Nascere bene nel terzo millennio
La nascita è un momento chiave per il mantenimento del potenziale di salute di ogni nuovo essere umano. Nascere, il documentario "Sangue del suo sangue".
La nascita è un momento chiave per il mantenimento del potenziale di salute di ogni nuovo essere umano. Nascere, il documentario "Sangue del suo sangue".
Inauguro il mio blog con uno dei temi che mi sta particolarmente a cuore e che dimostra che attuando piccoli e semplici cambiamenti si può arrivare a grandi evoluzioni. Più di vent’anni fa, quando ho cominciato il mio percorso da ostetrica, ho dovuto fare i conti con il disagio di trovarmi ad assistere a interventi praticati, durante il travaglio e il parto, senza consenso né consapevolezza dei danni prodotti: episiotomie, posizioni forzate, trattamenti irrispettosi, taglio immediato del cordone ombelicale, separazione madre-neonato.
Ora qualcosa sta cambiando nel mondo dell’ostetricia ma con una lentezza impressionante rispetto alla mole di interventi inutili e dannosi che il nostro modello di assistenza alla nascita produce con il suo essere standardizzato e medicalizzato.
C’è qualcosa però che possiamo fare da subito e a costo zero, qualcosa che garantirebbe a ogni neonato la migliore partenza possibile perché quello della nascita è un momento chiave per il mantenimento del potenziale di salute di ogni nuovo essere umano. Purtroppo i miti e i rituali dell’ostetricia moderna sono ancora molti, quasi tutti sono stati sfatati eppure durano a morire, soprattutto quelli sul cordone ombelicale: ancora si trova chi afferma che vada tagliato perché altrimenti il bimbo non potrà iniziare a respirare, che svilupperà l’ittero, che non potrà ricevere una buona assistenza, che sua madre avrà un’emorragia.
Eppure la norma biologica, quella secondo la quale abbiamo vissuto a lungo su questo pianeta, non prevede di certo che qualcuno tagli il cordone di un neonato appena nato nella savana, ma piuttosto un parto attivo, in posizioni verticali, in cui la madre, o qualcuno di aiuto, una volta espulsa la placenta, può, in tempi più o meno lunghi, separarla dal neonato e poi usarla probabilmente per scopi di tipo rituale.
La condizione normale di un bambino infatti è quella di ricevere indietro, durante il viaggio finale nel canale del parto, tutto il sangue che fisiologicamente custodisce nella sua placenta perché gli venga donato ben ossigenato appena uscito dal corpo della madre, in modo da poter riempire i polmoni ed effettuare la transizione alla circolazione e respirazione, non più da feto ma da neonato. Oggi sappiamo che è il taglio precoce del cordone ombelicale, ancora troppo spesso effettuato, che comporta maggior rischio di: anemia neonatale, di dover rianimare il neonato, di emorragia materna, di difficoltà di adattamento alla vita extrauterina. E’ così che rispettiamo il massimo comandamento della medicina: primum non nocere?
Ho avuto la splendida opportunità di assistere a centinaia di parti fisiologici e notare di persona il raffinato meccanismo dell’adattamento della diade madre-bambino nel post partum. Quando il bambino nasce, se nessuno tocca il cordone che lo lega ancora saldamente a quella parte di sé stesso che è la placenta (fatta di DNA fetale), resta qualche attimo tra le gambe della madre che quando è pronta lo accoglie sul suo addome.
Nei primi minuti avviene il grosso della trasfusione placentare, il cordone quindi sembra presto più svuotato ma l’attività e lo scambio con la placenta sono ancora ben attivi fin quando quest’ultima inizia ad esaurire anche questa forma di sostegno al primo adattamento neonatale e comincia a staccarsi dall’utero della madre. Ci sono bambini che completano questa transizione in pochi minuti, ad altri ne servono molti di più.
Quando il neonato è pronto ad affrontare la vita extrauterina in completa autonomia comincia anche a cercare il seno con dei movimenti di arrampicamento e ricerca (breast crawl) e provoca il rilascio di un picco di ossitocina nella madre, contrazioni uterine più potenti e completo distacco della placenta che ora può nascere a sua volta. E’ un processo affascinante e complesso, che, se non disturbato, protegge la madre da emorragie e il neonato da ipotermia e distress respiratorio. Pensate che anche durante un taglio cesareo è possibile aspettare a tagliare il cordone, come sempre bisogna averne capito l’importanza, volerlo fare, sapere che si può chiedere e cambiare in modo semplice la pratica clinica.
Per cambiare l’assistenza alla nascita e migliorare la salute di madri e neonati serve cambiare anche la cultura e potete farlo fin da subito anche voi guardando questo breve documentario, Sangue del suo sangue, e raccontando come ogni bambino abbia diritto al suo sangue.