Incontriamo oggi una giovane attrice di talento e ingegno fuori dal comune: Giulia Giordano per ascoltare fantastici racconti di improvvisazione teatrale e matriarcato.

Da qualche tempo giri l’Europa attraverso intensivi di improvvisazione teatrale: raccontaci qualcosa!
Da ottobre sono partita da Farnese, il borgo in Tuscia in cui abitavo da un anno con mia figlia, seguendo il mio daimon. Venivo dall’intensa esperienza di collaborazione con Elena Guerrini a Manciano al Festival di teatro A veglia, teatro del baratto, che era stata per entrambe una “magnifica rinascita”. Quando sono partita non avevo una visione chiara, solo un grande desiderio di viaggiare e lavorare con i miei laboratori di teatro in natura in tutto il mondo; ho scelto di fidarmi del mio intuito, consapevole che il cammino si crea camminando, come dice la poesia di Machado. Da subito ho iniziato a tenere piccoli laboratori di teatro ovunque e con chiunque, a offerta libera. Nei miei workshock si fa training, esercizi fisici, ludici e psichici ispirati alle pratiche di Grotosky, Barba, Stanislavskj, e anche alla danza contemporanea, e in parte inventati da me nelle prime esperienze di “sopravvivenza teatrale” nei boschi della Tuscia. Si arriva alle improvvisazioni strutturate e alla scrittura scenica solo quando la mente razionale si rilassa e resta lì serena a osservare, mentre la mente poetica si sbizzarrisce e crea attraverso i corpi, le voci, le interazioni con l’ecosistema.

Ti interessa ancora una carriera da attrice in senso più istituzionale?
Ho due spettacoli in produzione di cui sono autrice e attrice. Non lavoro nel cinema dal 2020 e in generale ho sempre lavorato solo in progetti di cui condivido i valori: non mi interessa la televisione (a parte rari casi), e la pubblicità. Sento il bisogno di alternare eremitaggio artistico e mondanità, per questo sono andata a vivere vicino al bosco a Farnese.

Giulia Giordano e il matriarcato

Tra gli interessi di Giulia Giordano c’è lo studio del matriarcato: in che termini e con che eventuale applicazione? 
Prima ancora dello studio sono partita da una sperimentazione pratica: ho creato una famiglia matriarcale con mia figlia Stella Lu. C’è un totale rispetto del maschile e del femminile, fuori e dentro di noi, nessun vincolo/co-dipendenza con uomini, e c’è una grande comunità diffusa attorno a noi, per cui non siamo sole, né vittime, anzi, a nostra volta ci prendiamo cura di tanti bambini delle comunità in cui viviamo, ovunque andiamo. Con Francesca Rosati Freeman abbiamo notato una somiglianza tra la mia organizzazione familiare e quella delle Moso, nello Yunnan, nel Sud della Cina. È da anni che mi appassiono di società matriarcali nel mondo, dai libri e dagli articoli di altre donne, antropologhe e ricercatrici, come Heide Goettner Abendroth. Mi interesso di archetipi femminili, antichi saperi, società fondate sulla cooperazione e il mutuo aiuto; mi interessano storie di matriarcati, gilanie (Organizzazioni sociali anteriori al patriarcato, esistite in Europa tra il 7000 e il 3500 a.C. e caratterizzate dall’eguaglianza tra sessi e dalla sostanziale assenza di gerarchia e autorità centralizzata).  Negli spettacoli a cui sto lavorando confluiscono anche questi temi, mi sono lasciata ispirare in particolare da ‘Donne che corrono coi lupi’ di Clarissa Pinkola Estes, e da ‘Chi ha cucinato l’Ultima cena’ di Rosalind Miles.


Cosa è una pecora oro?
Pecora oro è un termine che ho coniato per definire il processo alchemico che affronta una “pecora nera” quando scopre il suo valore, la sua autenticità e la sua missione dell’anima e si trasforma da reietta a pioniera del nuovo mondo, fonte d’ispirazione. Le pecore d’oro sono le persone che portano luce e trasformazioni radicali nel loro albero genealogico/clan familiare e nel mondo intero.

I workshock itineranti
e il teatro di comunità

Come programmi di sviluppare ulteriormente le tue proposte formative?
Nei prossimi mesi continuerò con i workshock itineranti, al tempo stesso sento il bisogno di fermarmi, completare i due spettacoli a cui sto lavorando, coinvolgere i partecipanti ai miei laboratori nella scrittura scenica; creare un progetto di teatro di comunità a Farnese. Il 26 agosto sarò ospite di un evento di storytelling su stili di vita sostenibili, a Messina, al lido Octopus organizzato da Elena Giardina ed Elena Bonaccorsi; il 27 agosto terrò un ultimo workshock di teatro al mare in Sicilia, alle Montagne di Sabbia, San Saba, un luogo incredibile.

Dal 3 settembre saremo al Convento Santa Maria del Giglio a Bolsena, per un Ritiro creativo (si può dormire in convento sia il 2 che il 3), ospiti dell’Associazione Punti di vista. Sto collaborando con una cantautrice Aria Falco, che lavora sull’armonizzazione delle voci e cura l’anima con musica medicina autoprodotta.   

Il 9 e il 10 di settembre parteciperò al Festival A bordo, il festival di Mediterranea Saving Humans, alla C.A.E. a Roma, con un laboratorio di racconti itineranti e teatro musicale rivolto ai più piccoli, ideato da Isabelle Binet, musicista e pedagoga.

Per restare informati sugli eventi futuri ecco il sito di Giulia Giordano: www.giuliagiordano.it  e la sua pagina IG che aggiorna spesso: @giuliagiordanoff.

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