Non tutti sanno che proprio Cuba è all’avanguardia nella produzione di farmaci e vaccini. In un mio precedente articolo abbiamo visto alcuni luoghi dell’eccellenza sanitaria cubana. Ricordiamo l’Istituto di Biotecnologia e Genetica (CIGB), il cui alto livello qualitativo è universalmente riconosciuto, tanto che sono in essere collaborazioni con l’Istituto Mario Negri e con l’ENEA sulla produzione di biofarmaci per la cura delle malattie rare, non da meno gli studi legati alla produzione di proteine di valore farmaceutico o industriale da piante. 

Cuba e la produzione di vaccini

Più di 15 vaccini e più di 40 composti terapeutici vengono prodotti a Cuba ed esportati in più di 40 nazioni, con un notevole ritorno economico che costituisce un solido pilastro dell’economia nazionale. Citiamo vaccini contro il cancro, l’influenza o l’epatite-B, nonché le iniezioni di vaccino pentavalente o di streptochinasi ricombinante. Ma il massimo il CIGB lo ha ottenuto con la creazione dell’Heberprot-P che può considerarsi il prodotto leader della scienza cubana per il suo volume di vendita. È questo uno dei farmaci cubani più importanti e l’unico sul pianeta in grado di guarire le ulcere del piede diabetico. Heberprot-P è stato messo a punto in collaborazione con l’Istituto di Angiologia e Chirurgia Vascolare della Habana.

L’emergenza Covid 19

Ma veniamo al momento attuale: l’emergenza covid 19. Innanzi tutto Cuba ha pensato bene di non aderire al Covax, il meccanismo sostenuto dalle Nazioni Unite per distribuire le dosi di Covid-19 in modo equo in tutto il mondo. Il partito comunista cubano ha ponderato che non era opportuno dipendere dalle Bigfarma dei paesi capitalistici che pensano prevalentemente al loro profitto e che altrettanto non c’era da fidarsi dell’equa distribuzione contemplata dal Covax.

Non è un caso infatti che molti Stati occidentali da un lato hanno aderito al Covax, ma allo stesso tempo hanno fatto degli accordi bilaterali direttamente con le grandi case farmaceutiche.

Molte associazioni, tra cui Medici Senza Frontiere, hanno denunciato le potenziali ineguaglianze nell’accesso ai vaccini. Il Duke Global Health Innovation Centre di Londra è stato il primo, mesi fa, a fare un’analisi completa che quantificava le dosi di vaccino acquistate dai diversi Paesi. L’ingiustizia geopolitica dei vaccini è evidente ed è sotto gli occhi di tutti: i ragazzi americani si stanno vaccinando prima degli anziani e degli infermieri delle nazioni in via di sviluppo. Se ci sono fasce di popolazione a rischio esse dovrebbero essere vaccinate nello stesso arco temporale in tutto il pianeta.

Il dottor Vicente Vérez, direttore del Finlay Institute ha dichiarato:

“Avevamo previsto che quando i vaccini fossero stati pronti in altre parti del mondo, ci sarebbe voluto molto tempo prima che raggiungessero paesi come il nostro. Volevamo fare affidamento esclusivamente sulle nostre capacità di vaccinare la nostra popolazione, non sulle decisioni di altre persone. E i fatti ci stanno dando ragione. Quello che stiamo vedendo in tutto il mondo è che le scorte di vaccini vengono accumulate dai paesi ricchi. Per avere la nostra sovranità abbiamo bisogno di vaccini prodotti nei nostri laboratori”.

Non è un caso che tre dei cinque vaccini in sperimentazione a Cuba si chiamino Soberana, che significa sovrano in spagnolo.

Ebbene abbiamo il Soberana 1, il Soberana 2 e il Soberana plus, tutti e tre prodotti e sperimentati dal Finlay Institute in cui lavora tra gli altri uno ricercatore italiano Fabrizio Chiodo, del Cnr di Pozzuoli (NA).

Gli altri due sono stati prodotti dall’Istituto di Biotecnologia e Genetica (CIGB), di cui abbiamo a lungo parlato. Anche questi battezzati con nomi molto importanti per l’ideologia cubana:

Abdala che è il titolo di una poesia di José Martí, eroe nazionale cubano;

Mambisa nome dei guerriglieri che combatterono nella guerra dei dieci anni e nella guerra d’indipendenza cubana contro i colonialisti spagnoli nel XIX secolo.

La concentrazione delle risorse e delle menti sulla sperimentazione di questi cinque vaccini ha fatto sì che tutti gli altri progetti, come la sperimentazione clinica con un vaccino contro lo pneumococco e un vaccino molto innovativo contro la pertosse venissero per il momento accantonati. Le poche risorse economiche sono state deviate dagli altri progetti a quello dei vaccini per il covid 19 senza sottrarre nemmeno un centesimo al denaro utilizzato per altri scopi, come per produrre medicinali o acquistare cibo. È stato un grande sforzo individuale da parte di ciascuna delle istituzioni coinvolte. 

Cuba sta lavorando con vaccini a subunità (un tipo di approccio diverso) che sono molto sicuri e possono essere utilizzati a temperatura ambiente, condizione essenziale in nazioni in cui sarebbe impossibile somministrare vaccini sviluppati su piattaforma mRNA, che devono essere conservati a -80 gradi centigradi. Sono vaccini, inoltre, che permetteranno di essere combinati con altri immunogeni, cubani o di altra provenienza, il che costituisce un ulteriore vantaggio. Non da meno è la possibilità di una personalizzazione del vaccino in base a segmenti specifici di popolazione.

