(English translation below)
Quando la ministra della cultura francese Roselyne Bachelot ha annunciato l’ingresso di queste opere nel meraviglioso Palazzo Salé di Parigi, già sede di una grande permanente su Picasso, ha definito la donazione un evento eccezionale.

In effetti ha davvero dell’eccezionalità, perché si tratta di nove capolavori – sei dipinti, una scultura, un album di schizzi e una statuetta  – che vanno ad aggiungersi alla più ricca collezione al mondo di opere dell’artista.

L’esposizione è organizzata cronologicamente e strutturata intorno a questi nove capolavori; ogni stanza crea un dialogo con le nuove opere che sono state collocate accanto alla collezione artistica del museo.

L’obiettivo è quello di approfondire lo sguardo su alcuni momenti cruciali nell’opera di Picasso, esplorando aspetti chiave del suo lavoro come il suo rapporto con la ritrattistica e con la tradizione, e il suo uso della scrittura come parte del processo creativo.

La donazione è stata attuata grazie al regime di donazioni in franchigia attivo in Francia dal 1968, che permette di pagare l’imposta di successione in natura anzicché in danaro qualora il valore delle opere sia considerato straordinario. Questo stile di acquisizione è la chiave dell’identità del Musée Picasso, che è stato fondato nel 1979 proprio per ospitare le donazioni fatte da Pablo Picasso sotto questo sistema.

L’ultima donazione di Maya Ruiz-Picasso abbraccia diverse discipline e copre un ampio arco temporale dal 1895 al 1971, rappresentando un’importante aggiunta alla collezione.

Tra le nuove donazioni compare un ritratto del padre di Pablo Picasso dipinto nel 1895, lo Studio per suonatore di mandolino del ’32, il ritratto del ’39 della nonna svedese di Maya Ruiz-Picasso intitolato Ritratto di Émilie Marguerite Walter, la Venere del Gas, una scultura del 1945 intitolata El Bobo, un dipinto a olio del ’59 ispirato alla figura del nano di corte ritratta da Velázquez, un taccuino con schizzi suggeriti dal Pranzo sull’erba di Edouard Manet, e un dipinto a olio  del ’71 intitolato Testa d’uomo.

A completare la donazione della figlia di Picasso alla Francia un oggetto che non è opera di Pablo Picasso ma è una statuetta che fu acquistata dall’artista agli inizi del XX secolo e che è sempre stata presente nella sua casa, una statuetta Tiki delle Isole Marchesi, superbo esempio di arte primitiva.

La donazione va dunque ad arricchire una collezione già di per sé ricchissima di opere di Pablo Picasso tra disegni, ceramiche, sculture e dipinti in cui il visitatore viene completamente immerso nella vita quotidiana dell’artista grazie a fotografie e splendidi filmati d’epoca in bianco e nero proiettati a tutta parete nelle sale bianche del museo.

Pablo Picasso fotografato sull’amato dondolo nel suo studio
Jeune femme assise sur la chaise – Pablo Picasso – opera esposta presso il Musée Picasso di Parigi

Tra i contributi più significativi della collezione ci sono due video che mostrano tutta la creazione artistica di due disegni di Picasso dal primo tratto di pennello fino all’ultima sfumatura.

I video furono creati dal cineasta Henri-Georges Clouzot, uno dei protagonisti del cinema noir francese degli anni cinquanta, riprendendo la tela dal retro, grazie all’uso di inchiostri speciali che penetrano la tela. Il risultato è sorprendente: noi vediamo il quadro mentre nasce e si sviluppa, ma senza la presenza dell’artista, con il solo fruscio del pennello sulla tela.

Si resta senza parole nello scoprire il modo in cui l’artista costruisce la scena, senza mai alcun ripensamento, andando a riempire quel vuoto bianco con un’immagine che si materializza davanti ai nostri occhi in quattro minuti così come lui l’aveva pensata un attimo prima. Non c’è modo più emozionante per sapere cosa passa per la mente di un artista seguendo semplicemente la sua mano.

Durante la visita sarà difficile staccare lo sguardo dalle opere di Pablo Picasso, ma provateci perché vi accorgerete che il contenitore è altrettano degno di nota quanto il contenuto.

Il Palais Salé infatti è uno dei più raffinati ed eleganti hôtel particulier di Parigi, costruito tra il 1656 e il 1659 per volontà dell’esattore fiscale Pierre Aubert, signore di Fontenay, che si era arricchito raccogliendo la tassa sul sale (da cui il nome di Palazzo Salato).

