Essere vulnerabili per essere sani: l’arte di riscoprirsi umani con “Iosonovulnerabile”
"Iosonovulnerabile", progetto transdisciplinare fino all’11 febbraio 2025 ospitato presso Villa Altieri a Roma.
"Iosonovulnerabile", progetto transdisciplinare fino all’11 febbraio 2025 ospitato presso Villa Altieri a Roma.
In una società sempre più dominata dalla logica della performance, dell’efficienza a ogni costo e dell’individualismo esasperato, emerge la necessità di riscoprire una dimensione autenticamente umana: quella della vulnerabilità. È questo il tema cardine di Iosonovulnerabile, il progetto transdisciplinare di Sergio Mario Illuminato, che fino all’11 febbraio 2025 sarà ospitato presso Villa Altieri a Roma.
La mostra, arricchita da opere, performance e contributi di giovani artisti, invita il pubblico a riflettere su come la fragilità possa rappresentare un antidoto alle derive più alienanti della modernità.
Viviamo in un mondo dove si misura il valore dell’individuo attraverso i suoi risultati: chi non raggiunge standard di successo viene marginalizzato, spinto a vivere in solitudine o, nei casi estremi, a ritirarsi dalla società stessa. È il caso degli hikikomori, giovani che scelgono un isolamento radicale come risposta a un sistema che li spinge oltre i loro limiti emotivi e psicologici. In questa cornice, il progetto Iosonovulnerabile rappresenta una contro-narrazione potente, che eleva la vulnerabilità a forma di resistenza e forza creativa. Le quindici opere della serie Organismi Artistici Comunicanti incarnano visivamente questa idea. Questi quadri-sculture, composti da materiali vivi e mutevoli come ferro ossidato, foglie d’oro e cera, rivelano crepe e ferite che non sono mascherate, ma celebrate. La loro continua trasformazione diventa un invito per lo spettatore a confrontarsi con i propri limiti, accettando che la fragilità non è un difetto, ma una qualità che ci rende profondamente umani.
La vulnerabilità, nell’ottica di Illuminato, non è sinonimo di debolezza, ma il punto di partenza per una rigenerazione individuale e collettiva. Opere come il video Corpus et Vulnus e il cortometraggio Vulnerare esplorano questa idea, trasformando la percezione dell’arte da oggetto statico a organismo dinamico, capace di mutare e interagire con il contesto che lo circonda. Attraverso immagini e narrazioni evocative, questi lavori ricordano che l’essere umano non è un’isola, ma una rete di relazioni ed emozioni che lo collegano agli altri e al mondo.
Iosonovulnerabile non si limita a una riflessione personale; coinvolge giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Roma e dell’Istituto Piaget Diaz, dando voce a una nuova generazione che ha vissuto sulla propria pelle le pressioni della società contemporanea. Esporre le loro opere accanto a quelle di Illuminato crea un dialogo generazionale, evidenziando come il tema della vulnerabilità attraversi epoche e culture, offrendo risposte diverse ma complementari. Il progetto si inserisce inoltre in un contesto istituzionale di grande rilievo, con il patrocinio del Parlamento Europeo, del Ministero degli Affari Esteri e altre importanti realtà. Questo supporto sottolinea come la vulnerabilità sia un tema universale, capace di unire le arti, la politica e la società civile in un obiettivo comune: ritrovare un senso di umanità condivisa.
In un’epoca che spinge verso il perfezionismo e l’iperconnessione, Iosonovulnerabile ci invita a rallentare, ad abbracciare le nostre imperfezioni e a vedere nella vulnerabilità una via per la salute mentale ed emotiva. Essere vulnerabili, in fondo, significa essere sani: significa riconoscere i propri limiti, accettare il fallimento come parte integrante del processo di crescita e valorizzare il potere trasformativo delle relazioni autentiche. L’arte, in questo senso, si fa veicolo di una rivoluzione silenziosa, capace di opporsi alla società della performance e di proporre un modello alternativo, dove la fragilità non è un peso, ma una risorsa. Come scrive il curatore Illuminato, l’arte non è un lusso, ma una necessità vitale. E in questo caso, diventa il mezzo per riscoprire ciò che di più vitale abbiamo: la nostra umanità.
Credits fotografici: Alessandro Spitale
1 Comment
Fantastico, arte sociale riflessa e riflessiva