Come sta cambiando il divertimento? Come saranno i locali del futuro? E quelli del presente, che pian piano sta diventando futuro, sono uguali a quelli di ieri? La tecnologia, è vero che conta sempre di più oppure no? E le discoteche, è vero che sono tutte in crisi come dice Steven Basalari super personaggio social e tv che gestisce anche il Number One di Corte Franca Brescia? E come possiamo fare, noi semplici utenti del divertimento, per divertirci di più?

Si può decidere di rinunciare
alle stelle Michelin?

Le notizie di questi giorni, per chi vuol capire qualcosa di intrattenimento e locali, sono due. La prima è che un locale di Lucca ha deciso di rinunciare alla stella Michelin per tornare a fare la trattoria. Ne ha parlato pure il più visto TG nazionale. Ovvero, tutti parliamo più o meno del nulla, quando si parla di locali. Ci sono decine e decine di locali che ogni anno solo in Italia perdono la stella, spesso per scelta commerciale e non perché non sono più top, ma tutti noi parliamo solo di questa polemica. Perdiamo tempo con gli intelligenti gestori di questo spazio toscano, che hanno fatto sapere al mondo di aver scritto alla Guida per farsi togliere le mitica stella… Bravi loro (voto 8+ per la furbizia), un po’ tonti tutti noi (voto 3).

Divertimento. Flavio Briatore e il Twiga

La seconda news è che Flavio Briatore, che ormai ha una certa età, vuol vendere il Twiga. Che non è solo il bagno, ristorante e discoteca a Marina di Pietrasanta (certo, non è a Forte dei Marmi, ma il grande comunicatore piemontese dice il contrario), ma anche Ventimiglia, Londra, due spazi a Montecarlo. L’acquirente sarebbe uno dei figli di Del Vecchio (Luxottica). Che dire? Briatore fa bene a lasciare il Twiga, se ne ha voglia. Gli restano la Formula Uno, Crazy Pizza (che va molto bene), Billionaire in Sardegna, etc. Voto 8 per lui, anche se il suo stile non è certo per tutti. A me, ad esempio, non piace, ma lo stimo molto come imprenditore. Del Vecchio Junior è ancora senza voto, ma gli mettiamo comunque un + sul registro, perché essere figli di non è facile.

Bene, dopo tutti queste news, interessanti o no, parliamo di sostanza, ovvero di quel presente del divertimento che sta diventando futuro. Le disco “classiche”, ovvero frequentate soprattutto da ragazze e ragazzi, se ben gestite, tengono. Eccome se tengono. Ma ognuna di loro, ogni locale notturno di successo, ha un’anima diversa da quella degli altri. Difficile, anzi del tutto inutile, cercare tratti comuni, anche se è vero che servizio, tecnologie e dettagli contano ovunque. Almeno quanto i nomi degli artisti scritti belli grossi, ovvero le star che dovrebbero riempire il locale.

Disco che crescono, come Circus, MOLO & Amnesia

Chi ha successo cresce, nel 2024, nelle dimensioni. E spesso crea gruppi di successo. E’ quel che è successo ad Antonio Gregori, che da tempo gestisce il Circus beatclub (nella foto), discoteca di riferimento a Brescia dall’autunno alla primavera. Ha 25 anni di storia questo locale, anzi questa è la sua 26esima stagione e propone quest’anno ben tre serate, ogni settimana, tutte diverse. Il giovedì è doppio: due volte al mese ha un’anima hip hop (Rehab), le altre due house & chic (Panorama, con Albert Marzinotto e guest come Ralf).

Ecco poi il venerdì Friday Fiesta ed il sabato Crush… ma come dicevamo il Circus oggi funziona ancora meglio perché fa squadra con MOLO, grande discoteca estiva ancora a Brescia e con River, altra disco che è invece a Soncino (Cremona). La programmazione artistica di questi tre spazi però è molto diversa, perché come dicevamo ogni locale ha la sua anima. Che voto diamo a Gregori ed al suo giovane staff? Meno di 8 e mezzo sarebbe follia.

Sono poche le realtà della provincia italiana ad avere queste dimensioni, ma quello di gruppi che comprendono più locali è ormai un fenomeno piuttosto comune. A Milano lo staff Amnesia organizza eventi spesso anche al Fabrique e pure in altri grandi spazi cittadini. Del gruppo Cocoricò Riccione fanno parte anche la Rimini Beach Arena, Altro Mondo Studios ed altri spazi.

La speranza è che mentre i locali italiani crescono, la smettano di farsi la guerra tra loro. Non serve mica combattersi. Bisogna avere la propria identità, non combattere quella degli altri

Ma noi comuni mortali, noi che i locali non li gestiamo ma li frequentiamo soltanto che possiamo fare, per divertirci meglio e di più? Una bella idea è quella di mettersi volutamente fuori contesto. Che so, ordinare un Crodino alla corte di Philip Plein e/o Briatore e arrabbiarsi un po’ se non c’è… oppure andare ad ascoltare il concerto show del trapper del momento a 50 anni, in disco, in mezzo ai teen ager. Questo si che sarebbe divertimento, altro che polemiche che non fanno manco divertire.

Ci vediamo in giro, con un bel sorriso sulle labbra. Chiaramente dopo una certa ora.

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