Cos’è: La violenza psicologica consiste in un insieme fatto di azioni e parole che vengono utilizzate per opprimere e costringere la vittima ad agire contro la propria volontà. Le conseguenze di questo tipo di violenza possono portare ad un trauma psicologico al quale seguono ansia e depressione. Risulta essere molto frequente il mancato riconoscimento di questo tipo di violenza da parte della vittima, la quale arriva a essere plagiata a tal punto da considerarsi impotente e incapace di agire. All’interno dell’ambiente domestico questo è un tipo di violenza che non ha genere e che può essere tipico sia di relazioni coniugali sia del rapporto genitore-figlio. La violenza psicologica che avviene in ambito lavorativo viene invece definita mobbing.

Caratteristiche: La violenza psicologica è caratterizzata da diffamazione, minacce, insulti, critiche, giudizi, discredito, silenzio, negazione e molti altri elementi che servono a costruire una sorta di gabbia intorno alla vittima. Azioni come la negazione e il silenzio vengono utilizzati dall’aggressore per difendersi di fronte alla protesta della vittima, di modo tale da poter ribaltare la situazione e poter così accusare l’altro di aver fatto qualcosa di male. Molto spesso la violenza psicologica viene considerata come quel fenomeno fatto unicamente di urla e insulti ad alta voce, quando invece non è così. In molti casi questo tipo di violenza è “silenzioso” e l’aggressore può presentare un atteggiamento calmo o semplicemente alzare il muro del silenzio e far sentire la vittima ignorata.

Secondo Albert Birdman, la violenza psicologica si caratterizza per il controllo di dieci campi fondamentali che permetterebbero l’assoggettamento dell’altro: controllo della libertà di movimento, delle frequentazioni, del comportamento, dei mezzi finanziari, dei gusti, del pensiero, dello spazio sonoro, del tempo, dello spazio fisico e della comunicazione. Inoltre, questo tipo di abuso è incentrato sulla manipolazione delle esperienze emotive dell’altra persona, manipolazione che può portare l’aggressore ad avere un pieno controllo delle emozioni della sua vittima.

Una delle tecniche utilizzate da coloro che praticano violenza psicologica è quella del gaslighting, che consiste nella presentazione di false informazioni e sulla negazione di eventi realmente accaduti, in modo tale da far dubitare la vittima della sua stessa memoria e facendole credere di essere pazza.

Proprio sul gaslighting consiglio l’ottimo articolo “Filmografia delgaslighting”, pubblicato da Eugenia Romanelli sulla rivista Rewriters (https://rewriters.it/filmografia-del-gaslighting/).

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