Il serpente è uno dei più vecchi e più diffusi simboli mitologici, con il duplice significato negativo di animale pericoloso, minaccioso, (o anche erotico sessuale attribuitogli da Freud) e positivo nel senso di spiritualità e sapienza che vanno dal serpente sacro al serpente che si morde la coda, simbolo dell’eternità. 

Il simbolo del serpente è dentro di noi, fa parte della nostra evoluzione e rappresenta la parte in ombra del nostro essere. Le sue caratteristiche, che hanno stimolato nell’uomo la sua associazione a temi sovrannaturali, sono numerose. Ad esempio, il suo veleno è associato, come le piante e i funghi, al potere di guarire, avvelenare, o donare una coscienza espansa (addirittura l’elisir di lunga vita o di immortalità).

Il serpente è da tempo immemorabile legato all’arte medica e al culto di Asclepio in Grecia ed Esculapio in Roma, qui fu venerato con un tempio sull’isola Tiberina. La storia narra che intorno al 291 a.C., nel corso di un’epidemia di peste, i Romani inviarono una delegazione ad Epidauro, in Grecia, per invocare l’aiuto del dio della medicina Esculapio. Mentre questi stavano presso il tempio, improvvisamente un serpente entrò sulla nave romana.

Giunta a Roma la nave risalì il Tevere, quando all’altezza dell’isola Tiberina il serpente guizzò in acqua rifugiandosi in una tana sui fianchi dell’isola. In quel punto, fu posta la prima pietra del tempio a lui consacrato: la pestilenza cessò di colpo. In memoria di questo evento tutta l’isola fu sagomata in blocchi di travertino e tufo a forma di imbarcazione, con una prua (i cui resti sono sotto la sede attuale della polizia fluviale) ed una poppa (sepolta sotto l’edificio dell’ospedale Fatebenefratelli).

il tempio dedicato ad Esculapio sull’isola Tiberina

Il tempio andò distrutto durante l’Alto Medioevo e sulle sue rovine fu costruita la basilica di San Bartolomeo all’Isola. Dell’antico tempio di Esculapio rimane ben poco, ma ancora è possibile vedere alcuni blocchi di travertino sotto le costruzioni moderne, tra cui spicca il serpente.

il rilievo del famoso serpente della leggenda

Il serpente a simbolo dell’arte medica arriva quindi fino ai nostri giorni, ma quello che è veramente interessante è che il tanto temuto veleno di serpente può trasformarsi in medicamento. A testimonianza di ciò ricordiamo la frase:

“Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit” (Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto), del medico alchimista  Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim detto Paracelso.

Dal veleno di serpente
un’azione salvavita

A riprova che anche negli antichi c’era un lume di verità scientifica cito un recente lavoro Snake extract–laden hemostatic bioadhesive gel cross-linked by visible light realizzato dalla Western University insieme all’Army Medical University di Chongqing, in Cina., pubblicato su Science Advances. 

Lo studio documenta la realizzazione da parte dei bioingegneri di una super colla (hemostatic adhesive = HAD) per tessuti corporei che può fermare in pochi secondi pericolose emorragie. Si tratta di un gel bioadesivo emostatico estratto dal veleno di serpente Bothrops atrox e che necessita per espletare il suo effetto di reticolazione della irradiazione con una luce, anche quella della torcia di uno smart phone.

L’HAD porta all’attivazione e all’aggregazione delle piastrine e trasforma efficacemente il fibrinogeno in fibrina per ottenere una rapida emostasi e sigillare il tessuto.

Questa scoperta si basa su un enzima di coagulazione del sangue chiamato reptilase o batroxobin che si trova nel veleno dei serpenti testa di lancia (Bothrops atrox), che sono tra i serpenti più velenosi del Sud America. Approfittando di questa proprietà di coagulazione i ricercatori hanno progettato un adesivo per tessuti corporei che incorpora lo speciale enzima in una gelatina modificata che può essere confezionata in un piccolo tubo per una facile azione salvavita in situazioni di emergenza, incidenti d’auto, traumi in situazioni di guerra ecc.

Esisteva già una colla di fibrina, considerata il gold standard in campo medico chirurgico, ma il nuovo sigillante tissutale ricavato dal veleno di Bothrops ha 10 volte maggior forza di blocco del sanguinamento. Anche il tempo di coagulazione del sangue è molto più breve, dai 90 secondi per la colla di fibrina scende a 45 secondi per la nuova “super colla HAD” al veleno di serpente.

Il super-sigillante è stato testato in varie emorragie gravi: tagli profondi della cute, rottura dell’aorta e di fegato, ferite gravi sul campo di battaglia. Questa nuova biotecnologia si traduce in una minore perdita di sangue e in un maggiore risparmio di vite umane.

La medicina omeopatica da più di due secoli utilizza i veleni di vari serpenti sfruttando la legge dei simili e della low dose.

Ricordiamo che la prescrizione omeopatica segue la corrispondenza dei sintomi del soggetto con quelli della tossicologia di una determinata sostanza. In altre parole se la tossicologia del veleno di Lachesis Mutus a dosi non mortali si compone di determinati sintomi, quando noi abbiamo davanti un soggetto che lamenta sintomi simili a quelli prodotti dal veleno (non causati ovviamente dal veleno ma da una malattia o squilibrio) daremo una low dose del veleno per contrastare quei sintomi. Ecco l’importanza di conoscere la tossicologia delle sostanze per sapere la loro azione a piccole dosi.

In linea di massima tutti i veleni di serpente hanno effetti sul cuore, sulla circolazione sanguigna, sulla coagulazione, sul sistema nervoso e sull’umore.

Non esamineremo qui la patogenesi dei vari veleni nel loro impiego omeopatico low dose, ma ne osserveremo delle caratteristiche principali.

Seguendo la classificazione degli zoologi, possiamo dividere i veleni in due grandi classi:

Colubridi: i veleni di questa specie di rettili presentano un’affinità particolare per il sistema nervoso, sono particolarmente neurotossici e l’effetto sul sangue è di natura anticoagulante; sono emorragici per soppressione della coagulabilità sanguigna.

In omeopatia si usano in particolare due veleni:

Naja Tripudians o Cobra dal cappello o serpente dagli occhiali. In omeopatia si può considerare come il più utile dei rimedi cardiaci nelle affezioni del cuore e nelle affezioni valvolari non congenite.

Naja Tripudians o Cobra dal cappello

Il dr Elliot ha comparato questo rimedio omeopatico con l’azione tossica della digitale: soluzioni deboli del veleno di Naja rallentano il cuore e provocano extrasistole, soluzioni più concentrate sospendono i battiti in sistole. Naja ha un’azione sul tessuto ematico; a dosi non mortali questo rimedio non modifica affatto il numero dei leucociti né la percentuale dei costituenti normali del sangue, fatto questo che ci spiega perché, nel Naja, non troviamo i sintomi di emorragia e suppurazione.

Come per il veleno di Crotalus e Lachesis, Naja, a differenza di Lachesis, aumenta leggermente la VES, ma soltanto ad uno stadio più avanzato di avvelenamento. In ultimo ricordiamo che Naja è transitoriamente un ipertensore per divenire poi ipotensore per costrizione dei vasi polmonari e replezione del cuore destro.

Elaps Corallinum o Serpente Corallo è un rimedio omeopatico utilizzato principalmente per il trattamento dei disturbi dello stomaco.

Elaps Corallinum o Serpente Corallo

Fornisce un efficace sollievo dall’indigestione insieme a nausea e vomito. Aiuta anche nel trattamento di qualsiasi tipo di dolore addominale e sensazione di disagio allo stomaco.

Viperidi: i veleni di questa specie di rettili hanno soprattutto un’azione sanguigna emolizzante i globuli rossi, mentre coagulano in massa il sangue; sono quindi paradossalmente di volta in volta sia emorragici che coagulanti.

In omeopatia si usano in particolare cinque veleni:

Lachesis Mutus o Trigonocephalus o Surucucù, Come tutti i veleni, il veleno di Lachesis irrita le mucose, provoca l’infiammazione e la necrosi dei tessuti, distrugge gli elementi nobili del sangue, cioè le emazie ed i leucociti e le albumine del siero; ne deriva che il paziente presenta disturbi di irritazione, necrosi, emorragie e suppurazioni.

Questo veleno determina accelerazione della velocità di coagulazione sanguigna seguita da incoagulabilità e rallenta la velocità di sedimentazione. La dose mortale del veleno di Lachésis è pari ad un centesimo di milligrammo per ogni chilo del peso dell’essere vivente aggredito.

Lachesis Mutus o Trigonocephalus o Surucucù

Il primo omeopata ad avere l’idea di utilizzare il veleno di Lachésis fu il dr. Hering. In omeopatia si utilizza prevalentemente per i disturbi associati alla menopausa.

Sperimentazioni condotte in America Latina sui topi dimostrano che diluizioni omeopatiche del veleno del serpente Lachesis mutus hanno effetto sulla dopamina cerebrale.

Lachésis Lancéolatus o Bothrops: da un punto di vista omeopatico questo veleno si colloca tra Vipera e Crotalus H. Viene utilizzato anche in medicina allopatica per l’aumento della coagulabilità distrettuale col nome di Botropase, il cui principio attivo: è la batroxobina equivalente all’attività coagulante di 1 ± 0,2 unità trombiniche internazionali (N.I.H.)

