Le relazioni che noi esseri umani instauriamo con le altre specie viventi favoriscono o compromettono i nostri rapporti interpersonali? Quali potenzialità possiamo trovare all’interno degli scambi affettivi ed emotivi con i nostri amici animali?

La ricerca della vicinanza emotiva e fisica con un animale viene talvolta associata alla incapacità di avere delle buone relazioni interpersonali. Una sorta di rinuncia all’interazione con i propri simili per dedicarsi al rapporto con i propri animali di affezione e godere a pieno dei benefici della scarica di ossitocina che sono in grado di stimolare in noi esseri umani. E’ indubbio che per alcuni individui l’interazione con i propri simili può rappresentare un percorso ad ostacoli, se non una vera e propria quotidiana battaglia. Chi poi ha una scarsa autostima e scarsa fiducia nelle proprie abilità ne può uscire letteralmente “a pezzi”. Il peso del giudizio degli altri, la valutazione delle performance, il bisogno di essere accettati e riconosciuti all’interno delle nostre relazioni sociali possono diventare un enorme fardello con cui fare i conti quotidianamente.

Un modo più articolato e, direi anche, che rende più giustizia all’importanza del legame che gli esseri umani possono stabilire con gli animali da compagnia, ma con tutti gli animali in genere,  è quello di considerare il valore aggiunto che questi legami possono offrire piuttosto che identificarli come sostituti della relazioni interpersonali. Anzi, si potrebbe dire proprio il contrario, ossia che il loro ruolo in moltissime circostanze è proprio quello di facilitatore e mediatore per gli scambi tra gli esseri umani.

Molti dati hanno confermato l’importante funzione di mediazione in ambito educativo-terapeutico e riabilitativo del rapporto dell’essere umano con l’animale. Il cane, per esempio, grazie alla sua immediatezza nella comunicazione emotiva consente con maggiore facilità di attingere alle leve motivazionali, emozionali e cognitive, a vantaggio di un processo di sviluppo evolutivo armonico.

In particolare, l’assenza di giudizio che caratterizza la relazione con l’amico peloso rappresenta un elemento fondante per questo tipo di intervento, proprio per la capacità del tutto istintiva del cane di entrare in relazione con l’essere umano indipendentemente dall’età, dall’etnia, dai problemi fisici o psicologi.

Il senso di fiducia e di accettazione che i ragazzi sperimentano nella relazione con il cane crea un contesto favorevole  sia per apprendere una corretta modalità di gestione delle proprie emozioni che per lo sviluppo di competenze e abilità a vari livelli. In un certo senso, il quattro zampe aiuta a rompere il ghiaccio e a creare un contesto emotivamente favorevole all’interno del quale può diventare più facile avere accesso al proprio mondo emotivo e condividerlo con chi sta vivendo la stessa esperienza. Ricordiamo anche che la produzione di ossitocina riduce l’intensità della vergogna, emozione che porta più al ritiro e all’isolamento che alla ricerca di un contatto con gli altri.

Parliamo di cane perché molti degli interventi educativi e riabilitativi lo vedono più frequentemente come co-protagonista, ma non mancano gli interventi con altri tipi di animali, gatti, conigli, asini, cavalli. Al di là degli interventi strutturati e mirati a degli obiettivi specifici, sono numerose le potenzialità che la relazione con gli animali ci offre.

La relazione con gli animali per raggiungere una maggiore sicurezza

Il contatto con un animale può mitigare il senso di minaccia che per alcune persone la vicinanza interpersonale rappresenta e, in questo senso, aiutarci a regolare l’intensità delle nostre emozioni per abituarci gradualmente alla vicinanza, all’intimità e anche al contatto fisico. La relazione con un animale, dunque, può aprirci al nostro prossimo proprio aiutandoci a raggiungere un livello di maggiore sicurezza e “confidenza” con le nostre sensazioni ed emozioni, bagaglio fondamentale per affrontare le interazioni sociali.

Molto spesso i nostri vissuti di inadeguatezza e insicurezza ci suscitano sentimenti ed emozioni di profonda ostilità verso noi stessi. Invece di esplorare e comprendere le ragioni di certi comportamenti ci chiudiamo e scegliamo la strada della condanna e della dura critica. Questo atteggiamento non ci è di aiuto, neppure per cambiare quegli aspetti di noi che non ci piacciono. E’ piuttosto l’atteggiamento contrario, di accettazione e di comprensione per se stessi che può aiutarci nel processo, talvolta difficile, del cambiamento. Uno sguardo benevolo su noi stessi rappresenta il terreno più fertile su cui far nascere nuovi comportamenti, nuove scelte, nuove opportunità. E qui i nostri amici animali possono essere di grande aiuto per sperimentare quella parte di noi stessi più tenera, più compassionevole, se vogliamo, anche quella più autentica, nostra grande alleata per i processi di cambiamento.

Tutto il repertorio comportamentale degli animali da compagnia che entrano in interazione con i loro umani di riferimento è un tripudio di feste e di attenzioni, una profusione di coccole. Per loro andiamo bene sempre, anche con i nostri difetti e con le nostre inadeguatezze. Ci offrono un’esperienza di relazione non giudicante e non critica che ci può consentire di contattare parti di noi che teniamo nascoste a noi stessi.  E’ questo il punto fondamentale, saper usare a nostro vantaggio il contributo che questi scambi e queste interazioni ci offrono. Possono essere innumerevoli le occasioni di incontri con gli animali che mostrandoci la loro spontaneità e autenticità ci aiutano a recuperare la nostra.

Anche gli animali a cui non penseremmo mai, come nel meraviglioso film-documentario che vi consiglio senz’altro: Il mio amico in fondo al mare. Dopo aver filmato per anni alcuni degli animali più pericolosi del pianeta, esplorando il rapporto tra gli esseri umani e il mondo selvaggio (perfino addentrandosi nelle culture sciamaniche del Kalahari), il regista Craig Foster precipita in depressione. Torna a casa sua, a Città del Capo, in Sudafrica, dove ricomincia con le immersioni che praticava da piccolo. La sua indole curiosa e indomita, lo porta a esplorare senza sosta il meraviglioso mondo sottomarino delle foreste di kelp: sarà un’esperienza sconvolgente con un incontro inaspettato che lo cambierà per sempre. Un polpo femmina, infatti, si rivelerà un’amica straordinaria e lo aiuterà a ritrovare un equilibrio con se stesso e a riconnettersi con la natura.

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