Il 13 luglio del 2022 saranno vent’anni dal Big Beach Boutique II, il concerto tenuto a Brighton da Fatboy Slim nel 2002. L’evento musicale più grande che il Sussex abbia mai visto.

Ora, è notizia fresca: Norman Cook, aka Fatboy Slim, dj britannico di fama internazionale, da poco più di una settimana ha lanciato un appello sui social (eccolo) rivolto a chiunque avesse partecipato a quel gran concerto che si tenne a Brighton il 13 luglio del 2002. La richiesta è quella di condividere qualunque tipo di testimonianza visiva, quindi foto o video, di quel gigantesco evento, per poterli inserire in “something special”, come dichiara sulla sua pagina Instagram, senza specificare di che progetto si tratti.

Un concerto leggendario

Il Big Beach Boutique II si inserisce in una serie di cinque concerti gratuiti che Fatboy Slim organizzò tra il 2001 e il 2012. Quello del 2002 fu appunto il secondo e fu un evento leggendario. Perché leggendario?

Mentre il primo concerto, tenutosi anch’esso sulla spiaggia di Brighton, fu poco pubblicizzato e vide la partecipazione di circa 40.000 persone, il secondo, che fu spinto da svariati canali radio e spammato sulle facciate di moltissimi autobus, ne ospitò 250.000, un quarto di milione di individui, il doppio della popolazione della cittadina, che in poche ore giunse al collasso.

Fatboy Slim

L’orario di inizio del concerto era fissato alle 18.30, ma già da diverse ore prima, spiaggia e strade adiacenti iniziavano a riempirsi di gente di ogni tipo e di ogni età, moltissimi arrivati da Londra, ma anche da Galles, Irlanda e Scozia. Centinaia e centinaia di persone radunate sotto il segno di Fatboy Slim, sotto il segno della musica.

Gli off-licence e tutti i bar della zona furono praticamente razziati. Al salire del tasso alcolemico, salivano le vibrazioni di eccitazione e la necessità di bagni pubblici, assolutamente insufficienti, il che causò non poche situazioni spiacevoli.

La libertà di movimento in poche ore divenne talmente poca che molti non riuscirono più a spostarsi neanche di un metro dallo spot in cui si trovavano. Alcuni testimoni raccontarono di non riuscire a vedere spazio tra un corpo e l’altro. La situazione sembrò prendere forme quasi apocalittiche, almeno così la definì la testata Sussex Live.

Il capo ispettore Peter Mills raccontò dell’impreparazione generale della sicurezza rispetto alla fiumana di gente che arrivava senza sosta. Gli agenti addetti al controllo dell’area erano circa 50 e si attendevano 60.000 persone, neanche la metà del numero effettivo. A breve giunsero rinforzi da tutto il Sussex e dalla polizia metropolitana londinese.

Al crescere del pubblico e al degenerare di una situazione ingestibile, le forze dell’ordine pensarono inizialmente di cancellare il dj set, ma temendo di incorrere in proteste, se non addirittura rivolte, chiesero a Fatboy di staccare con mezz’ora di anticipo. Damian Harris, il dj che doveva aprire il concerto, racconta di aver visto Norman scendere dal palco terribilmente deluso, avrebbe continuato a suonare senza sosta tanto era inebriato da quell’inquietante spettacolo di corpi danzanti sotto al palco.

Fu un concerto di massa, un’esperienza senza precedenti. La situazione sfuggì di mano: c’erano ragazzi appollaiati su lampioni, altri sui tetti delle edicole e dei locali. Ci furono diversi feriti e insufficienti aiuti medici, spesso anche perché risultava impossibile raggiungere chi ne avesse bisogno. Molti furono recuperati senza sensi in mare dalle barche che stavano lì intorno a viversi il concerto dall’acqua.

Il giorno dopo, Norman Cook ripagò in parte l’operazione di pulizia dell’area, per cui ci vollero tre giorni e più di 300.000 sterline.

Un’esperienza che ti cambia la vita

Dalla descrizione sembra che sia stata una situazione da incubo e invece la maggior parte delle testimonianze e dei commenti, eccetto quelli della polizia e di una fetta degli abitanti di Brighton, furono molto più che positivi. Un commento ricorrente è stato definirla un’esperienza che ti cambia la vita, molti altri lo definirono un evento epico e ancora oggi risuona nei ricordi e nelle anime di chi stava lì con i piedi nella sabbia.

Ci sono anche commenti negativi ovviamente, tra ragazzi spaventati e negozianti che si sono visti trasformare le attività in orinatoi. Nel complesso, resta il fatto che la maggior parte di coloro che hanno partecipato tornerebbero volentieri per un bis. Deve essere stata un’esperienza strana da definire, un bel vortice di emozioni tra eccitazione musicale, venti estivi e spavento per una condizione in cui sembra di essere in gabbia.

Lo stesso Norman Cook affermò di essersi stressato molto a un certo punto del concerto, temendo che si trasformasse in un incubo e che lui potesse essere responsabile di feriti o addirittura morti. Disse anche di aver vissuto un’esperienza indescrivibile, di certo il concerto più grande della sua carriera.

Nel 2006, venne prodotto dalla Capitol Records un DVD con i video girati durante la serata, accostati a tutte le tracce suonate e confluite già nell’ottobre 2002 nell’omonimo album Big Beach Boutique II. Il fatto che Fatboy stia cercando di raggruppare molto altro materiale fa pensare che se ne voglia fare un film-documentario da fare uscire l’anno prossimo per il ventesimo anniversario dall’evento, ma conoscendo l’eccentricità del personaggio non si può mai dire nulla di certo, potrebbe riservare qualche altra bella sorpresa.

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