Stavolta la nostra blogger Carolina Pandimiglio ci racconta il film tratto da Wonder il romanzo di R.J. Palacio. Uscito nel 2017 con un cast stellare che annovera nomi come Julia Roberts e Owen Wilson, in realtà ha come protagonista un ragazzino: August detto Auggie, dieci anni trascorsi in casa, affetto da una malformazione al cranio e al viso che lo rende marcatamente diverso nell’aspetto dagli altri bambini. E questo fa paura, anzitutto ai genitori che vorrebbero proteggerlo dall’urto con il mondo esterno. Ma ora tutto sta per cambiare, perché anche per lui è arrivato il momento di andare a scuola.

“Wonder” racconta il percorso di Auggie

In Wonder Conosciamo Auggie come colui che a volte non si sente capito nemmeno dalla sua famiglia e vorrebbe rendersi invisibile anche ai loro occhi indossando un casco da astronauta, e poi come quello che è suo malgrado al centro dell’attenzione ma ai margini del gruppo, che i compagni deridono e bullizzano.

Ma piano piano Auggie riesce a fare breccia, incontra qualche coetaneo più sensibile ed empatico che solidarizza con lui. Vediamo con quanta facilità i meccanismi della discriminazione scattano anche nei bambini, ma vediamo pure che non sono queste dinamiche tossiche ad avere l’ultima parola: sono invece la pazienza, il coraggio, la gentilezza, il reciproco riconoscersi tra esseri umani, la forza delle relazioni familiari e amicali.

Di bullismo, di abilismo, dei tanti -ismi che ancora avvelenano la nostra quotidianità si parla fortunatamente sempre di più, e parlarne è già un po’ uscire dalla tana, lanciare una sfida al mondo. La radice del bullismo forse sta tutta dove questa storia con semplicità ce la espone: nella paura del diverso, del non conforme. Invece della meraviglia che l’incontro con un altro essere umano dovrebbe essere sempre, vediamo il mostro. Il piccolo grande miracolo – anche questo è un significato della parola inglese wonder – è quando questa barriera cade.

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