Con ben otto candidature agli Oscar arriva in sala A Complete Unknown, l’atteso biopic di James Mangold che racconta i primi anni della carriera di Bob Dylan, dall’incontro con il mentore Pete Seeger e la leggenda Woody Guthrie all’indiscusso predominio sulla scena folk. A interpretare il cantautore l’ormai noto Timothée Chalamet, celebre tra i vari suoi lavori per le pellicole Dune e Wonka.

Qui nel rendere omaggio a Bob Dylan l’attore non ha soltanto modellato forma fisica ed estetica ma tirato fuori più di qualche performance canora, accompagnato da Monica Barbaro nei panni di Joan Baez e Boyd Holbrook in quelli di Johnny Cash. 

Il viaggio in A Complete Unknown

Quello che fa il regista James Mangold è creare un on the road simbolico che riecheggia il mito americano e fa l’occhiolino a un mondo di merito e talento intrecciati a doppio filo fino a un exploit clamoroso che oggi sarebbe ancor più difficile o arbitrario. Il giovane Dylan arriva a New York con una chitarra e un look trasandato che non è dato sapere quanto sia o meno voluto. Del suo passato, infatti, si conosce ben poco.

A crearsi e ricrearsi di fronte ai nostri occhi è un futuro camaleontico in cui Timothée Chalamet prova a riprodurre l’ascesa folk e la successiva svolta all’elettrico del musicista. Sulle note di A Hard Rain’s A-Gonna Fall, Like A Rolling Stone e Girl From The North Country la pellicola prende il via fino alla svolta del Newport Folk Festival nel 1965.

Cosa funziona e cosa no in questo film

Se consideriamo andatura, postura e timbro nasale Timothée Chalamet, oltre a entusiasmare il pubblico della generazione Z, si dimostra ancora una volta abile nel suo trasformismo. Quel che, però, convince meno è proprio il ritratto di Dylan, personaggio sicuramente complesso, ma che qui vien fuori in modo fin troppo parziale e, soprattutto, poco trasgressivo.

Il triangolo amoroso con Suze Rotolo (nel film chiamata Sylvie Russo) e Joan Baez risulta, poi, decisamente canonico: la prima, interpretata da Elle Fanning, è la bionda angelica che influisce sulla sua formazione politica e si prende cura di lui quotidianamente mentre la seconda, come già detto impersonata da Monica Barbaro, veste i panni dell’amante con tanto di sodalizio artistico. Scelte che sicuramente si rifanno al libro di Elijah Wald A Complete Unknown nonché alla sceneggiatura cui ha partecipato lo stesso Dylan. Ancora una volta per sua scelta imprendibile e incatalogabile. Sfugge e non si fa raggiungere.

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