La mostra itinerante sul gioiello devozionale amplia il concetto di perdita a temi collettivi, come la distruzione delle foreste e l’estinzione di specie animali. E’ questo il senso di Devotional Jewellery, Gioiello Devozionale. Pensieri Preziosi XVII from Padova, Italy, l’esposizione che si tiene dal 26 settembre fino al 13 ottobre 2023 presso la sede di Escola Massana, a Barcellona.

Il progetto, inaugurato lo scorso inverno all’Oratorio di San Rocco di Padova per la 17° edizione della rassegna internazionale del Gioiello Contemporaneo, Pensieri Preziosi, costituisce una mostra itinerante che ora approda in Spagna, proponendo le opere di oltre 80 autori di provenienza internazionale, selezionati tra coloro che hanno risposto al Bando di AGC – Associazione Gioiello Contemporaneo – promotore dell’iniziativa.

Gli artisti orafi coinvolti nel progetto sono stati chiamati a interpretare il gioiello devozionale, ovvero un gioiello che custodisce una memoria affettiva, un sentimento di devozione, appunto, molto diffuso nella tradizione e, in passato, volto soprattutto alla devozione religiosa, al lutto o al sentimento amoroso (come i gioielli di età georgiana o vittoriana).

Oggi si è voluto indagare il gioiello devozionale nella prospettiva di una sensibilità contemporanea rispetto agli eventi del nostro tempo e alla realtà che ci circonda.

Devozione è quindi qui intesa anche come senso di incertezza e timore, nostalgia di una serenità perduta e di sicurezze smarrite.

La mostra ruota intorno al tema della perdita, del ricordo, dell’affezione per chi non c’è più o è lontano da noi, ma affronta anche temi collettivi e di drammatica attualità, ampliando quindi il concetto e il significato di loss.

I lavori esposti esprimono le diverse personalità di numerosi maestri orafi e raccontano storie, concetti, emozioni ma anche scelte tecniche e operative differenti, facendo emergere, attraverso interpretazioni interessanti e variegate, la sensibilità di ciascuno di fronte a un tema così delicato e complesso, oltre che la volontà di non voler disperdere tecniche artistiche che raccolgono il significato culturale di una terra, come quella del Kintsugi, metafora di come nella vita cerchiamo di ripararci da ferite fisiche o emotive, proprio come una cicatrice.

Kakimoto Yukiko, “Metamorphose” – Courtesy Elena Alfonsi

Alcuni artisti hanno evocato il senso di tristezza e rammarico per la progressiva e inarrestabile distruzione del pianeta, della bellezza della natura e delle numerose specie animali e vegetali che fanno parte del nostro habitat.

Sara Progressi, “Deserto” – Courtesy Elena Alfonsi

Altri, invece, hanno preferito far emergere, attraverso il gioiello, le emozioni positive, quelle che dopo il dolore riaffiorano, donando ricordi felici, che resteranno indelebili nella mente e nel cuore.

Caterina Zanca, “Abbraccio” – Courtesy Elena Alfonsi

“Altre opere vogliono dare il senso della vita che scorre, che è cambiamento, facendo capire che anche la morte fa parte della vita, è un mutamento dell’essere che dobbiamo accettare divenendo un tutt’uno con l’Universo”, 

spiega Mirella Cisotto Nalon, ideatrice della rassegna ed esperta di gioielleria contemporanea, curatrice della mostra in collaborazione con Maria Rosa Franzin di AGC e su un’idea di Elena Alfonsi, studiosa di tanatologia culturale e di storia della critica d’arte.

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