Il 6 luglio è stata la festa internazionale di quella cosa che ormai (in tempi di Coronavirus) è diventata più unica che rara, di quella cosa che tutti conosciamo e pratichiamo da sempre: il bacio.
Per le persone che vivono in una società occidentale non c’è nulla di più comune del baciarsi. Eppure questo comportamento non è presente in tutte le culture, e fra gli animali è rarissimo. Poche volte ci si è chiesto come mai gli occidentali siano arrivati a dimostrarsi così tanto amore e affetto con un bacio. Lo ha dimostrato Benetton Group nel 2011 con la campagna Unhate, composta da sei fotomontaggi in cui si ritraevano leader politici e religiosi di tutto il mondo scambiarsi baci appassionati (tra cui papa Benedetto XVI e Ahmed Mohamed El-Tayeb, Imam della moschea di Al-Azhar al Cairo). Nessun bacio prima d’ora aveva suscitato così tanto scalpore.
Secondo alcuni studi antropologici, l’origine del bacio sembra risalire addirittura alla preistoria, quando le donne per nutrire i bebè sminuzzavano nella bocca il cibo, per poi passarlo ai figli con una sorta di bacio. Certo, passare da una cosa così poco romantica al bacio che tutti conosciamo sembra essere quasi impossibile, ma le varie forme presenti nelle nostre società, dal bacio più casto al più erotico, sarebbero il prodotto di un’ulteriore evoluzione di tipo culturale. In linea generale, quindi, possiamo attribuire l’involontaria invenzione del bacio alle donne.
Se invece parliamo di invenzioni ufficialmente riconosciute a livello mondiale, il primo deposito che in qualche modo può essere ricollegato al bacio è del 1926 quando James Bolton brevetta una bambola che ha la capacità di simulare un vero bacio, sia a livello di pressione delle labbra che a livello sonoro. Non è un caso che l’oggetto dell’invenzione fosse appunto una donna.
Peccato solo che, nello stesso anno, mentre gli uomini giocavano con le bambole, le donne pensavano già a truccarsi. Era sempre il 1926 quando Lucille Buhl-Bonanno brevettò il primo rossetto portatile perché se parliamo di bacio, parliamo anche di rossetti, lasciati sulle guance e purtroppo anche sulle camicie sbagliate.
Ma solo io se dico bacio penso ancora al Bacio Perugina? Forse no, però pochi sanno che dietro a quella carta argentata venduta in tutto il mondo c’è Luisa Spagnoli. Ebbene si, la stessa donna della famosissima casa di moda.
Luisa Sargentini nasce a Perugia nel 1877, in una famiglia di umili origini. A 20 anni sposa il musicista Annibale Spagnoli e insieme rilevano una piccola pasticceria sull’orlo del fallimento. Acquistano macchinari all’avanguardia e iniziano a produrre confetti e caramelle. Gli affari decollano, tanto da attirare l’attenzione dei Buitoni, imprenditori della pasta, che entrano nell’attività. Nel 1907 nasce così la Perugina. Allo scoppio della Prima guerra mondiale la fabbrica, in assenza di operai, rischia però di chiudere. Luisa fa di necessità virtù: non solo impiega esclusivamente manodopera femminile, continuando a sostenere così le famiglie dei soldati, ma da donna comprende e accoglie le esigenze delle sue dipendenti, permettendo loro di portare i figli in fabbrica e concedendo alle mamme un diritto inalienabile, quello di allattare nelle ore di lavoro, regolarmente retribuite. Asili, posti di lavoro per donne maltrattate, cassa mutua aziendale per malattie, servizio di deposito fruttifero dei risparmi, mensa aziendale, spaccio alimentare dove poter fare la spesa a fine turno, corsi serali di lingue straniere e d’igiene domestica: tutto questo e molto altro tra le mura dell’azienda umbra. Una mossa coraggiosa in un’epoca in cui le donne non avevano neanche il diritto di voto.
Ma la guerra cala sulla Perugina con tutta la sua dirompente forza: il costo dello zucchero diventa proibitivo. Anche qui è il talento imprenditoriale di Luisa Spagnoli a fare la differenza: via caramelle e confetti, dentro cioccolato. Nuovi impianti di produzione e nuove linee per quella che si rivelerà un’intuizione vincente: nel 1922 Luisa trova un modo per usare la granella di nocciola che resta dalla lavorazione di altri prodotti e decide di impastarla con il cioccolato. Così inventa il bacio che all’inizio, per la sua forma tozza, si chiamava cazzotto. Sarà un caso? Nel frattempo, scoppia l’amore proibito con Giovanni Buitoni e la leggenda narra che i bigliettini all’interno dei cioccolatini siano nati come loro messaggi segreti d’amore.
“Lo sposo, quindi, può ora baciare la sposa”. Ma se la sposa non volesse baciare lo sposo?