Siamo abituati a considerare i batteri ed i virus come delle entità esterne a noi, dei nemici da combattere. Ebbene senza la loro presenza la vita sulla terra non potrebbe esistere. L’evoluzione del genere umano è dovuta in gran parte a questi nostri alleati che ci trasmettono informazioni. Soprattutto i virus che si comportano come dei trasduttori di informazioni verso il nostro DNA ed RNA.

Il problema è mantenere un giusto equilibrio delle popolazioni batteriche e virali che albergano il nostro corpo. Essi infatti condizionano le nostre difese immunitarie e inviano messaggi al cervello che influenzano le nostre abitudini alimentari ed emozionali.

Nel nostro organismo ospitiamo trilioni (miliardi di miliardi) di microrganismi associati a specifici tessuti, definiti come Microbiota. Questa ricca comunità microbica, costituita per la maggior parte da batteri, si è coevoluta in un rapporto simbiotico con l’uomo, tanto da dover essere poi essenziale per molte funzioni fisiologiche, controllandone in definitiva molti aspetti (Backhed et al.2005). 

Fino a qualche anno fa il termine Microbiota era assolutamente misconosciuto, sostituendolo sostanzialmente con la più romantica denominazione di flora intestinale, termine che evocava l’appartenenza al mondo vegetale! 

Con tale espressione in effetti, oggi si indica l’ecosistema più concentrato, attualmente noto, rappresentato da un complesso di microrganismi che comprende un numero impressionante di batteri, virus, miceti, protozoi, localizzato soprattutto a livello del tratto gastrointestinale, ma tuttavia presente, ovviamente con diversità nella composizione e funzione, in altre parti del corpo, come la pelle, la mucosa della vagina, il tratto respiratorio, quello genito-urinario, e diversi altri organi, ciascuno con il proprio habitat, diversificandosi e, al contempo, nella stessa persona. 

In sostanza il Microbiota è specifico per ogni distretto del corpo umano, e con questo interagisce.

Per avere un’idea della quantità dei microrganismi presenti nel nostro corpo, si pensi al numero di cellule che formano il nostro organismo: circa dieci miliardi, e per ogni cellula si contano 10 batteri, cioè cento miliardi di batteri; a sua volta, ogni batterio ospita dieci virus, portando il conto a milioni di miliardi di virus. A conti fatti, il 90% del nostro corpo è costituito dal Microbiota! Si calcola infine che nell’intestino ci siano 100 trilioni di microbi compresi in oltre 800 gruppi microbici diversi. In questa comunità tutti i costituenti vivono in simbiosi tra loro e con le cellule umane; l’intero insieme compie il destino di ogni essere vivente, gestendo anche la riproduzione, ed in definitiva la vita. 

Le tante funzioni attribuite al Microbiota lo fanno definire, a ragione, un vero e proprio organo che pesa circa 1000 / 1500 grammi, che vive nelle barriere dell’intestino con una estensione di circa 400 mq (quanto due campi da tennis!), che ha funzioni di digestione del cibo, di metabolizzazione dei farmaci, di protezione verso i patogeni, grazie ad una barriera naturale, di sintesi di costituenti essenziali, come ormoni, vitamine, di attivazione e controllo del sistema immunitario, e di tanti altri ruoli, anche inimmaginabili un tempo, se si considera che circa l’80% delle nostre malattie è dovuto proprio alle sue alterazioni. 

La recente ondata di ricerche ci fa considerare che dobbiamo al Microbiota, quando risultasse sano, la maggior parte della nostra salute e, di conseguenza, quando alterato, la causa delle nostre malattie; ed è proprio la disbiosi, contrapposta alla eubiosi, responsabile di numerose condizioni patologiche. 

I così detti scienziati, anche in questa recente pandemia, non hanno mai evidenziato l’importanza del sistema immunitario, come reale difesa da virus esterni. Coloro che hanno subito le fasi più distruttive del Covid 19 erano immunodepressi, in sovrappeso con sindrome metabolica, consumatori abituali di farmaci per l’ipertensione e non solo, tutti fattori che portano un consistente squilibrio del sistema immunitario.

Da qui l’importanza della medicina preventiva, che non vuol dire intervenire precocemente, ma far sì che una malattia non si manifesti nel corpo.

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