Essere educatorə è una vocazione, una scelta di vita che richiede passione, dedizione e competenze specifiche. Tuttavia, molti professionisti del settore si trovano spesso a vivere un senso di invisibilità e frustrazione. La frase

“Sono un educatorə, ma nessuno mi considera”

rappresenta un sentimento diffuso tra chi opera nel campo dell’educazione, soprattutto in Italia, dove il ruolo dell’educatore è spesso sottovalutato e non adeguatamente riconosciuto a livello sociale, economico e istituzionale.

Il ruolo fondamentale degli educatorə

Gli educatorə svolgono un compito essenziale: lavorano con bambini, giovani, adulti e anziani in contesti educativi, sociali e riabilitativi. Spesso, sono figure di riferimento nelle comunità, nei centri di accoglienza, nelle scuole, negli ospedali e in molte altre strutture. Il loro lavoro non si limita all’insegnamento di competenze tecniche o didattiche, ma mira a promuovere lo sviluppo personale e sociale degli individui, aiutandoli a superare difficoltà, valorizzare le proprie capacità e integrarsi nella società.

Perché nessuno considera gli educatorə?

Nonostante l’importanza del loro lavoro, gli educatorə si scontrano con numerosi ostacoli che ne riducono la visibilità e il riconoscimento. Quali sono i principali fattori che portano all’invisibilità di questa professione ?

  1. Mancanza di Riconoscimento Professionale: Molti educatorə si sentono svalutati dal punto di vista professionale. La loro figura è spesso confusa con altri ruoli educativi o sociali, come insegnanti o assistenti sociali, senza che venga riconosciuta la specificità delle loro competenze.
  2. Retribuzioni Inadeguate: Gli educatorə spesso percepiscono stipendi bassi, che non riflettono la complessità del loro lavoro. A questo si aggiunge una frequente mancanza di stabilità contrattuale, con molti professionisti che lavorano in condizioni di precarietà.
  3. Scarsa Visibilità Sociale: A differenza di altre figure professionali nel settore educativo, come insegnanti o psicologi, gli educatorə ricevono meno attenzione dai media e dalle istituzioni. Questo contribuisce a una mancanza di consapevolezza pubblica circa il valore del loro lavoro.
  4. Carichi di Lavoro Elevati: Lavorare come educatorə può essere emotivamente e fisicamente faticoso, con carichi di lavoro che spesso superano le aspettative contrattuali.

Le conseguenze del mancato riconoscimento

La mancata considerazione e riconoscimento ha effetti profondi non solo sugli educatorə stessi, ma anche sul sistema educativo e sociale nel suo complesso, come la demotivazione, una scarsa iniziativa di formazione continua o la diminuzione della qualità dei servizi.

Si può ridare valore agli educatorə?

Per contrastare questa tendenza e restituire dignità e visibilità alla figura dell’educatore, è necessario adottare una serie di misure concrete, come il riconoscimento contrattuale che dia una maggiore stabilità lavorativa.

É ora che i media e le istituzioni diano l’importanza che meritano, é ora che ci siano possibilità di formazione continua e soprattutto un valido supporto psicologico che accompagni gli educatorə verso una stabilità emotiva oltre che economica.

La maggior parte delle persone non sanno neanche fino in fondo l’importanza e la mole di lavoro che compete questa professione. Nel libro Le competenze dell’educatore professionale di Walter Brandani e Paolo Zuffinetti si viaggia attraverso le molteplici competenze della professione e l’importanza di questo lavoro.

Essere educatorə è una professione di grande responsabilità e valore, ma spesso trascurata e sottovalutata. È necessario che la società, le istituzioni e le organizzazioni riconoscano finalmente il ruolo fondamentale di questi professionisti, garantendo loro il giusto riconoscimento, un’adeguata retribuzione e condizioni di lavoro dignitose. Solo così potremo garantire un sistema educativo e sociale più equo e di qualità, in cui gli educatorə possano sentirsi valorizzati e supportati nel loro prezioso lavoro.

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