“Il lavoro nobilita l’uomo”, è cosi che si dice, giusto? Se questa frase è vera, è vero anche che nel momento stesso in cui una persona fa il suo ingresso nel mondo del lavoro, sapete qual’ è la prima cosa a cui va a pensare? La pensione. Tutti i pensieri sono rivolti non al nuovo cammino intrapreso o alle esperienze che farà; no, tutti le energie mentali sono convogliate nell’agognato momento in cui si potrà finalmente stare in panciolle. Dopo una vita passata a lavorare, si potrà godere del “dolce far niente”.
Se non siete in età da pensione, la strada da percorrere è ancora lunga; ma se vi state avvicinando alla pensione o, ancora meglio, se lo siete già, sappiate che l’Inps sta studiando delle novità per il 2024.
Uno dei meccanismi che la nostra cara vecchia Inps sta studiando si potrebbe racchiudere in una frase: “pensioni più basse se vivi più a lungo”. In altre parole, si andrebbe ad adeguare le pensioni in base all’aspettativa di vita dei lavoratori. Alla base di questa proposta c’è dietro il pensiero che le persone meno abbienti spesso hanno un’aspettativa di vita più corta rispetto ai cittadini più ricchi. E quindi, pagare gli assegni di entrambe le categorie usando lo stesso coefficiente di trasformazione andrebbe a vantaggio solo delle persone più ricche.
Un’altra novità che si sta studiando è l’Ape donna: si darebbe la possibilità di poter andare in pensione a 61 anni ad alcune donne, con l’indennità di accompagnamento alla pensione. Sarebbe una sorta di via di mezzo tra Ape sociale ed Opzione donna. Ma a chi sarebbe garantito? Tutte le lavoratrici con una situazione di disagio: caregiver, impegnate in lavori gravosi, licenziate, con invalidità almeno al 74%.
Ovviamente nulla è ancora certo; come sempre, dovremmo aspettare per avere una certezza.