Cinque motivi per visitare New York (e uno per non farlo)
Diario di viaggio di una ventenne alla scoperta della Grande Mela.
Diario di viaggio di una ventenne alla scoperta della Grande Mela.
Sono stati otto giorni intensi quelli che ho passato a New York. Soprattutto se guardo il mio contapassi e scopro di aver camminato 20 chilometri al giorno. Eppure, se ripenso a quello che è successo in quegli otto giorni, mi sembra che il tempo sia volato.
Ora che vi scrivo, è già passata una settimana da quando sono tornata. Il jet leg sta scomparendo e sto cominciando a realizzare che quello che ho vissuto è realmente successo. Ma se un anno fa mi avessero detto che sarei stata a New York, per giunta a Capodanno, non gli avrei creduto. Invece eccomi qua, a raccontarvi di un viaggio che mi ha cambiato la vita. In fondo i viaggi servono a questo: ti cambiano e ti arricchiscono.
Quando sono atterrata a JFK, il 26 dicembre 2024, si respirava già un’atmosfera di festa, ma solo una volta arrivata in città mi sono resa conto di cosa significasse veramente essere a New York. Grattacieli che sfiorano le nuvole, luci che illuminano la città come fosse giorno, artisti di strada che animano ogni angolo e, naturalmente, tombini fumanti (che, a differenza di quanto si pensa, emanano un odore tutt’altro che instagrammabile). Ma ciò che davvero caratterizza New York è la sua vitalità. La città pulsa di energia in ogni angolo, ed è questa energia che ti cattura e ti fa sentire parte di qualcosa di più grande.
Ci sarebbero innumerevoli motivi per visitare New York, ma per non essere troppo prolissa ve ne darò solo 5. Tuttavia, leggendo il titolo presumo vi sarete chiesti perché abbia inserito anche un motivo per non visitare questa città. Ora ve lo spiego.
Al primo posto tra i cinque motivi per cui visitare New York c’è sicuramente la cultura e l’arte. A New York l’arte è ovunque, dentro e fuori i musei. Dal MET e il MoMA alle gallerie d’arte più piccole nei quartieri più alternativi, ogni angolo della città ti offre un’opportunità di scoprire qualcosa di nuovo. Per non parlare poi dei musical e degli spettacoli di Broadway, un’esperienza unica che rientra tra i motivi per cui vorrei tornarci.
Anche (e forse soprattutto) dal punto di vista architettonico, New York è una città unica nel suo genere. Ovunque ti giri, mura di grattacieli ti costringono a camminare con il naso all’insù, come se fossi dentro ad un film. Per non parlare della vista che si ammira una volta saliti sulla cima, dove si capisce l’immensità della città a confronto con la nostra minuzia.
Vi dicevo prima, New York è un melting pot di culture, etnie e tradizioni. Ogni quartiere ha una sua identità: Chinatown, Little Italy, Harlem ecc. Ogni angolo della città ti racconta una storia diversa, e passeggiando per le sue strade ti permette di fare un viaggio senza nemmeno lasciare la città. E poi che dire di Central Park. Di inverno (e con la neve) è ancora più magico: i rumori della città spariscono, sei solo tu e la natura.
Tra i must-to-visit non possono mancare quelli che io ho soprannominato i big three: il ponte di Brooklyn (da visitare la mattina, quando ancora non è molto affollato), la Statua della Libertà e Ground Zero. Il memoriale delle Torri Gemelle è un luogo che rimarrà per sempre nel mio cuore. Quando ci fu l’attentato nel settembre del 2001 io non avevo neppure un anno. Non ho memoria (ovviamente) di quel momento, perciò nel corso degli anni ho letto articoli, ascoltato storie e visto documentari che mi permettessero di comprendere la portata di quell’evento. Ma solo una volta lì, di fronte alle vasche, ho acquisito la consapevolezza che quello che avevo visto/letto/ascoltato era accaduto realmente.
Se proprio devo trovarle un difetto, vi direi che per alcuni New York potrebbe essere too much, come direbbero da quelle parti: too much big, too much chaotic, too much noisy, too much crowded. La città non ti dà tregua, e se non sei abituato al suo ritmo frenetico, potrebbe diventare opprimente. A volte ti senti sopraffatto dalla sua energia e dal suo caos. Ma, d’altra parte, è anche questo che rende New York unica: ti coinvolge, ti sfida e, soprattutto, ti fa sentire vivo.
Per questo la definirei anche too much bustling, too much vibrant, too much magnetic e soprattutto too much addictive. Avevano ragione quelli che mi dicevano che New York è una di quelle città che ti entra nel cuore per poi non andarsene più. Un po’ come il mal d’africa, in questo momento ho il mal di New York.
Se non siete grandi amanti dei fast food, non preoccupatevi. A New York non c’è solo quello. Anche io temevo di tornare con 10kg in più, invece (sorprendentemente) non è successo. Tra uno smashed burger e una slice da Joe’s Pizza, sono riuscita anche a mangiare sano senza spendere un occhio nella testa. Ho provato alcuni ristoranti vegetariani/vegani non rinunciando ad alcuni piatti tipici come il pastrami da Katz’s Delicatessen, diner iconico dove è stata girata una delle scene più famose del film Harry ti presento Sally, che però personalmente non mi ha fatto impazzire.
Anche le bakery sono ovunque: non potete non assaggiare i pancakes con lo sciroppo d’acero e i bagel, dolci o salati che siano. Insomma, non partite prevenuti perché avrete l’imbarazzo della scelta. L’unica accortezza, prima di entrare a mangiare in qualsiasi posto controllate il voto che gli è stato assegnato in seguito alle ispezioni sanitarie: quelli migliori hanno esposto la lettera A, ma ne troverete alcuni anche con la lettera B o C o ancora con la scritta “grade pending” che sarebbe meglio evitare.
Tirando le somme, posso dire che questo viaggio a New York è stato una delle esperienze più belle della mia vita. Sicuramente per me ha influito anche il fatto che si trattasse del primo viaggio fuori dall’Europa e il primo viaggio in America, ma da quando sono tornata mi sento una persona completamente diversa. New York mi ha lasciato un segno indelebile e una parte di me è rimasta lì. La definirei per questo “The (Big) apple of my eye”, riprendendo uno slang che negli States si usa per indicare generalmente una persona che occupa un posto speciale nel cuore di qualcuno. So che molti si rispecchieranno nelle mie parole, per questo consiglio a chiunque abbia la possibilità e l’opportunità di visitarla, di farlo almeno una volta nella vita.