Nell’approccio olistico alla salute, parlare di psicosomatica, è scontato. In una visione d’insieme del sistema mente-psiche e soma-corpo, considerare l’intima relazione esistente tra i due sistemi è indispensabile se si vuole avviare così un processo di guarigione, volto al ripristino di quell’equilibrio omeostatico (W.B.Cannon) dell’individuo.

Il concetto di psicosomatica è nato con il medico e psicanalista tedesco allievo di Freud, Georg Walter Groddeck ( 1866-1934), che fu il primo ad indagare circa il legame tra le diverse funzioni del nostro organismo, in particolare la relazione tra psiche e soma, anche se, che la mente è sana in un corpo sano, lo diceva già Giovenale nel I sec. d.C. e così come sappiamo, del resto, che questo principio coniuga tutte le antiche tradizioni mediche da oriente a occidente. 

A Groddeck va il merito però, di essere stato il primo all’epoca a prendere seriamente in considerazione la stretta connessione tra disturbo fisico e possibile causa psichica. L’indagine di Groddeck, ha posto le basi, di quella ricerca che negli anni è andata ad approfondire ulteriormente il fitto sistema di interrelazioni esistente tra corpo e psiche, per approdare, oggi, alla visione olistica della medicina sistemica ed integrata, ed al concetto di Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (PNEI), ed a quello ancora più evoluto di  Psico-Neuro-Endocrino-Immuno-Microbiomica (PNEIM) dove lo stato di benessere della persona è la risultante dell’equilibrio tra i vari sistemi, in interazione tra loro, che costituiscono l’individuo.

Dopo aver guardato per anni all’essere umano come un corpo senza testa, privo di emozioni, considerandolo solo sul piano organico e, come fosse entità isolata dai suoi simili e dal contesto storico, sociale ed economico, la scienza medica sta finalmente ri-tornando a considerare tutti questi aspetti finora trascurati, come elementi imprescindibili. Del resto, mai come in questo momento, nel pieno di una pandemia, che ha raso al suolo ogni certezza, siamo consapevoli di come, le condizioni storiche e sociali nelle uali siamo immersi, sono in grado di condizionare il nostro equilibrio psichico fisico, nonché le nostre emozioni, e l’impatto che tutto questo ha sul nostro stato di salute. L’idea che lo stato mentale ed emotivo della persona, influenzi significativamente le sua condizione fisica, è ormai pensiero condiviso, non corriamo più il rischio di essere guardati di sbieco, se affermiamo che il sentimento di paura, condiziona profondamente la nostra risposta immunitaria o che, la schiena è dolorante, perché stiamo affrontando un momento della nostra vita, molto impegnativo sul piano psichico, al punto da essere accettata l’idea poco ortodossa della Metamedicina, disciplina fondato dalla biologa canadese Claudia Rainville, secondo la quale ogni sintomo della malattia è un messaggio del nostro inconscio, legato a sentimenti ed emozioni.

Del resto Groddeck aveva già intuito il valore simbolico dei sintomo fisico. Come descritto nel suo libro Il linguaggio dell’Es, nell’individuo come unica entità psicosomatica, l’inconscio, da lui definito appunto Es (termine adottato successivamente da Freud) oltre che attraverso il sogno, trova modo di esprimersi in altri modi, come gesti, espressioni del volto, postura, finanche al modo in cui batte il cuore. E così anche il sintomo, diventa simbolo, messaggio del nostro essere più intimo, che va decodificato e portato sul piano cosciente se si vuole guarire. Secondo Groddeck sulla base di strette corrispondenze analogico-simboliche tra parti del corpo e funzioni psichiche, esistono tre aree del corpo che rappresentano i tre regni dell’anima, definiti anche i tre livelli del soma che sono:

  • TESTA –– regno dell’intelletto, del Super Ego.
  • TORACE –– dal giugulo al diaframma, regno del sentimento e dell’Affettività.
  • ADDOME/PELVI –– parte viscerale e genitale, regno dell’istinto e dell’Animalità.

Il COLLO, non compreso in queste zone, è comunque elemento di grande valenza simbolica, in quanto rappresenta il ponte tra energia e materia, ovvero la zona di confine e di passaggio, tra la regione dell’intelletto (Testa) e quella dell’affettività e dell’istinto (Corpo).

A partire da questo schema, così come afferma anche la Rainville nel suo testo Metamedicina 2.0 – Ogni sintomo è un messaggio, e sempre sulla base delle analogie simboliche, le manifestazioni patologiche che posso cogliere tali distretti, saranno messaggere di stati emotivi e psichici che parlano di conflitti da portare alla luce al fine di essere risolti, insieme al disturbo somatico.

Procedendo per ordine, partiamo dalla testa che come luogo del pensiero razionale e dell’intelletto, predilige il pensiero all’azione, considera il corpo, alle volte in modo erroneo, veicolo e schiavo delle decisioni della mente.
La testa tende a negare l’istinto, dominare le passioni e raffreddare il fuoco dell’eros e del sentimento.

