpo in omeostasi.

Questo concetto è alla base della visione olistica e sistemica, e nell’ambito della salute, l’atto terapeutico, volto al benessere dell’individuo, non può prescindere dal fatto che l’essere umano è insieme di parti e dunque olos, né tantomeno non tener conto della stretta relazione che esiste tra questo e l’ambiente che abita.

La teoria biologica dell’olismo, diffusasi nel mondo occidentale solo nel secolo scorso, vede l’individuo non come mera somma delle parti, quanto piuttosto interrelazione tra le parti che la compongono, considerando non solo il corpo materiale, ma anche quello biofisico, emozionale, mentale e spirituale, l’insieme dei quali, costituisce l’individuo nella sua unicità e riconoscendo a ciascuno di essi uguale importanza.

Ed è con questa unicità che la persona vive nell’ambiente, entra in relazione con altri e, sulla base di queste caratteristiche, risponderà agli stimoli esterni in maniera differente, in un dinamismo adattativo che richiederà l’investimento di una certa energia metabolica. La risposta adattiva necessaria a fronteggiare le condizioni di stress quotidiano, determina uno stato di infiammazione, condizione fisiologica volta a ricondurre il corpo in equilibrio.

Quando però il sovraccarico stressogeno si protrae nel tempo, il corpo disperde questa energia metabolica, ed il perdurare della risposta infiammatoria, porta gradualmente all’insorgere di patologie croniche.

(per approfondire: Sindrome generale di adattamento)

Questa visione sistemica stravolge completamente l’idea di malattia in medicina, spostando l’attenzione dalla malattia, al malato, o meglio alla persona e, in particolar modo, alla persona in relazione al suo ambiente.

Ciò che viene tenuto in gran considerazione è la capacità di adattamento dell’individuo, la sua risposta individuale alla malattia, che dipende si, dalle sue caratteristiche, ma anche dall’ambiente che abita, dalla qualità delle relazioni che instaura con altri individui, dal cibo di cui si alimenta.

Quindi, se i segni patognomonici della malattia che la identificano in maniera univoca sono uguali per tutti, non lo sono i segni patognomonici del malato ovvero quelli che comunemente sono chiamati sintomi e che, in medicina integrata, in particolare modo in quella omeopatica, si definiscono segni della RIMreazione individuale del malatoovvero il modo individuale del malato di manifestare la malattia.

Pensiamo all’attacco di un agente patogeno e nello specifico, per rimanere nell’attualità, a quello da parte di un virus; abbiamo visto come rispetto al coronavirus, la risposta possa variare da individuo a individuo, a partire dall’assenza di sintomi, alle difficoltà respiratorie, fino ad arrivare a gravi complicazioni polmonari e circolatorie. Come mai? Il virus non è lo stesso? I segni patognomonici della malattia da covid-19 non sono gli stessi? E allora perché la risposta individuale del malato è differente? Per la medicina olistica e sistemica ciò che rende differente la manifestazione della malattia, è quello che viene definito il terreno reattivo del malato. Il terreno è l’insieme della diatesi (la predisposizione costituzionale ad ammalarsi di…) e della costituzione, dove per costituzione si intende la combinazione di caratteri morfologici, fisiologici e psichici che costituiscono l’individuo.

Sotto l’azione dello stesso agente patogeno, sia esso un virus un batterio o un fungo, non rispondiamo tutti allo stesso modo.

Esiste quindi la risposta individuale del malato alla malattianon più solo la malattia. Esiste la tua gastrite, e non solo la gastrite.

Cambia completamente il punto di vista, non più lineare come nella medicina meccanicistica, che si basa sulla eziologia (cosa ha causato la malattia, virus, batterio, etc.), ma si indaga piuttosto sullo squilibrio di comunicazione tra le parti del nostro organismo che ha impedito al corpo di mantenere o ritrovare una sua omeostasi a seguito di un insulto.

Quando il sistema non è in grado di riportarsi in equilibrio vuol dire che l’organismo ha perso la sua immunità innata, quell’immunità della quale è provvista la struttura di ogni tessuto e che permette la grande difesa da parte dell’organismo.

Nel caso in cui viene meno la grande difesa, l’agente patogeno ha via libera, attacca la matrice interstiziale, si inserisce nella cellula fino al nucleo, e lì replica se stesso. 

Quanto è determinante dunque, per prevenire l’insorgere di patologie, che il corpo si trovi in una condizione di equilibrio fisiologico, con un sistema immunitario forte, che viva in equilibrio emozionale, che si trovi a vivere in un ambiente percepito come ospitale, e si nutra con cibo adeguato? In una visione olistica, questi aspetti sono tutti determinanti.

Dal momento in cui l’individuo è visto nel suo insieme, non ha più significato definire una patologia psicosomatica, perché ogni patologia sarà necessariamente psicosomatica o somatopsichica, indipendentemente dal fatto che a favorirne l’insorgere, sia stata una condizione psichica in sofferenza, la meiopragia di un organo o entrambe le cose.

Il benessere della persona, non potrà prescindere da nessuna delle sue parti. 

Questa è la visione rivoluzionaria della medicina sistemica ed olistica, mettere al centro il malato e non la malattia, mantenendo sempre lo sguardo attento alle caratteristiche specifiche della persona, al suo modo di manifestare la malattia, e mai solamente alla malattia in se stessa.

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