Prendersi cura del proprio aspetto e modificare viso e corpo per sentirsi a proprio agio. Chirurgia plastica e medicina estetica sono fra noi da decenni, ma oggi sono al centro di nuove tendenze che si legano profondamente ai discorsi su identità del corpo, body positivity, valorizzazione delle diversità e superamento degli stereotipi. Concetti che rientrano sempre di più nel dibattito collettivo e sono particolarmente sentiti dalle giovani generazioni, quelle dei Millennials e dei GenZ-ers che hanno vissuto tutta o gran parte della loro vita rapportandosi con i social network basati su contenuti visuali, e che comunicano prima di tutto con il proprio corpo.

Si può dire che oggi che gli interventi di chirurgia plastica e, in misura ancora maggiore, i trattamenti di medicina estetica, stiano vivendo una fase di normalizzazione, entrando nella routine delle persone: non solo le celebrità ma le persone “normali”, con occupazioni “normali” e desideri “normali”, come quello di piacersi e non di stravolgersi.

«Naturalezza è la parola chiave che sta caratterizzando il mondo della chirurgia e medicina estetica negli ultimi anni» conferma la dottoressa Giulia Lo Russo, chirurgo estetico di Firenze. «Naturalezza prima di tutto dei risultati che si ricercano: non più “labbra a canotto”, zigomi gonfiati o importanti aumenti di taglia del seno, ma miglioramenti discreti, ottenuti agendo in punti strategici perché, come amo dire, la bellezza è nei dettagli. A volte basta una piccola azione mirata per ottenere l’effetto di illuminare, rinfrescare, riproporzionare un volto un po’ appesantito dagli anni o da stili di vita sbagliati. Ma senza perdere nulla in personalità ed espressività».

La parola naturalezza, poi, assume anche altri significati, prosegue Lo Russo: «Le persone oggi vivono l’intervento o il trattamento, appunto, con naturalezza, senza nasconderlo come si faceva una volta. Le celebrities hanno sdoganato questo atteggiamento più libero e senza pregiudizi. Gossip e speculazioni su questo o quel ritocchino oggi non hanno più ragione di esistere, farsi aiutare dalla medicina per ottenere l’aspetto che si desidera è qualcosa di accettato. E, quindi, meno elitario e più inclusivo: perché chirurgia e medicina estetica possono essere per tutti».

Anche lo sviluppo di nuove tecniche e prodotti a disposizione del chirurgo sta andando nella direzione di rispettare la “natura”, con trattamenti che lavorano “per” il corpo e non “contro” il corpo, anche in un’ottica di prevenzione dei segni del tempo. L’esempio più eclatante, in questo senso, è quello dei filler dermici iniettabili: un settore in fortissima crescita e in cui le case farmaceutiche concentrano grandi investimenti in ricerca scientifica e innovazione. «Alla base della tipologia di filler maggiormente utilizzata – spiega la dottoressa Lo Russo – c’è l’acido ialuronico, che è un componente naturale della pelle, totalmente riassorbibile, e serve a idratare e rimpolpare. Un buon filler, inoltre, è un complesso di ingredienti che include sostanze quali antiossidanti, vitamine, minerali e amminoacidi. Nella mia pratica professionale io utilizzo i filler di Teoxane, azienda farmaceutica svizzera che rappresenta il punto di riferimento per l’intero settore, e che porta avanti una filosofia fondata sulla cura della pelle a 360°».

L’approccio della dottoressa Lo Russo in questo senso, portato avanti da lei e dal suo team tutto al femminile del Centro Bufalini di Firenze, si basa su una tecnica molto apprezzata per la sua caratteristica di ottimizzazione dell’uso dei filler e per il rispetto dell’anatomia e della naturale espressività del volto: «Giocando sui dettagli e sulle proporzioni del viso – spiega la dottoressa – si possono apportare molte piccole modifiche per migliorare l’armonizzazione e l’equilibrio in generali. Intervenendo in modo delicato e con una comprensione completa dell’anatomia facciale, i trattamenti possono essere personalizzati per ogni paziente».

Personalizzazione, infatti, è la seconda parola chiave che caratterizza la moderna filosofia che ruota attorno ai trattamenti estetici. «I filler e la medicina estetica devono essere intesi come una cura della persona e della pelle – prosegue la dottoressa –. Non parliamo solo di azioni anti-aging o di stereotipi legati a labbra gonfie e zigomi alti. L’amore per se stessi è il concetto che deve guidare medici e pazienti: insieme si valutano aspettative e desideri per ottenere non lo stesso naso o le stesse labbra del vip di turno, ma un risultato che si armonizzi con le caratteristiche di ogni paziente, che sono uniche e personali». 

Il trattamento, insomma, si fa per piacere a se stessi e non per aderire a modelli imposti dall’esterno, si fa come gesto di self-care a tutto tondo. Anche perché, e non è una considerazione da poco, i filler sono una scelta smart. «Un trattamento a base di filler di qualità, praticato da un professionista competente – sottolinea la dottoressa – ha caratteristiche di sicurezza, qualità ed efficacia basate su solidi studi scientifici e lunghissimi anni di ricerca. Spesso è molto meglio, quindi, optare per questa soluzione piuttosto che consumare, magari per anni e in grandi quantità, creme e cosmetici che fanno poco o nulla per migliorare davvero la pelle».

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