Cos’è: Il disturbo di personalità borderline (abbreviato in BPD), è definito dal DSM-IV (DSM-IV 301.831) come “un disturbo di personalità caratterizzato principalmente da instabilità emotiva, pensiero estremamente polarizzato e dicotomico, impulsività e relazioni interpersonali caotiche”. Il profilo generale del disturbo comprende anche una marcata e pervasiva instabilità dell’umore, dell’immagine di sé, del comportamento e del senso di identità, che può portare a periodi di dissociazione. È incluso nel cluster B dei disturbi di personalità, i cosiddetti disturbi “drammatico-emotivi”. È di gran lunga il più comune dei disturbi di personalità. Il termine borderline per il disturbo è ampiamente utilizzato, anche in lingue diverse dall’inglese. È stato utilizzato per la prima volta nel 1884, dallo psichiatra C. Hughes, e successivamente dallo psicoanalista Adolph Stern nel 1938 per caratterizzare condizioni psichiatriche che superavano la nevrosi, ma non raggiungevano la psicosi (molti autori descrivono i sintomi del BPD come pseudopsicotici). Secondo questa concezione, è stato stabilito un continuum graduale tra un estremo e l’altro, con il disturbo situato al “limite”. Il concetto formale di disturbo borderline di personalità è relativamente nuovo nel campo della psicopatologia. Non compare nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) pubblicato dall’American Psychiatric Association fino al 1980 (DSM-III). È da allora, una volta ottenuto lo status ufficiale di “disturbo di personalità”, che l’interesse per questa patologia è esploso. Questo risultato è stato raggiunto dopo grandi controversie e dispute iniziate negli anni Settanta. La nomenclatura ufficiale e i criteri diagnostici sono stati concordati attraverso compromessi tra i diversi modelli e sulla base di dati empirico-descrittivi. Con questa definizione, la precedente idea della condizione come fenomeno che oscillava tra nevrosi e psicosi è stata definitivamente abbandonata per costituire una condizione con un’entità propria e non un limite di un continuum tra altre due.

Caratteristiche delle persone borderline:

  1. Avversione: gli studi suggeriscono che gli individui con BPD tendono a sperimentare frequenti e gravi stati di stress avversivo, di lunga durata e spesso innescati dal solo rifiuto percettivo o dal fallimento percettivo.
  2. L’instabilità: i soggetti affetti da BPD possono mostrare un’instabilità emotiva tra rabbia e ansia o tra depressione e ansia. Anche la sensibilità temperamentale agli stimoli emotivi.
  3. Estrema sensibilità al modo in cui gli altri li trattano, reagendo con forza quando percepiscono commenti o critiche offensive.
  4. Manipolazione: le persone affette da BPD sono spesso descritte, anche da alcuni professionisti della salute mentale e dal DSM-IV, come persone deliberatamente manipolatrici o difficili, ma ciò non è vero, poiché analizzando questi comportamenti si nota che si tratta di comportamenti difensivi dovuti all’impotenza nei confronti del dolore e del tumulto interiore o limitati alle competenze e alle abilità sociali.

Sulle malattie mentali consiglio l’ottimo articolo di Alessandra Pontecorvo, pubblicato all’interno della rivista Rewriters (https://rewriters.it/limportanza-della-scelta-delle-parole-per-abattere-lo-stigma-delle-malattie-mentali/).

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