Qualche tempo fa ho parlato su questo blog di Hikikomori, il termine giapponese con cui si identifica iI totale isolamento volontario, soprattutto dei giovanissimi, che scelgono di non vivere più una vita reale e di preferire la solitudine alla socialità. A riprova dell’importanza del fenomeno e del suo impatto sociale sulla vita del Paese, nei giorni scorsi il tema è approdato in Parlamento grazie alla mozione dell’On. Augusta Montaruli.

Ho avuto la possibilità di scambiare con lei alcune riflessioni così da provare a dare, insieme, maggiore impulso alle politiche di attenzione e supporto alla Salute Mentale in tutte le sue forme.

On. Augusta Montaruli

Hikikomori, la mozione approvata dal Governo

On. Montaruli la sua mozione sull’Hikikomori è stata approvata. Questo cosa vuol dire in termini pratici?
Attraverso l’approvazione di questo testo il Governo si impegna mettere in atto iniziative di prevenzione e sostegno per coloro che sono colpiti da questo disagio ma anche per le famiglie. Sono le famiglie infatti le protagoniste, le prime sentinelle, del fenomeno. Hanno già avuto anche un incontro al ministero dell’Istruzione proprio in vista di questa approvazione: aiutarle anche ad arginare l’abbandono scolastico è fondamentale ed è quello che stiamo facendo.

Come e perché nasce il suo interessamento ad un tema ancora poco conosciuto?
Una mia amica ha un figlio che non voleva più uscire di casa per mero rifiuto della società, dando ad essa un giudizio netto negativo e trasformandolo in un rifiuto totalizzante. Non voleva più incontrare nessuno, amici, insegnanti, affetti. Da qui ho cercato di capire il perché e ho compreso che riguarda molte più famiglie di quante si pensi anche se ancora mancano dati certi. Ora con la nostra mozione c’è un impegno a raccoglierli in maniera sistematica intervenendo principalmente dalle scuole.

La salute mentale dei giovanissimi, situazione emergenziale

La salute mentale, soprattutto dei giovanissimi, sta assumendo dimensioni emergenziali, perché, ancora, non si interviene in maniera decisa?
Perché si pensa sempre che non riguardi noi e c’è un tabù. Invece ci riguarda eccome. Il ritiro dagli affetti è peraltro l’anticamera di atteggiamenti suicidi per esempio. Questo però è un tema che sto affrontando separatamente vista l’estrema complessità ma che presto sarà oggetto di un mio intervento legislativo.

Quindi ha in programma altre iniziative o proposte sul tema?
Assolutamente si. Con la famiglia dei genitori Hikikomori vogliamo continuare a lavorare per un protocollo di sostegno alla continuità scolastica anche di chi non vuole uscire dalla propria stanza.

Ogni articolo su questo blog si chiude con un suggerimento per i nostri lettori. Un libro, un film, una canzone o un approfondimento sul tema trattato. Questa volta faccio scegliere a lei…
Non è specifico sull’ Hikikomori ma suggerisco Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron. È un monito, ma anche un messaggio di fiducia verso chiunque stia soffrendo ora e abbia bisogno di aiuto. La politica deve essere lì dove si sta male e dare una visione per uscire dal buio.

Ringrazio molto Augusta, che è un’amica prima ancora di essere una parlamentare, non solo per avermi concesso questa intervista ma anche e soprattutto per il suo impegno sul tema della salute mentale. Solo se la politica deciderà di fare la sua parte potremo davvero provare ad abbattere lo stigma.

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