Un’architettura che esprime tutto lo sfarzo seicentesco nella grande scala d’onore che è un tripudio di stucchi, nelle pavimentazioni a scacchi, nei ricchissimi motivi floreali della balaustra in ferro battuto e in un sovrapporsi di luci e ombre dosato sapientemente dalle ampie vetrate.

Dal 16 aprile al 31 dicembre 2022 presso il Musée Picasso, Palais Salé, 5 rue de Thorigny, 75003 Paris.

ENGLISH VERSION

A new donation of works
by Pablo Picasso from April 19
to the Palais Salé in Paris

On April 19, the Picasso Museum in Paris inaugurates a new collection of works by the great Spanish artist thanks to a donation made by Maya Ruiz Picasso to avoid inheritance taxes.

When the French minister of culture Roselyne Bachelot announced the entry of these works into the wonderful Salé palace in Paris, which is already the site of a large permanent on Picasso, she called the donation an exceptional event.

In fact, it is truly exceptional, because it consists of nine masterpieces – six paintings, a sculpture, a sketchbook, and a statuette – which add to the world’s richest collection of the artist’s works.

The exhibition is organized chronologically and structured around these nine masterpieces; each room creates a dialogue with the new works that have been placed next to the museum’s art collection.

The goal is to deepen the look at some crucial moments in Picasso’s work, exploring key aspects of his work such as his relationship with portraiture and tradition, and his use of writing as part of the creative process.

The donation was implemented thanks to the franchise donation scheme active in France since 1968, which allows you to pay inheritance tax in kind rather than cash if the value of the works is considered extraordinary. This style of acquisition is the key to the identity of the Musée Picasso, which was founded in 1979 precisely to host the donations made by Pablo Picasso under this system.

Maya Ruiz-Picasso’s latest donation spans several disciplines and covers a wide time span from 1895 to 1971, representing an important addition to the collection.

Among the new donations, there is a portrait of Pablo Picasso’s father painted in 1895, the Study for a mandolin player of ’32, the portrait of ’39 of the Swedish grandmother by Maya Ruiz-Picasso entitled Portrait of Émilie Marguerite Walter, the Venus of Gas, a sculpture from 1945 entitled El Bobo, an oil painting from ’59 inspired by the figure of the court dwarf portrayed by Velázquez, a notebook with sketches suggested by Edouard Manet’s Lunch on the Grass, and an oil painting from ’71 entitled Head of a man.

To complete the donation of Picasso’s daughter to France, an object that is not the work of Pablo Picasso but is a statuette that was purchased by the artist in the early twentieth century and that has always been present in his home, a Tiki statuette from the Marquesas Islands, a superb example of primitive art.

The donation, therefore, enriches a collection that is already very rich in Pablo Picasso’s works, including drawings, ceramics, sculptures, and paintings in which the visitor has completely immersed in the artist’s daily life thanks to splendid black and white period films, projected on the walls of the museum’s white rooms.

Among the most significant contributions of the collection, there are two videos showing the artistic creation of two Picasso drawings from the first stroke of the brush to the last shade.

The videos were created by the filmmaker Henri-Georges Clouzot, one of the protagonists of French film noir of the 1950s, using the canvas from the back, thanks to the use of special inks that penetrate the canvas. The result is surprising: we see the painting as it is born and develops, but without the presence of the artist, with only the rustle of the brush on the canvas.

We are left speechless in discovering the way in which the artist constructs the scene, without ever having any second thoughts, going to fill that white void with an image that materializes before our eyes in four minutes just as he had thought of a moment before. There is no more exciting way to know what goes through an artist’s mind simply by following his hand.

During the visit, it will be difficult to take your eyes off the works of Pablo Picasso, but try it because you will find that the container is just as noteworthy as the contents.

In fact, the Palais Salé is one of the most refined and elegant hotels Particulier in Paris, built between 1656 and 1659 by the will of the tax collector Pierre Aubert, lord of Fontenay, who had enriched himself by collecting the salt tax (hence the name of Palazzo Salato).

An architecture that expresses all the seventeenth-century splendor in the grand staircase of honor which is a riot of stucco, in the checkered flooring, in the rich floral motifs of the wrought-iron balustrade, and in overlapping lights and shadows wisely dosed by the large windows.

From April 16 to December 31 2022 at the Musée Picasso, Palais Salé, 5 rue de Thorigny, 75003 Paris.

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