Dopo tante analisi, riflessioni e commenti su questioni alte, oggi vorrei trattare argomenti più diretti, darvi qualche consiglio pratico. Sono cinque suggerimenti che riguardano proprio i temi di questa rubrica, ossia il cibo e la salute, perché la chiave, il segreto per stare bene e non ammalarsi, è prevenire, quindi mangiare in modo salutare.

Il primo. In tema di comportamenti virtuosi per migliorare la nostra sicurezza alimentare la cosa migliore da fare è diversificare (come negli investimenti finanziari): dovete mangiare un po’ di tutto. E non solo per la giusta combinazione di ingredienti e sostanze, o per ragioni di gusto e piacere (che pure sono fondamentali), ma anche perché limitando le dosi di veleno contenuto negli alimenti che consumiamo le renderemo meno nocive: la verdura fa bene, ma sovente contiene residui di pesticidi (come si legge nel dossier elaborato da Legambiente); il pesce è senz’altro salutare, ma sono state spesso riscontrate tracce di mercurio e di altri inquinanti riversati nel mare (Altroconsumo ci dà alcuni consigli in proposito); le proteine animali sono utili, ma sulla dannosità della carne rossa c’è abbondante letteratura scientifica (si consiglia il sito dell’Airc).

Ecco, mangiare un po’ di tutto ci aiuta a mitridatizzare gli effetti delle numerose sostanze tossiche che, purtroppo, sono presenti sulle nostre tavole.

Secondo avvertimento, molto importante: cercate sempre di consumare prodotti di stagione. Vuol dire che hanno subito meno trattamenti con sostanze artificiali o che non hanno attraversato oceani inquinando aria e acqua per essere sullo scaffale. Sul web si trovano varie guide e tabelle con la stagionalità di frutta e verdura: seguitele.

Se al supermercato trovate prodotti fuori stagione (per esempio fragole, pomodori e peperoni in inverno) vuol dire che o provengono da molto lontano e potrebbero essere stati ricavati con metodi poco ortodossi o sono coltivati in serra e sono stati trattati con sostanze chimiche di sintesi. Insomma, cercate di rispettare la stagionalità: vedrete che i prodotti sono anche più buoni (e più economici). Infine, non dimenticate di mangiare con la bocca e non con gli occhi: l’aspetto esteriore dei cibi, spesso, è inversamente proporzionale alla loro salubrità.

Terzo. Per la stessa ragione per cui dovreste seguire le stagioni vi consiglio anche di privilegiare il locale. Quindi, ad esempio, le DOP e i vini DOC, che sono legati al territorio (Ecco due interessanti approfondimenti sul tema e su come le indicazioni di provenienza possano essere anche salutari: e ). Meno IGP e IGT, ma anche loro vanno benissimo. Questi prodotti, oltre a vedere riconosciuta una qualità superiore ed essere particolarmente buoni, sono fortemente ancorati al territorio dove vengono prodotti e lavorati. Inoltre sono certificati. Ci sono dei marchi, riconoscibili e facili da individuare. A volte costano di più ma di solito ne vale la pena.

E naturalmente è sempre meglio consumare tutti quei prodotti che siete sicuri vengano dal contadino appena fuori le mura cittadine.

Corollario: si è ormai affermata in vari ambiti la narrazione che la grande distribuzione alimentare (quella da supermercato e prodotti di marca, per intenderci) sia in realtà più sicura del caro vecchio cibo genuino del contadino vicino casa. Perché i cibi acquistati presso la prima subiscono mille controlli e verifiche, mentre quelli forniti dal secondo non vengono controllati da nessuno. Ebbene, è vero solo in parte.
La grande distribuzione e i grandi produttori alimentari seguono protocolli rigidi e rigorosi, per questioni come l’igiene, la conservazione e il trasporto. Per cui non troverete mai residui di terra nelle insalate in busta (anche perché le lavano col cloro!). Le uova hanno tutte la data di scadenza e il pane in cassetta non ammuffisce se non dopo settimane da quando lo avete aperto. Quindi da quel punto di vista siete effettivamente sicuri.
Ma è anche vero che i prodotti più commerciali e appartenenti alla grande produzione agroalimentare possono contenere conservanti, coloranti, sostanze chimiche di sintesi e in alcuni casi anche residui di pesticidi o altre sostanze nocive usate durante la produzione o il confezionamento. Tutti prodotti che il piccolo contadino appena fuori dalla città non usa. Il che, tradotto in parole semplici, vuol dire che mangiando i prodotti a filiera corta, della campagna circostante, rischierete al massimo un mal di pancia o un po’ di dissenteria; mentre mangiando quelli della grande distribuzione sicuramente non avrete di questi problemi ma avrete sempre il dubbio degli effetti che certe sostanze potranno avere sul vostro organismo. Magari nel lungo periodo e in alcuni casi anche gravi (leggasi: il cancro). Alla fine, quindi, torniamo al consiglio di prima: variate.

Quarto. Alcuni alimenti sono più salutari di altri. Sul web si trova di tutto in merito ai benefici di alcuni cibi (ad esempio qui, qui e qui).

Tra i tanti alimenti benefici vi suggerisco: olio d’oliva; avocado; curcuma; zenzero; peperoncino; aglio e cipolla, frutta secca a guscio. I vantaggi sono diversi. Poteri antiossidanti, miglioramento della circolazione, aiuto nel metabolismo, riduzione del colesterolo. Anche qui il consiglio migliore è documentarsi e provare a usare sempre di più questi prodotti. Ne guadagnerà anche il sapore.

Infine, poiché tutto, consumato in gran quantità, può fare male, non esistono alimenti benefici in senso assoluto. La morigeratezza e la capacità di variare sono comunque le vostre più grandi alleate in questo percorso. Non esagerare, quindi, è il consiglio migliore che posso darvi. Il che ha anche un vantaggio, da non sottovalutare: variare e limitare il consumo di alcuni alimenti vi permette di provare cibi diversi, di scoprirne di nuovi, di sperimentare e di concedervi anche la trasgressione del cibo poco salutare, ma buono.

Arrivo a essere trasgressivo: se per una settimana avete mangiato insalata e frutta fresca, legumi, carne bianca da allevamento biologico, pesce fresco, pasta condita con olio extravergine d’oliva e avocado, nel weekend potete anche concedervi un fast food e una bella birra e nessuno si farà male!

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