E’ solo la seconda sera, ma a casa Tiezzi, a casa mia, siamo già stanchi. Il rito della visione collettiva di Sanremo già stanca. Mia moglie e mia figlia vanno di telefonini sempre accesi, io sono al computer a lavorare a chissà che… e allora cosa metto i voti come ieri sera? Ragazzi, sono un professionista del second screen, perché ne ho tre. E’ un giochino, ma lo prendiamo seriamente.

Ho uno specchio da trucco accanto a quello del pc che mi permette di ascoltare Amadeus, i comici, le pubblicità e i 45 minuti di canzoni in gara (13 canzoni per 3.5 minuti fa 45) e ogni tanto vedere la tv senza girare la testa. Livello pro? No. Livello genio assoluto, come del resto potete leggere qui.

E allora via, con un altro super elenco di voti seri stile Giorgio Terruzzi. Segnatevi i vostri voti, che saranno senz’altro più sensati dei miei/nostri. Pronti? Si va.

Sangiovanni

Sul palco scherza e gioca come fosse Mick Jagger, ma è solo un vincitore di Amici. Come sempre il testo della canzone e la sua fresca interpretazione convincono, perché di talento ne ha e ce lo farà sentire. Tutto il resto per ora però manca. Voto 6.

Lorella Cesarini

Il suo monologo iniziale sul razzismo vissuto sulla propria pelle è un po’ troppo lungo. E’ l’unico difetto di una presenza festivaliera importante. Per una volta non scherzo. La sua magrezza da etiope, figlia d’una terra che ci regala da sempre splendidi corridori, la sua capacità di tenere il palco tra tenerezza e mestiere (ha studiato recitazione la ragazza, mica improvvisa)… A casa Tiezzi c’è chi si asciuga le lacrime. Perché essere solo un po’ razzisti può anche essere una subdola abitudine. Non è una malattia che ti prende una volta e poi sei sano. Voto 8.

Irama

Bello come il sole, com’ero io alla sua età (ho foto che lo provano, con boccoli quasi biondi) indossa una maglia bellissima, con catena incorporata e black jeans da vera rockstar. Si nota anche lo sguardo sempre intenso. Per il resto, calma piatta. Voto 0.

Checco Zalone

Luca Medici, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Se potete, ascoltate gli accordi discendenti del brano che interpreta nei panni del trapper melodico Ragadi. Sono gli stessi di tre quarti delle canzoni che ci dobbiamo sorbire in questo periodo, alla radio e su Spotify. Il suo monologo dedicato a trans, sesso e santo matrimonio non è scorretto. Le trans, nella nostra stupida testa, fanno troppo spesso rima con sesso e prostituzione. Se è così, la colpa non è di trash–Zalone. E’ nostra. Voto 7.

Giovanni Truppi

Amadeus fa elegantemente notare che arriva in canotta, il che in un festival di gente a torso nudo (Lauro) o con le stelline sui capezzoli (Victoria dei Maneskin) è decisamente inappropriato. Anche la sua canzone è così. Semplice, coraggiosa, difficile, stramba, intensa, parlata, suonata. Ci sono più accordi in questo pezzo che in tutte le altre canzoni del festival messe insieme. A molti non piacerà? Certo. Molti non sanno il giapponese, non lo capiscono e non possono capire e sentire tanta ricchezza armonica. Non è un problema di Truppi, che come tutti gli artisti veri (sono pochi) vola. Certo, mica così alto. Tutte le note del suo brano non valgono i primi 10 secondi country di Harvest Moon di Neil Young. Però il paragone si può fare, regge. Truppi gioca in serie A. Poi, contro l’eternità, non può che perdere. A chi ascolta resta lo spettacolo della battaglia e il dovere dell’applauso. Voto 8.

Le Vibrazioni

Portano sul palco un classico brano glam disco rock all’italiana. A mia figlia non dispiacciono ritmo ed energia. Sono logicamente invecchiati e si sente, ma si dovrebbe sentire molto di più. Voto 5-.

Rettore + Ilditonellapiaga

Di bianco vestite, cantano un brano allegro, il che servirà alla nostra primavera. Come hanno fatto notare quei geni della pagina Instagram Trash Italiano ricorda non poco la pubblicità del sapone Chant Claire, quella che fa: “Chicchi chirichi Chicchi…”. Dalla Rettore, quella che si tagliava le vene a colpi di disco funk in Lamette, io mi aspetto sempre il capolavoro, ma è un mio problema. Voto 6 – –.

Fabrizio Moro

Interpreta se stesso e si fa dimenticare. Per fortuna, succede subito. Voto 3.

Emma

Non seguo affatto il gossip, per cui non sapevo d’una malattia che qualche segno l’ha lasciato… Non certo sulla sua voce, che è la più forte del festival. E’ una voce matura, libera di farsi sentire grazie all’arrangiamento originale d’una canzone così così. Ma cosa conta? Il paragone con Mia Martini & Loredana Bertè, che sarebbe sempre blasfemo, a me è venuto naturale. E mica perché il testo cita Sei Bellissima. La musica non guarisce, è un altro tipo di miracolo. Forza Emma. Voto 10.

Elisa

Mahmood e gli artisti più bravi in ambito black pop italiano devono tutto o quasi al suo modo di cantare e mescolare melodia e ritmo. La canzone, una ballad stile Elisa, è molto sanremese, con l’inciso energico che arriva proprio quando te l’aspetti. Per me manca più di qualcosa, ma il talento non si discute. E’ pure la più bella, tra trucco e vestito bianco. Voto 7.

Matteo Romano

A mia figlia, 12enne scatenata, è piaciuto. A me, insomma. Più che la sua voce mi piace la sua giacca doppio petto. Interpeta un pezzo troppo classico, troppo ben scritto, troppo stile Mahmood. Come se non bastasse, il suono sul palco è intubato. Voto 5 (di incoraggiamento).

Aka 7even

Rispetto alle esibizioni ad Amici sembra un altro, infinitamente più maturo. Riesce pure a portare un completo improbabile con eleganza. La canzone l’abbiamo già sentita mille volte, mille volte più bella, dagli One Direction e dal loro cantante oggi solista. Il pop è un gioco complicato, ma forse il ragazzo si farà… Chissà. Voto 6.

Highsnob & Hu

Interpretano alla perfezione il loro ruolo di quota sanremese per quel che riguarda la musica alternativa e sperimentale. Si attengono al ruolo, con un pezzo con due soli accordi, uno ovviamente minore. Un po’ di brio, stile free jazz punk inglese, sarebbe preferibile. Voto 1.

Laura Pausini (&co)

Lancia, dilungandosi, il suo film, dedicato ovviamente a se stessa. Lancia la sua presenza all’Eurofestival con Mika ed Alessandro Cattelan. Se fosse una gara a chi è più autoreferenziale, vincerebbe facile. Voto 0.

Iva Zanicchi

Se la musica e lo show business fossero una cosa seria, ogni anno la vittoria a Sanremo se le giocherebbero lei, Albano ed Orietta Berti. E invece è tutto un teatrino. Quando dormo, sogno sempre gente che canta, canta bene e non ci annoia con le sue noie esistenziali. Iva lo fa. Sale sul palco, fa capire che Amadeus è solo un pivello e potrebbe condurre tutti pezzi all’indietro, mentre canta “Ok il prezzo è servito”Voto 9.

Tananai

ll nome promette sfracelli e il sound pop stile Camerini/Righeira dovrebbe farci scatenare. Non vogliamo fare altro da anni. Il problema è che stona soltanto, non urla… Gli manca un po’ d’esperienza, ma la canzone c’è. Si spera diventi un inno a un’estate di ca****e. Io intanto comincio a farne un po’ anche per voi. Voto 10, sulla fiducia.

Monica VittiVoto 10 e lode.

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