Mancano poco più di due settimane alle elezioni americane che eleggeranno il nuovo, o la nuova, Presidente degli Stati Uniti. Molto si è detto sui possibili risultati delle votazioni e molte sono state le previsioni sul numero dei votanti e degli astenut*.

Tuttavia, un recente studio pare poter dare una risposta definitiva. Condotto da un team di neuroscienziat* e psicolog* dell’Università della Pennsylvania, ha svelato un’affascinante scoperta: le scimmie rhesus potrebbero essere in grado di prevedere gli esiti delle elezioni politiche negli Stati Uniti basandosi esclusivamente sull’osservazione dei tratti somatici facciali dei candidat*. 

Risultati elezioni, lo studio sulle scimmie

L’idea alla base di questo studio è che ci siano alcuni fattori evolutivi che accomunano le scimmie rhesus alla nostra specie, homo sapiens, i quali rivelano che la nostra tendenza a preferire determinati tratti fisici è profondamente radicata nella nostra biologia evolutiva. Anche se la ricerca di per sé non suggerisca di utilizzare le scimmie per prevedere le elezioni future, solleva comunque dubbi e domande su quanto i tratti fisici possano inconsciamente influenzare le nostre scelte politiche.

Già in precedenti ricerche era stato dimostrato che gli esseri umani tendono a crearsi rapidamente delle opinioni sulle altre persone basandosi in particolare sui tratti somatici facciali. Ispirati da questo, i ricercator* hanno condotto un esperimento sulle scimmie rhesus, in quanto notoriamente conosciute per essere molto sensibili alle gerarchie sociali e alla dominanza all’interno dei loro gruppi.

L’esperimento

L’esperimento consisteva nel mostrare ad un gruppo di tre scimmie alcune immagini di candidati* politic* coinvolt* nelle elezioni statunitensi, inclusi i vincitor* e i perdenti di diverse competizioni senatoriali e governative. Le scimmie erano libere di osservare le immagini per un breve lasso di tempo, mentre il loro sguardo veniva monitorato per rilevare su quale candidat* si concentravano di più. Sorprendentemente, le scimmie guardavano più a lungo i candidat* perdenti che i vincitor*.

I cerchi colorati indicano le zone attenzionate dalle scimmie, mentre la loro grandezza è legata al tempo di osservazione: maggiore è l’ampiezza maggiore è il tempo.

Questo bias visivo si è rivelato particolarmente accurato nel predire anche la percentuale di voti che ciascun candidat* avrebbe ricevuto. Inoltre, è emerso un altro fattore chiave: i candidat* con tratti facciali più mascolini avevano maggiori probabilità di vincere, e lo sguardo delle scimmie evitava frequentemente questi volti dominanti.

L’evoluzione della specie: non è poi
cambiato così tanto

Secondo lo studio, questi risultati suggeriscono che l’attrazione verso determinati tratti fisici potrebbe essere un adattamento evolutivo condiviso da umani e scimmie. In particolare, in un contesto politico come quello di cui stiamo parlando, la mascolinità del volto potrebbe essere percepita come un segnale di potere e leadership, qualità ritenute desiderabili nei leader.

Le scimmie, pur non avendo alcuna conoscenza politica, mostravano quindi una reazione istintiva a questi segnali visivi, indicando che tratti del volto più accentuati sono inconsciamente associati al successo. L’idea è che anche gli esseri umani, inconsciamente, siano guidati da simili meccanismi quando prendono decisioni elettorali, privilegiando inconsapevolmente candidat* che esibiscono tratti fisici legati al dominio.

Inevitabilmente, questo studio solleva delle domande su quanto l’apparenza fisica sia in grado di plasmare le nostre scelte politiche. Se le scimmie, basandosi solo su tratti facciali, possono prevedere l’esito di un’elezione, fino a che punto le persone sono davvero razionali nelle loro decisioni di voto?

A questo proposito, i ricercator* sottolineano l’importanza di sviluppare una maggiore consapevolezza nel voto e di ridurre l’influenza di questi bias: comprendere come tali fattori agiscano nell’esito delle elezioni potrebbe fornire strumenti per rendere il processo democratico più equo e basato su considerazioni razionali piuttosto che su mere impressioni visive.

Insomma, con un esperimento inedito, le scimmie rhesus potrebbero aver già rivelato il vincitore o la vincitrice delle imminenti elezioni presidenziali. Ma sarà davvero così semplice? 

Secondo le previsioni di questi primati, i candidati o le candidate con tratti somatici più mascolini hanno maggiori probabilità di vittoria. Eppure, Kamala Harris presenta tratti femminili ed è comunque sostenuta da un numero elevato di elettori e di elettrici. Cosa implica tutto ciò?

Se le scimmie hanno ragione, la vittoria sarà di Donald Trump. Ma possiamo davvero fare affidamento su questa previsione?

Non ci resta che attendere. Tra qualche giorno avremo la risposta.

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