Soberana-2 è senza dubbio quello più avanti nella sperimentazione essendo entrato in fase 3 su esseri umani già da marzo. Attualmente ha tre gruppi in controllo: uno con placebo, un altro con due dosi, che è già terminato, e un gruppo che dovrebbe ricevere la terza dose, che sta per terminare. Sempre per il Soberana 2 è prevista, in parallelo per l’Iran, una ulteriore sperimentazione di fase 3, nell’ambito di una partnership tra il Finlay Institute e l’Istituto Pasteur dell’Iran.

Per realizzare Soberana-2, gli scienziati del Finlay hanno accoppiato frammenti della proteina spike del coronavirus a una forma disattivata di tossina tetanica, un potente antigene che può aumentare la produzione di cellule immunitarie e anticorpi.

Soberana-1 ha completato i suoi studi clinici di fase 1 ed ha iniziato i suoi studi di fase 2/3.

Soberana Plus ha concluso la sua fase 1 nei convalescenti della capitale cubana ed è stato anche testato come terza dose o dose di potenziamento nello studio di fase 1 e fase 2 di Soverana-2 e di fase 1 di Soverana-1

Abdala e Mambisa, che è uno spray nasale, sono negli studi di fase 1 e 2 già dalla fine del 2020.

Nel caso di Abdala si è conclusa la fase di somministrazione delle tre dosi ed è ormai passata la fase di valutazione. I risultati richiedono un processo di verifica e saranno forniti nelle prossime settimane, tra la fine di maggio o forse più tardi, tra giugno e luglio.

Per quel che riguarda gli schemi di somministrazione a tre dosi se ne stanno valutando due sia con Abdala che con Soberano-2: 0-28-56 giorni e uno più breve, di 0-14-28. 

Eticamente, è troppo tardi per lanciare nuovi studi sul placebo a Cuba perché i casi di COVID-19 sono in aumento. Quindi, per testare Soberana 01 (un vaccino non coniugato contenente coppie di frammenti di proteine ​​spike, nonché componenti dai gusci esterni dei batteri meningococcici per aumentare la risposta immunitaria) si sta progettando un protocollo per confrontarlo con Soberana 02, invece di usare un placebo. 

È stata effettuata anche una prova con 450 individui convalescenti, che si sono ripresi da COVID-19 o erano asintomatici, in cui si sta testando Soberana Plus, una dose di richiamo che contiene frammenti di proteine ​​spike. Questo vaccino è progettato per stimolare nuovamente l’immunità iniziale che le persone hanno avuto da una precedente infezione.

Ma quale è la situazione
di diffusione virale sull’isola?

Nel 2020 Cuba ha riportato 12.225 casi confermati e 146 decessi, casi e tassi di mortalità tra i più bassi dell’emisfero nord. Ma a novembre quando i voli commerciali sono finalmente ripresi, dopo sette lunghi mesi, per alcune settimane il governo non ha richiesto ai visitatori di fare i test PCR prima di salire a bordo degli aerei. L’effetto è stato letale: migliaia di cubano-americani sono venuti dai punti caldi di Covid, come la Florida, per abbracciare, baciare e ballare con le loro famiglie durante il periodo natalizio, portando a un aumento dei casi.

Solo a gennaio sono stati segnalati più casi che in tutto il 2020 e l’isola ha contato in media 1.000 casi confermati al giorno.

Sul versante delle cure il Ministero della Salute Pubblica cubano (MINSAP) ha stilato un protocollo per garantire la copertura farmacologica ai malati di Covid. Diversi prodotti in fase di sviluppo sono stati rapidamente riposizionati per l’uso in COVID-19. Prodotti biofarmaceutici come Nasalferon, Biomodulin T e Hebertrans sono stati utilizzati per prevenire l’infezione da virus SARS-CoV-2 nei gruppi a rischio; Heberon e Heberferon sono stati somministrati come trattamenti antivirali, mentre Jusvinza e Itolizumab sono stati usati per fermare la reazione iper-infiammatoria. I prodotti biotecnologici hanno contribuito alla riduzione dei pazienti gravi e critici (<7%) e alla riduzione della mortalità (0,8 / 100.000) per questa malattia, circa 10 volte inferiore al tasso globale. Il portafoglio del progetto ha incluso altri prodotti biologici antivirali e immuno-modulatori, set di reagenti diagnostici, prodotti naturali e apparecchiature mediche.

Per concludere è veramente paradossale che un modello, per raggiungere l’autonomia nella produzione vaccinale, ci venga proposto non da una grande superpotenza, ma dalla piccola isola comunista di Cuba, come sottolineato da Gino Strada:

“Cuba produce l’unico vaccino anticovid pubblico, ovvero finanziato, sviluppato e prodotto interamente dallo stato, diventando l’unica nazione autonoma da questo punto di vista in tutto il mondo. Inoltre si prepara a distribuire entro sei mesi cento milioni di dosi ai paesi che non hanno le risorse per procurarselo, avviando la più colossale campagna di solidarietà internazionale della storia dell’umanità. Bizzarro che proprio un ‘paese comunista’, con tutti i limiti e le contraddizioni da superare, sia lo stato più evoluto del mondo.”

Vacunación masiva en Cuba: en junio el 22,6 %, en julio el 33,5 % y en agosto el 70 % de la población

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