Abbiamo visto in un precedente post i progressi globali che offre la tecnologia di quinta generazione attraverso l’internet delle cose, le smart city e lo smart working.
È evidente che una tale rivoluzione racchiude interessi finanziari enormi e sarà quindi molto difficile arrestarla. Anche perché la sua nascita è stata guidata dalla necessità di pochissimi settori di nicchia e non da una richiesta di massa del pubblico.
Infatti stiamo parlando di una tecnologia di per sé non indispensabile all’essere umano se pensiamo che molte cose possiamo farle con l’attuale 4G o con la fibra ottica, come scaricare comodamente video o controllare da remoto i dispositivi domestici, etc.
La spinta delle compagnie di telecomunicazioni per accelerare la rete del 5G è evidente col pretesto della competitività del nostro tessuto industriale ed economico ed il rilancio della centralità e competitività del Mezzogiorno.
Secondo le previsioni della società di consulenza Ernst & Young entro la fine del 2020 il 5G sarà disponibile per il 17% degli italiani e, nel 2021, per il 31%.
Oggi ci sono due grosse fazioni. Chi è a favore della tecnologia 5G e chi è contro adducendo seri problemi di salute.
Diversi scienziati sostengono che i livelli di radiazione emessi a cui il corpo umano sarebbe esposto, sarebbero fatali ed indurrebbero allo sviluppo di nuove forme tumorali, a danni neurologici e del Dna, a sterilità, coronopatie ed aumento della Co2 prodotto.
Altri minimizzano i possibili effetti negativi sulla salute concentrando l’attenzione scientifica solo all’effetto termico delle onde elettromagnetiche. Infatti attualmente per misurare la pericolosità di un device si utilizza la Specific Rate Absorption (SAR) che indica l’indice di assorbimento delle radiazioni da parte dell’organismo. Più esattamente l’effetto termico della radiazione elettromagnetica sul nostro corpo. Gli esperimenti sono effettuati su manichini riempiti di un particolare gel. Vengono poi introdotte delle sonde nel manichino per studiare l’effetto termico a livello della testa.
Nel post sulla medicina vibrazionale abbiamo visto come l’energia biologica sia comandata da un campo elettromagnetico su cui si struttura il corpo fisico e grazie al quale può avvenire il controllo di tutte le funzioni biochimiche.
Ogni cellula possiede quindi una sua caratteristica frequenza di risonanza e di conseguenza un suo campo morfico.
La Biofisica studia la natura dell’essere umano partendo dal fatto che le molecole di DNA non sono soltanto puri elementi biochimici ma anche e soprattutto antenne capaci di emettere ed assorbire onde elettromagnetiche.
Se prendiamo in considerazione queste premesse è facile dedurre quali interferenze si possano avere tra i campi elettromagnetici biologici e quelli dell’attuale 4G.
La possibilità che questo tipo di onde possano danneggiare le molecole biologiche, primi fra tutto il DNA, sono molto alte.
Se consideriamo che il corpo umano è composto fondamentalmente di acqua e che le onde elettromagnetiche sono in grado di mettere in oscillazione le molecole di acqua saranno possibili interazioni con i meccanismi di trasporto delle membrane cellulari o ancora interferenze con la veicolazione di sostanze attraverso la barriera ematoencefalica.
Dobbiamo inoltre tener presente che per le radiazioni non ionizzanti, come appunto quelle emesse dal 4 e 5G, non vengono attualmente tenute in considerazione i parametri di dose cumulativa come per le radiazioni ionizzanti (raggi x, raggi gamma, etc.).
Mi spiego meglio, i radiologi si espongono ai raggi X ed hanno una dose cumulativa massima giornaliera o mensile permessa, per le radiazioni non ionizzanti, cioè quelle emesse dalle reti telefoniche mobili questa misurazione fino ad ora non è stata osservata.
L’European Committee on Radiation Risk (ECRR) ha ultimamente proposto di tener conto della dose cumulativa e non della dose istantanea assorbita.
In base a questa proposta, che sarà sicuramente osteggiata dalle compagnie di telecomunicazione, se ci limitassimo a frequenze di 2 gigaherz i limiti verrebbero superati con un uso giornaliero di 12 minuti al giorno di cellulare a cui va sommato il wifi nostro e dei vicini ecc.
Per renderci conto di come si sia negli ultimi decenni stravolto il mondo delle onde elettromagnetiche, basti pensare che quelle prodotte dall’essere umano superano di 10 18 (un trilione di volte) quelle naturali emesse dal pianeta.
Possiamo vedere le onde elettromagnetiche emesse dalla terra in verde e quelle emesse dall’essere umano fino al 2010.
Per concludere sarebbe opportuno parlare anche dell’ELETTROSENSIBILITA’ ovvero l’ipersensibilità di alcune persone ai campi elettromagnetici. I segni e i sintomi sono molto simili nei vari soggetti, seppur di diverso livello di gravità, e regrediscono con l’allontanamento dai Campi Elettromagnetici per ripresentarsi immancabilmente ad una successiva esposizione.
Questo argomento di estremo interesse sanitario e sociale sarà oggetto di un prossimo approfondimento.