L’universo musicale è un insieme di suoni che riesce a catturare e trasmettere emozioni, sensazioni ed esperienze. Gli animali occupano un posto centrale in questo universo musicale, per diversi motivi.

Da un lato, c’è l’idea della musica come specchio di una qualche armonia della natura, ma gli animali contribuiscono a questa celebrazione dell’equilibrio e della bellezza in modo ambiguo. Sebbene la natura non umana sia stata spesso fonte di ispirazione per la musica, la vita animale non è affatto idilliaca. Al contrario, la vita degli animali è caratterizzata dal conflitto, dalla lotta per la sopravvivenza e dalla violenza. E così è del nostro rapporto con la vita non-umana.

L’uso degli animali in musica:
simbolico, utilitaristico o crudele

Gli animali sono stati sempre presenti nella cultura umana, come elementi simbolici di una realtà che l’uomo cerca di comprendere. Miti, leggende e arti visive testimoniano abbondantemente di questo rapporto simbolico. In musica, gli animali sono stati spesso utilizzati per esprimere emozioni o intuizioni di realtà profonde. Ad esempio, il canto degli uccelli può rappresentare la libertà, il lamento di un lupo la solitudine, il ruggito di un leone la forza.

L’uso degli animali in musica non è però limitato solo al loro simbolismo: spesso la musica si avvale dei suoni prodotti dagli animali, inserendoli in brani musicali di diverso genere. Esempi di questo tipo di musica non mancano: pensiamo alla celebre canzone dei Beatles, Blackbird, dove il canto registrato di un merlo accompagna il delicato finger-picking di McCartney, o alle opere del compositore contemporaneo Messiaen in cui vengono trascritte successioni melodiche direttamente ispirate al canto di diversi uccelli.  

Anche fuori dal contesto europeo gli animali hanno una presenza costante: la musica di diversi popoli africani, dei masai o dei popoli dell’Amazzonia utilizza i suoni degli animali come parte integrante della loro musica.

È importante ribadire che, se da una parte gli animali rappresentano un’ispirazione fondamentale per la musica, dall’altra purtroppo sono spesso vittime di sfruttamento e crudeltà. In alcune culture, ad esempio, gli animali vengono uccisi per ottenere parti del loro corpo utilizzate per creare strumenti musicali.

Questo fenomeno solleva importanti questioni etiche riguardo alla giustificazione morale di uccidere degli animali per scopi musicali. È importante che i musicisti e gli appassionati di musica siano consapevoli di queste problematiche e facciano scelte consapevoli quando si tratta di acquistare strumenti musicali.

Fortunatamente, esistono alternative sostenibili come strumenti musicali realizzati con materiali sintetici o con legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile. Ma è chiaro che se non risolveremo i conflitti sociali ed economici che stanno portando il mondo alla devastazione rischiamo di sprofondare il mondo in un lugubre silenzio.

In questo senso, la musica che si ispira agli animali non può limitarsi a celebrare l’armonia tra gli animali o tra gli animali e l’uomo, ma deve essere in grado di esprimere la complessità della relazione tra le diverse forme di vita.

Per questo, osservava Theodor Ludwig Adorno, solo una musica che esprime il conflitto e la contraddizione può essere autenticamente critica e in grado di agire sul mondo, invece di fare da sottofondo allo sfruttamento e all’oppressione, come le musiche che i nazisti usavano per coprire le urla delle proprie vittime.

Esplorare conflitti e tensioni attraverso
le sonorità

La musica che si ispira agli animali può rappresentare un’opportunità per esplorare i conflitti e le tensioni che sottendono le nostre relazioni infra ed extraspecifiche, per cercare di comprendere le diverse forme di vita e per sensibilizzare il pubblico su questioni importanti come l’etica animale e l’impatto dell’umanità sull’ambiente naturale.

Per approfondire il tema degli animali nella musica, consiglio di ascoltare The Carnival of the Animals, un’opera classica che utilizza gli animali come fonte di ispirazione per creare una serie di brani musicali. Si tratta di una suite musicale di quattordici movimenti del compositore romantico francese Camille Saint-Saëns.

E, per un’esperienza visiva coinvolgente, vi consiglio il documentario The Elephant Queen diretto da Victoria Stone e Mark Deeble, che segue la vita di un gruppo di elefanti in Africa attraverso la musica di Alex Heffes.

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