Il veleno a dosi omeopatiche può corrispondere alle tumefazioni edematose molli, tessuti pieni di sangue nero con netto rigonfiamento, comparsa di vescicole sanguinanti con distruzione della pelle. Il carattere emorragico del rimedio lo pone vicino a Crotalus H. rendendolo adatto alle malattie infettive gravi a carattere emorragico: scarlattina e morbillo emorragico, febbre tifoide, tifo, peste, covid 19, alzheimer.

Crotalus Horridus o Serpente a Sonagli.

Serpente a sonagli

Serpente estremamente velenoso. L’azione di Crotalus corrisponde ad un’intossicazione grave e profonda dell’organismo che si distingue per la sua intensa azione sanguigna: provoca emorragie da tutti gli orifizi del corpo ed una vera e propria decomposizione del sangue.

E’ il viperide che presenta l’azione combinata sul fegato e sul sangue più intensa. Inoltre è un potente neurotossico ed interessa la sfera cerebrospinale e gli organi sensoriali, il bulbo ed i centri respiratori e cardiaci. E’ quindi evidente che in casi di emorragia grave penseremo subito a Crotalus come rimedio omeopatico.

Cenchris Contortrix o Ancistrodon: attacca all’improvviso ed è molto temuto. In omeopatia lo si impiega poco a causa della poca conoscenza della sua patogenesi. Come tutti i veleni provoca intense cefalee causate da congestione cefalica. La sua particolarità è la sintomatologia nell’area pelvica: congestione dell’ovaia destra, congestione uterina, mestruazioni ed emorragie molto abbondanti che non fanno migliorare la paziente, emorragie uterine.

Vipera: il veleno della vipera ha un’azione predominante sul sangue: può essere emolitico come coagulante; colpisce i leucociti e le vie linfatiche il che corrisponde ad un’azione infiammatoria e suppurativa infiammando i tessuti e producendo edemi. Si osserva alterazione delle pareti linfatiche e venose. Si osserva la combinazione dell’azione sanguigna ed azione neurotossica.

Vipera

L’azione sanguigna del veleno dei Vipera tocca il sistema circolatorio generale ed il cuore il quale è sovente depresso con abbassamento della pressione e movimento toracico debole: a volte non si sentono neppure le pulsazioni delle arterie radiali o delle carotidi; si può avere dolore cardiaco con ansietà, accompagnato da sudore freddo. In omeopatia ha effetto sugli edemi localizzati o generalizzati con infiammazione venosa e congestione epatica. Varici e flebiti.

Utilizzo dei veleni di serpente
nel Covid 19

L’indicazione preferenziale è per il Bothrops sia per la notevole similitudine biochimica tra l’enzima ACE ed ACE2, cui si lega, sia per quella tra la serina proteasi BjSP e la proteasi 32 serina transmembrana tipo 2 (TMPRS2) che promuove l’assorbimento virale sulla parete degli epiteliociti alveolari tipo II.

Come già detto, il veleno del bothrops e il Botropase®, il farmaco derivato, non sono antidotati dall’eparina e dagli altri anticoagulanti. La resistenza all’eparina del veleno del Bothrops è un altro elemento indicativo di un’alta similitudine tra questo rimedio e lo stato coagulativo particolare indotto dal SARSCoV-2. Inoltre, esso è l’unico rimedio riportato nel sintomo embolia polmonare del Repertorio omeopatico.

Si ritiene che il Bothrops sia probabilmente il più indicato tra i veleni di serpente utilizzati in omeopatia nella seconda e terza fase della malattia, in base all’elevata affinità con il quadro anatomopatologico e clinico del COVID-19 ma anche per la presenza di bersagli molecolari condivisi col virus SARS-CoV-2, un livello di similitudine basale ma significativo. Personalmente lo prescrivo nell’intorno della somministrazione vaccinale da Sars cov 2 per contrastare eventuali effetti trombotici.

Un articolo scientifico dal titolo Snakes alive Venom may play a role in the fight against COVID-19 approfondisce l’utilizzo del veleno di Bothrops nell’Alzheimer in quanto sembra che il suo veleno possa contrastare la proteina tossica amiloide-beta, che è una causa del morbo di Alzheimer; una molecola nel veleno ravviva due enzimi che eliminano la beta amiloide. I ricercatori hanno scoperto che il peptide che stavano già esaminando per l’Alzheimer potrebbe aiutare nella lotta contro il COVID-19.

per approfondire: Serpenti. Estrarre il potere dal mondo sotterraneo

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