«Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso». Guy Debord.

«Quanto segue è ispirato a una storia vera, la storia vera è ispirata a una storia falsa, la storia falsa non è molto ispirata». Incipit dal film Favolacce.

Favolacce dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo si è aggiudicato L’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura all’ultimo Festival di Berlino. In Italia gli sono stati assegnati ben cinque Nastri D’argento, tra cui miglior film e migliore sceneggiatura. L’uscita nel nostro paese era prevista per il mese di aprile ma a causa del Covid-19 è stato collocato sulle principali piattaforme on demand a partire dal mese di Maggio.

Se il loro primo lungometraggio, La terra dell’abbastanza, aveva già indicato la direzione della loro estetica cinematografica, con quest’ultima pellicola, il discorso si definisce maggiormente. I due registi romani rientrano nel novero di veri e propri pensatori, come ricordava il filosofo Gilles Deleuze nei suoi fondamentali testi sul cinema: «I cineasti sono paragonabili a pensatori, più che ad artisti. Essi pensano, infatti, con immagini-movimento e con immagini-tempo, invece che con concetti».

Analizziamo una delle inquadrature più significative all’inizio della pellicola: la m.d.p. (Macchina da presa) riprende in campo lungo uno dei protagonisti, Bruno (un Elio Germano in stato di grazia) intento a cenare nel giardino di casa con la famiglia. L’inquadratura rimane fissa per tutto il tempo, imperturbabile a fronte di un dramma che sta accadendo: il figlio rischia di soffocarsi con un boccone di cibo. La distanza dai personaggi viene mantenuta per tutto il film provocando una sensazione di inquietudine, l’emozione della situazione non viene spezzata con il montaggio e ci comunica una maggiore drammaticità. La lontananza permette anche di offrirci quasi una visione oggettiva, volutamente fredda: l’osservazione di due entomologi che analizzano questa mutevole umanità come se fosse all’interno di un formicaio. Le domande che ne scaturiscono sono fondamentali e ci ricordano il filosofo Nietzsche quando si pone la domanda: «[…] Che cosa significa nichilismo? Significa che i valori supremi si svalutano. Manca lo scopo. Manca la risposta al “perché?”».

La vicenda narra l’analisi impietosa di un gruppo di famiglie nella periferia di Roma, a sud del Grande Raccordo Anulare, l’ubicazione conta poco però, la storia che i due fratelli ci descrivono potrebbe essere ambientata in qualsiasi sobborgo di una grande città europea.

Lo svuotamento di senso dei comportamenti degli adulti, invischiati in ricatti, gelosie, rabbia repressa, vendette, paranoie e ignoranza emotiva si trasferisce sui figli, sempre più abbandonati al loro destino: confusi e spaesati reclamano una attenzione negatagli. La fotografia è disturbante (virata principalmente in un giallo/verde lisergico) e la capacità di raccontare per immagini è espressa con una limpidezza e consapevolezza abbagliante. Il cinema ha il suo linguaggio, e i due cineasti lo hanno metabolizzato alla perfezione, usando le armi del sarcasmo e dello humor nero, e sapendo esattamente cosa e come filmare, in breve dove posizionare la m.d.p., operazione che solo i registi di razza sanno fare.

Se l’inizio è folgorante, con le icastiche inquadrature del muro con le formiche, la piscina, il lungometraggio si chiude con le due famiglie diverse che guardano il telegiornale che commenta un fatto di cronaca nera: la realtà si confonde con l’immagine, con lo spettacolo. Come ricordava il filosofo e sociologo Jean Baudrillard a proposito della televisione: «Il delitto perfetto consiste in una realizzazione incondizionata del mondo attraverso l’attualizzazione di tutti i dati. […] Insomma: la soluzione finale, la risoluzione anticipata del mondo mediante la clonazione della realtà e lo sterminio del reale col suo doppio».

Il cinema dei Fratelli D’Innocenzo è sfrontato, autoriale, coraggioso, problematico, cioè tutto ciò che il cinematografo dovrebbe essere: sono nati due magnifici artisti della macchina da presa e ne siamo profondamente felici.

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