Immaginiamo un mondo con scarpe computerizzate in grado di segnalare i passi compiuti, le velocità e le distanze percorse; frigoriferi interattivi con i supermercati in grado di ordinare i prodotti mancanti che ci verranno recapitati con dei droni; sveglie intelligenti che misurando le variazioni ormonali e i cicli sonno-veglia decidano quando svegliarci; armadietti medici che ci avvisano delle scadenze dei farmaci e quando prendere un determinato medicinale; la scomparsa della ADSL e dei sistemi internet casalinghi sostituiti da una rete di connessione globale in grado di far funzionare autovetture senza conducente, semafori intelligenti connessi con automobili e flussi di traffico.

Questa 3001 odissea sulla terra è molto più vicina di quanto possiamo immaginarci. Si chiama 5G. 
Una conquista fantascientifica che da un lato stravolgerà il nostro modo di vivere e dall’altro l’equilibrio biologico planetario.

Ma facciamo un salto indietro nel tempo per capire cosa sia il 5 G e come si sia arrivati a questa tecnologia.  Contrariamente a quello che alcuni pensano, 5 G non equivale a 5Ghz, ma a quinta generazione trasmissiva.

Dobbiamo andare indietro di molti decenni ed esattamente al 1973 quando Martin Cooper, inventore e imprenditore statunitense nonché direttore del comparto di ricerca e sviluppo della Motorola, mise a punto il primo telefono cellulare.

Stava nascendo la rete analogica 0G con gigantesche radiomobili telefoniche trasportabili con valige di medio formato. 

L’evoluzione della tecnologia analogica portò negli anni Ottanta al sistema 1G detto anche TACS (Total Access Communication System), a cui seguì nel 1991 la 2G, telefonia digitale basata sullo standard GSM (Global System for Mobile Communications), che introdusse i messaggi di testo (sms), seguirono la 2,5G GPRS (General Packet Radio Service), la 2,75g EDGE (Enhanced Data rates for GSM Evolution), per arrivare nel 2001  alle videochiamate con il 3G, basato sullo standard UMTS, che permise la comoda navigazione su Internet, seguito dal 3,5G High Speed Packet Access (HSPA), ed infine dal 4G impostato sul protocollo internet (IP), che basandosi sulla tecnologia di funzionamento di internet ha permesso la trasmissione multimediale contemporanea di dati e voce perfezionato subito dopo dal sistema LTE (Long Term Evolution). 

In questa evoluzione tecnologica arriviamo al 5 Giugno 2019 quando viene attivata, dopo anni di sperimentazioni e controversie, la nascente rete 5G.

Tutti gli oggetti oggi conosciuti potrebbero essere collegati a questa rete e sviluppare funzioni nuove sconvolgendo e riprogrammando la nostra vita quotidiana attraverso la nascita di smart city, ovvero città digitali che vedranno interconnessi i semafori con le automobili, i cittadini con i servizi di pubblica utilità, i musei interattivi con guide e percorsi sviluppati in realtà aumentata. Avremo apparati di assistenza personale intelligenti in grado di comandare sistemi sanitari, lampioni, cassonetti, antifurti, impianti luce, di riscaldamento, di raffreddamento e quant’altro. Potremo mantenere connessioni stabili a velocità di spostamento di 500 km orari (treni ad alta velocità). Altrettanto accadrà per lo smart working: il lavoro e la didattica da remoto si gioverà di velocità di trasmissione anche 1.000 volte superiori alle attuali, equivalenti a 20Gbps in download, che vuol dire trasmissione di dati inferiori al millesimo di secondo. Si potranno quindi avere immagini nitide, con trasferimenti di video e di file in maniera quasi istantanea. Ma non sarà solo la velocità ad essere enormemente incrementata, ma anche il numero di connessioni per kilometro quadrato che raggiungerà 1 milione di dispositivi.

Mentre le antenne della telefonia mobile sono essenzialmente direzionali quelle del 5 G si presentano a cassetta

antenna del 5G

e possono seguire le direzioni dei device attraverso la tecnica del beanforming. Questo nuovo tipo di antenna potrà essere posizionata ovunque: su lampioni, guard rail, edicole, lampioni, balconi, e la copertura planetaria arriverà anche da droni e da satelliti. Da tener presente che gli alberi e le foglie ostacolano i segnali pulsati (non sinusoidali) del 5G per cui potrà essere necessario, forse, abbattere qualche albero.

Riassumendo cosa accadrà con la diffusione capillare del 5G: avremo milioni di micro antenne 5G a poche decine di metri l’una dall’altra che saranno dislocate in tutti i luoghi affollati e di grande passaggio, tutti gli oggetti collegandosi alla rete 5G emetteranno continue onde elettromagnetiche. Sarà pressoché impossibile misurare l’esposizione globale di ogni soggetto alle onde elettromagnetiche. Le soglie di tolleranza, dagli attuali 6volt al metro, verranno portate ai 61 volt metro con onde pulsate ad alta frequenza mai utilizzate fino ad oggi su larga scala.

Per renderci conto di come si sia negli ultimi decenni stravolto il mondo delle onde elettromagnetiche, basti pensare che quelle prodotte dall’uomo superano di 10 18 (=1000 000 000 000 000 000 = un milione di bilioni = un trilione = il numero totale della popolazione di insetti sulla terra) quelle naturali emesse dal pianeta.

Che cosa dobbiamo quindi pagare a livello di equilibrio biologico umano per ottenere questo mondo super tecnologico? Lo vedremo in un prossimo articolo.

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