Il 2021 è ormai finito e, forse per un vizio terribilmente umano di romanticizzare tutto quello che minaccia di dissolversi, ci troviamo a fare i bilanci, a spulciare le graduatorie. Ammetto che, nonostante a me sia sempre importato poco di quello che pensano tutti, mi sono lasciata irretire. Nel mio ambito di interesse, ça va sans dire.

Pertanto, ho consultato le varie classifiche con i migliori prodotti in ambito musicale del 2021, un po’ come una mamma con le pagelle del pargolo. L’ho fatto, non nego, sperando di imbattermi in qualche volto, pardon copertina, nota.

Il risultato? Per prima cosa ho constatato che i miei gusti si stanno un po’ svecchiando e che la musica contemporanea non mi butta poi così giù come a Battiato. Questo perché Madame mi piace da impazzire, ho ascoltato I wanna be your slave dei Måneskin ben 66 volte di fila e sul taxi di Rkomi un giretto me lo farei volentieri.

Tuttavia, ho notato, a malincuore, che quasi nessuna hit-parade menziona il disco che ha effettivamente accompagnato il mio 2021. L’uscita più postconcertica dell’anno: un prodotto fresco, stravagante, al passo con le sonorità pop-elettroniche del momento ma al contempo perfettamente in linea con le scelte artistiche del grande cantautorato italiano.

Pubblicato il 12 marzo 2021, per Maciste Dischi, durata complessiva di neanche 40 min, sto parlando di Tante care cose, secondo album in studio di Fulminacci.

A primo impatto, il nome potrebbe non dirvi niente. Sono convinta però che alcuni lettori conoscano il personaggio, complice anche la sua partecipazione all’ultima edizione del festival di Sanremo (Santa Marinella, seconda traccia nel disco, si è piazzata al sedicesimo posto).

Sono altrettanto convinta che pochi gli abbiano prestato la dovuta attenzione: distratti dai modi educati del bravo ragazzo con la chitarra, non ne hanno colto l’irriverenza sorniona. Dategli un’altra chance, fatelo con Tante care cose! Il titolo non inganna: in questo album le cose sono effettivamente tante, e tutte davvero care.

Ci sono parabole brillanti, superbi stralci di vita vera, una spudorata voglia di non prendersi troppo sul serio e una maturità di contenuti e forme che spiazza.
Le canzoni di Fulminacci, al secolo Filippo Uttinacci, sono esteticamente accattivanti, dense di pensiero e scorrono che è una meraviglia. 

Il mio consiglio è uno ed è spassionato: tenetelo d’occhio! Niente di più facile in questo nuovo anno, visto che a marzo parte il suo tour in giro per i club italiani. Toccherà otto località, dal Vox di Nonantola (Mo) al Duel di Napoli. Ma attenzione, perché è già stato registrato qualche sold out. Dunque bisogna affrettarsi. I biglietti della tournée sono disponibili sui circuiti Ticketone e Vivaticket.

Vi lascio in coda anche una breve e personalissima guida all’ascolto, con l’intento di stuzzicare ancora di più la vostra curiosità. 

Per recuperare un po’ di sprint, affidati al ritmo irresistibile di Tattica oppure lascia che Miss Mondo Africa ti entri prepotentemente in testa, per giorni. 

Un fatto tuo personale e Canguro, così come Forte la banda sono squisitamente provocatorie. Nei loro testi il cantautore romano irride aspetti problematici del sociale, creando una miscela portentosa di esperienze personali e disagi che appartengono al mondo esterno. 

Santa Marinella e Le biciclette sono decisamente meno catchy quanto alla scrittura (e proprio per questo non le preferisco) ma si sviluppano su intervalli musicali che incantano

Conquistano il mio podio Giovane da un po’, Meglio di così e La grande bugia: tre pezzi sinceri, dialogici, generazionali.

Che dire, spero quantomeno di avervi trasmesso un po’ della mia passione. Concludo con i miei più sentiti auguri di inizio anno e… tante care cose!

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