Carlotta Ferlito: i disturbi alimentari dovuti agli abusi
Carlotta Ferlito torna a parlare dei disturbi alimentari dovuti agli abusi subiti nella carriera. Il documentario "Hangry Butterflies".
Carlotta Ferlito torna a parlare dei disturbi alimentari dovuti agli abusi subiti nella carriera. Il documentario "Hangry Butterflies".
Nella puntata del 28 Aprile di Verissimo, ospite di Silvia Toffanin c’era Carlotta Ferlito, ex ginnasta italiana. Nell’intervista, dopo aver raccontato del periodo difficile che sta affrontando per la malattia degenerativa della madre, ha parlato degli abusi, psicologici e fisici, subiti durante la sua carriera di ginnasta e dei traumi avuti in seguito. L’ex ginnasta dice di aver dovuto affrontare disturbi alimentari che l’hanno messa a dura prova. Il Ministero della Salute reputa i disturbi alimentari un importante problema di salute pubblica.
Carlotta Ferlito, classe 1995, è un’ex ginnasta italiana. Originaria di Catania, a solo 12 anni si trasferisce a Milano per diventare un’atleta di ginnastica artistica. E in questo sport i successi non si fanno attendere. La trave è l’attrezzo con cui eccelle nel 2010 ai giochi olimpici giovanili di Singapore vincendo un argento, e nel 2011 e 2012 è campionessa Italiana proprio in questa specialità. Acquista notorietà anche tramite la partecipazione alla serie MTV Ginnaste – Vite Parallele, ma non perde di vista i suoi obiettivi e l’allenamento. Partecipa ai campionati europei di Berlino e Mosca, a quelli mondiali di Tokyo e nel 2012 va alle Olimpiadi di Londra e 4 anni dopo anche a quelle di Rio de Janeiro.
Nel 2019 si ritira da qualsiasi tipo di competizione e 3 anni dopo dichiara di aver subito violenze fisiche e psicologiche durante la sua carriera. Nel 2022 infatti, durante una puntata di Le Iene, Carlotta Ferlito dichiara di aver già denunciato nel 2016 alla Federazione Italiana di Ginnastica di aver subito abusi da dei tecnici senza che fossero però attivate indagini o provvedimenti. La ginnasta ricevette al contrario una querela per diffamazione.
Nella puntata del 28 Aprile di Verissimo, condotto da Silvia Toffanin, Carlotta Ferlito è tornata a raccontare le umiliazioni e violenze subite durante la sua carriera. Ne parla come di episodi sistemici in un mondo che all’epoca funzionava così. Un percorso che vede giovani dai 12 ai 17 anni impegnati in un allenamento snervante e carico di pressione dove il contatto con il mondo esterno si perde e bisogna essere costantemente attenti al proprio corpo e peso. Un percorso che nell’esperienza di Carlotta Ferlito ha compreso abusi, sia a livello fisico ma sopratutto psicologico, in un clima di omertà e negazione. Sentirsi dire non vali niente, non vincerai mai o ricevere continuamente insulti legati al fisico come sei grassa come un maiale può rappresentare per una bambina di 13 anni, ma per chiunque, la formazione di un trauma.
Carlotta sostiene di avere un carattere forte e una famiglia con cui ha sempre condiviso tutto, e solo per questo è stata in grado di superare all’epoca quei momenti difficili senza dover abbandonare la sua carriera, ma continuando a perseguire i suoi obiettivi. Tuttavia, con grande lucidità, l’ex ginnasta sostiene che quasi ad un livello inconscio, gli abusi subiti negli anni si sono ripresentati sotto forma di traumi con cui fare i conti.
Tramite la terapia dice di aver scoperto che quei traumi si sono rivelati poi in disturbi alimentari difficili da rimuovere. Il confronto con il mondo esterno, fuori dalla palestra, è stato molto duro e carico di insicurezza. Per Carlotta è iniziato un periodo in cui non mangiava, legato a forti insicurezze identitarie.
Secondo l’ultima edizione del Manuale diagnostico e Statistico dei disturbi Mentali sotto la dicitura disturbi alimentari se ne specificano tre che qui brevemente e in maniera :
Carlotta Ferlito sostiene di essere riuscita ad uscire da una situazione difficile in cui non mangiava più grazie alla terapia, rendendosi conto che per stare bene bisogna avere fiducia in se stessi e autostima. Un aspetto fondamentale sottolineato anche dal cosiddetto pre-trattamento in ambito DNA. Tuttavia questi disturbi se non trattati in tempo possono compromettere la salute di organi e apparati del corpo fino a portare alla morte. Basti pensare che il tasso di mortalità legato all’anoressia nervosa è 5 – 10 volte maggiore rispetto a quello di soggetti sani della stessa età e sesso.
Il Ministero della Salute italiano ritiene che l’abbassamento dell’età di insorgenza avvenuto negli ultimi decenni, che ha portato a diagnosi frequenti in età preadolescenziale e nell’infanzia, renda questi disturbi un vero e importante problema di salute pubblica. Per approfondire si consiglia la lettura del Focus sui Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione nei giovani fino a 25 anni nel triennio 2019 – 2021 pubblicato dal Ministero della Salute il 18 Marzo 2024 e la visione del documentario Hangry Butterflies – #larinascitadellefarfalle di Maruska Albertazzi che racconta la nascita di una rete di persone che lotta per combattere i disturbi del comportamento alimentare.
1 Comment
Giustissima l’attenzione sul tema, anche aggravato dagli anni pandemici. Non escluderei fattori predisponenti (senza nulla togliere alle responsabilità). Tema arduo. Ottenere performance al top, in molti sport, confina con la credulta’