Alla scoperta del lago di Vico. Natura, leggende e storia
Camminare fra vetusti faggi e fruttuosi noccioli. Il lago di Vico, la storia, le leggende, il paesaggio.
Camminare fra vetusti faggi e fruttuosi noccioli. Il lago di Vico, la storia, le leggende, il paesaggio.
Il lago di Vico, siamo nel Lazio.
Uno specchio d’acqua scura che, in una giornata di sole,
magicamente restituisce l’immagine del cielo.
C’è una leggenda che riguarda le sue origini: si dice che Ercole, il mitologico semidio dotato di forza sovrumana, volendo sfidare gli abitanti della zona, conficcò una clava nel terreno. Nessuno riuscì a estrarla: solo Ercole stesso ne fu capace con un violento strattone; questo smottamento scaturì la formazione di una sorgente che formò il lago. Si tratta di una leggenda che dà ancor più fascino a questi luoghi.
Il lago di Vico, dopo Bolsena e Bracciano, è il terzo lago del Lazio per estensione. Incastonato nella Tuscia Viterbese, ha una superficie di dodici chilometri quadrati e una profondità 45 metri.
Vanta il primato di altitudine, poiché si trova a 507 metri sul livello del mare. Questo rende piacevole la temperatura anche in estate e consente alla vegetazione di poter essere sempre verde e rigogliosa. Sul Monte Cimino che lo circonda c’è una fitta e centenaria faggeta che cresce in cinquanta ettari di territorio.
Dal 1982 la zona è una riserva naturale; questa protezione le ha consentito di rimanere intatta e pulita. Non ci sono paesi che si affacciano direttamente sul lago. Solo rive di sabbia scura, canneti e tanti faggi, querce, castagni, noccioli la cui coltivazione è tipica della zona e rappresenta una fonte economica per tutte le famiglie di agricoltori. Ci sono pochi lidi, qualche zona pic nic, rari insediamenti umani lungo la strada statale, ma i due terzi del lago sono immersi nella natura.
La zona più frequentata è la punta del Lago, dove si può fare il bagno e ristorarsi in qualche trattoria.
Il periplo del lago, tipicamente circolare e regolare, è lungo una ventina di chilometri; si può percorrere a piedi o anche in bicicletta (a tratti è presente anche una pista ciclabile). E’ adatto a essere percorso anche dai ragazzi perché non presenta difficoltà: cosa c’è di più salutare e aggregante di trascorrere il tempo nella natura, vivere l’ambiente, lontano dalla rete?
Si può iniziare il giro da qualsiasi punto, ma meglio percorrere la parte che si snoda sulla provinciale Cimina di mattina, all’inizio del cammino, data la scarsa percorrenza di auto. Ho iniziato dal parco avventura Tusciavventure, dove c’è un comodo parcheggio. Percorsi i primi chilometri sulla provinciale, s’incontra la via Cassia. Senza attraversarla si gira a sinistra e s’inizia la strada che fiancheggia il lago più da vicino.
S’incontra una chiesetta, Santa Lucia in Vico, risalente al 1500 e ristrutturata più di recente. All’esterno c’è una lapide che ricorda una tragedia avvenuta nel 1900 in cui quaranta giovani, proprio in occasione della festa di Santa Lucia, annegarono nel lago. C’è un bel fontanile del 1600 con lo stemma dei Farnese, che erano proprietari di queste terre nel Rinascimento.
Si continua a percorrere la strada fra ampie zone dedicate al pascolo; si incontrano tanti fontanili, dove gli animali possono abbeverarsi. Si arriva alla zona paludosa ai piedi del Monte Venere, la bocca del vulcano. In questa zona, detta del Cerreto, ci sono dei punti di osservazione degli uccelli. Fra i tanti presenti i più tipici sono i lanari, dei rapaci, e lo svasso maggiore.
Passata questa zona, si continua fino a incrociare di nuovo la provinciale Cimina dove ritrovo la mia auto.
Nel Rinascimento queste terre appartenevano alla famiglia nobile dei Farnese. Se si hanno ancora energie, si possono visitare i paesi dove sono conservate le loro residenze: Caprarola, con il maestoso Palazzo Farnese e i suoi bellissimi giardini, Ronciglione e San Martino al Cimino, con la sua bella chiesa che domina la collina.
In questo paesino raccomando il ristorante La pergoletta che offre formaggi e salumi locali e una meravigliosa e saporita cucina tipica: una vera prelibatezza.
1 Comment
Il posto è molto ameno, è vero. Piccolo problema: il lago non è balneabile a causa di una certa alga velenosa. Io e mia moglie andavamo spesso negli anni scorsi a fare il bagno, anche perché molto comodo venire quí da Roma nord, ma adesso…