Il collo, contiene organi e vasi sanguigni molto importanti e come detto, rappresenta il punto di passaggio delle idee, ci parla della capacità di guardare i diversi aspetti delle situazioni (girare la testa), o della capacità di riflettere sulle proprie motivazioni e azioni con umiltà (piegare /inclinare la testa). Il torcicollo, parlerà di difficoltà inerenti proprio questi due aspetti.
Inoltre le problematiche che affliggono questa zona, sono inerenti, per analogia, il timore della persona di perdere il controllo (lasciarsi andare alle emozioni). 

Le patologie del collo in senso generale riguardano/esprimono, una distanza simbolica tra la mente intellettuale e corpo fisico, tra ragione e sentimento, tra logica ed istinto. 

Non è un caso, che nel collo, la vertebra C1 (vertebra cranica) prenda il nome di Atlante a ricordare il mito del dio omonimo, figlio di Poseidone, che si unì nella ribellione dei Titani contro il Padre degli Dei, Zeus, e che per questo, da Zeus venne punito a sostenere sulle sue spalle l’intera volta celeste, ovvero il peso del mondo intero. Il mito ci riporta all’archetipo della coerenza, del martirio di sé per una funzione più elevata, come farsi carico di una situazione, della quale non si è direttamente responsabili. 

Il peso del mondo significa, che le spalle sono la parte del corpo che simbolicamente sorregge le responsabilità. Spalle contratte con tensione dei muscoli interessati, possono dunque parlarci, di responsabilità che il nostro inconscio ritiene troppo pesanti da sopportare.

Altre interessanti corrispondenze analogiche, riguardano le scapole, simbolo del volo, della libertà, memoria delle ali, spiegate. Rappresentano la capacità di occuparci degli altri come angeli custodi, ma anche la volontà di essere uomini liberi, di spezzare gli schemi, le consuetudini, i luoghi comuni, i dogmi ed i perbenismi.

Così il dolore tra le scapole, rimanda al sovraccarico di lavoro che ci si impone per essere accettati, amati e riconosciuti, ma anche per eliminare il senso di colpa nel caso in cui ci si senta come chi possiede più degli altri.

Può parlare anche della difficoltà di gioire della vita, imponendosi impegno e dedizione al lavoro, anziché concedersi svago e relax.

Il torace o gabbia toracica, ha il compito primario di proteggere gli organi nobili, si fa protettore anche dell’affettività e del sentimento.

Un torace che si espande in maniera adeguata esprime una personalità espansiva.

Un torace che è bloccato esprime una personalità implosabloccata nel manifestare affetti e sentimenti, esprime il controllo delle emozioni ed il dominio dell’istinto.

La colonna vertebrale meriterebbe un lungo discorso a sé, vertebra per vertebra.

A carattere generale, quello che va senz’altro detto è che ognuno dei tre segmenti, cervicale, dorsale e lombare, ed i relativi disturbi che possono interessarli, esprime problematiche differenti.

Nel tratto cervicale, nell’intervallo compreso tra le vertebre C1 – C7, sintomi quali cefalea muscolo-tensiva, emicrania e cefalea a grappolo, sul piano psichico indicano un disagio psicologico, e sul piano emotivo esprimono la difficoltà a mettere in relazione emozione e razionalità.

dolori cervicali posso riguardare la persona che soffre di un eccessivo bisogno di controllare le proprie emozioni, dominato da un forte senso di responsabilità, con la tendenza a farsi carico delle problematiche altrui, fino ad arrivare alla svalutazione di sé, di fronte alle avversità e a manifestare una certa difficoltà nel prendere decisioni per paura di fare la scelta sbagliata. (Claudia Ranville Metamedicina 2.0 Ogni sintomo è un messaggio ed. Amrita)

Le problematiche che interessano il tratto dorsale nell’intervallo D1 – D12, riguardano la persona che tende ad assumere posture chiuse e “difensive” in cui spingere in avanti le spalle e contrare la cassa toracica concorro a limitare i movimenti respiratori.

Le emozioni correlate posso essere rabbia, frustrazione, tristezza, confusione, ansia e preoccupazione.

Nel tratto lombare le lombalgie a carico del tratto L1- L5 affliggono in genere chi non tiene in debito conto i propri limiti, esagerando o abusando delle proprie forze e risorse, adottando atteggiamenti di eccessivo sacrificio o eccessiva sottomissione.

Quando la lombalgia sfocia in una discopatia, questo parla spesso di un ostinato atteggiamento di sopportazione di situazioni che normalmente non sarebbero tollerabili e le emozioni associate, sono il senso di colpa e l’insicurezza.

Infine l’osso sacro – coccige, unitamente alle ossa del bacino (ossa iliache) che proteggono gli organi riproduttori della vita, sono il centro sacrale, il luogo dell’energia più forte del nostro corpo.

I problemi che riguardano questa zona, possono essere legati ad una svalutazione sul piano sessuale.

In particolare la vertebra sacrale S1 simboleggia la sacralità della vita, il rapporto con il sacro ma anche con la funzione sessuale e riproduttiva e l’emozione a questa associata, può esprimere un blocco sessuale ma anche senso di instabilità.

Alla luce di quanto detto, possiamo concludere affermando che il nostro corpo, dà voce alla nostra vita psichica, esprime e grida, ciò che per pudore, l’Io tace. Il raggiungimento di un autentico stato di salute passa inevitabilmente attraverso l’ascolto di noi stessi, del nostro corpo, il quale a differenza della mente, non mente mai. 

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