Ti manca viaggiare? A me si tantissimo, il viaggio è una parte della mia vita che davo per scontata e che in questo periodo storico si è rilevata in tutta la sua forza. 

Ma il viaggio può essere inteso non solo in senso fisico, bensì anche metaforicamente come espressione di noi stessi, ricerca interiore, desiderio. 

Tutti gli artisti di ogni disciplina si sono dedicati almeno una volta al viaggio, ma la musica esprime più di ogni altra arte il senso onirico, metafisico e intangibile.

Immaginate l’incontro di un allievo di conservatorio con uno spartito scritto duecento anni prima, un viaggio nella musica e nel tempo che si ripete continuamente come un mantra ma reiterato da musicisti diversi. 

Ogni artista in sostanza prosegue un viaggio fatto da qualcun altro. Essere consapevoli che tutto è uno e che anche noi siamo uno con il tutto, non è un concetto facile, ma ci aiuta a comprendere la nostra identità più profonda. 

Oggi vi consiglio alcuni brani per viaggiare, rilassare ed esplorare la vostra mente. Partiamo con “Gnossienne n.1 in fa minore” del compositore Francese Erik Satie. Chi mi conosce sa del mio attaccamento alla Francia, in particolare a Parigi, dove ho avuto la fortuna di vivere qualche anno. Resta un po’ un mistero l’origine del titolo Gnossiene coniato dallo stesso Satie, forse con riferimento al termine greco gnosi.

Satie sicuramente è un precursore del minimalismo ed è interessante l’utilizzo del titolo Gnossiene, che riporta a una forma di conoscenza superiore, di origine divina, con la ricerca dell’essenzialità.

Musicalmente si tratta di una raffinata melodia dal procedere lento e dal tono malinconico con un ricordo orientale, semplicemente un piccolo capolavoro. 

Cambiamo mood con un cantante che è vissuto gran parte del suo tempo a Parigi dove risiede tuttora, il grande Paolo Conte che non ha bisogno di presentazioni. Vi propongo di ascoltare con attenzione, se non l’avete fatto prima, “Vieni via con me”. Un viaggio d’amore, ma nello stesso tempo un invito al distacco dai luoghi e dalle persone del nostro passato, dal grigiore di un amore buio dove paradossalmente si continua a dichiarare It’s Wonderful.

Infine un cantautore Italiano non così celebre come Paolo Conte ma di grande valore. L’ho scoperto recentemente e apprezzato per la sua splendida ironia e per l’attenzione ai dettagli, si tratta di Enzo Carella, e il brano che vi propongo per iniziare a conoscerlo è Parigi, in cui ci ricorda di conservare le nostre ali di follia. 
E quale Città meglio di Parigi incarna questi sentimenti? 

Come disse Victor Hugo: Respirare Parigi, conserva l’anima. 

Condividi: